E' di questa mattina la bella notizia per la quale Matteo, tradotto in carcere a Bologna 11 giorni fa in riferimento ad alcuni fatti relativi alla giornata antifascista di lotta a Cremona del 24 gennaio scorso, ha ottenuto la revoca della pena carceraria in favore di quella detentiva domiciliare, da effettuare a Lecce, la sua città d'origine.
Rimane
ancora in carcere Mauro, l'altro compagno arrestato con Matteo nella
mattinata dell'11, per il quale qualche giorno fa il giudice aveva dato
parere negativo alla scarcerazione. Amici e compagni sono andati a
prelevare Matteo sin sotto il carcere della Dozza dove era detenuto, per
accompagnarlo una volta uscito verso la stazione, in un nuovo momento
di affetto collettivo e solidarietà.
L'accusa
di devastazione e saccheggio per Matteo è davvero ignobile, arrivando a
colpire un compagno che a Bologna, dove studia, è conosciuto da tutti e
tutte per la sua generosità espressa nelle lotte e per l'intransigente
antifascismo per il quale è stato colpito da parte della magistratura.
Ricordiamo che secondo la conferenza stampa della questura Mauro fosse
accusato "...di aver lanciato un lacrimogeno contro le forze
dell'ordine", mentre Matteo di "aver sfondato la vetrina di una banca",
all'interno di un quadro dominato dall'indeterminatezza di fondo tipica delle veline questurine e ovviamente senza alcun riferimento ad contesto nel quale la polizia difendeva una sede politica di CasaPound che, con la complicità de facto delle istituzioni, aveva quasi ucciso Emilio,
compagno del CSA Dordoni, fatto sul quale tutto il complesso politico,
giudiziario e mediatico aveva costruito una narrazione tossica di
scontri tra bande e risse utile solo a giustificare le azioni repressive
accadute in seguito.
Ovviamente la battaglia per la liberazione completa
di Matteo non si ferma, e iniziative e nuovi momenti di informazione
sull'ingiustizia e la falsità dei fatti per cui si accusano lui e Mauro.
L'accoglimento dell'istanza da parte dell'avvocato difensore di Matteo è
solo il primo passo di un percorso costante di solidarietà che
terminerà solo alla liberazione definitiva di Matteo e di Mauro.
(da Infoaut)
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