L’avvocata
palestinese Shireen al-‘Eesawy, di Gerusalemme occupata, tenuta in
isolamento nella prigione israeliana Ramla, ha annunciato, martedì, uno
sciopero della fame ad oltranza.
La Radio Detenuti Palestinesi ha affermato che al-‘Eesawy chiede che le venga riconosciuto il suo diritto alle visite familiari, in aggiunta alla garanzia di accesso ai suoi vestiti e i suoi oggetti personali, incluso un materasso dove dormire, al posto del materasso fino di gomma che le è stato fornito.
Al-‘Eesawy chiede anche che le sia permesso l’uso di certi apparecchi elettronici come radio, TV e ventilatore, dovuto al caldo eccessivo, oltre a chiedere la riapertura del suo conto mensa, che era stato chiuso da Israele dopo che lei era stata trasferita in isolamento.
L’Autorità carceraria israeliana ha trasferito l’avvocata dalla prigione HaSharon all’isolamento nella prigione Neve Tirtza, sotto l’accusa di “incitare altri detenuti contro i soldati nella prigione”.
La Radio Detenuti Palestinesi ha affermato che al-‘Eesawy chiede che le venga riconosciuto il suo diritto alle visite familiari, in aggiunta alla garanzia di accesso ai suoi vestiti e i suoi oggetti personali, incluso un materasso dove dormire, al posto del materasso fino di gomma che le è stato fornito.
Al-‘Eesawy chiede anche che le sia permesso l’uso di certi apparecchi elettronici come radio, TV e ventilatore, dovuto al caldo eccessivo, oltre a chiedere la riapertura del suo conto mensa, che era stato chiuso da Israele dopo che lei era stata trasferita in isolamento.
L’Autorità carceraria israeliana ha trasferito l’avvocata dalla prigione HaSharon all’isolamento nella prigione Neve Tirtza, sotto l’accusa di “incitare altri detenuti contro i soldati nella prigione”.
Al-‘Eesawy è stata rapita in 3 giugno 2014; è sorella dei detenuti Samer e Midhat al-‘Eesawy.
A marzo, Addameer ha pubblicato una dichiarazione, in occasione della
Giornata internazionale delle Donne, in cui notava che “in diretta
violazione della legge internazionale, le donne palestinesi in
Cisgiordania e Striscia di Gaza sono generalmente detenute in prigioni
fuori dai Territori occupati, prevalentemente a HaSharon. In tutto il
processo di detenzione, dal momento dell’arresto fino al rilascio,
queste donne sono soggette a trattamenti disumani e degradanti, torture e
abusi psicologici”.
Esse sono soggetti a maltrattamenti per mano delle forze israeliane,
compresa violenza di genere, aggressioni fisiche e verbali, ispezioni
corporali degradanti usate come misure punitive”.
Fonte Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it
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