L'Associazione nazionale partigiani locale ha deciso
di non presentarsi alla manifestazione di luglio dopo aver ricevuto la lettera
dai rappresentanti del Partito democratico con le condizioni da rispettare:
"Non c'è più traccia di sinistra in chi ci comanda". La replica:
"Semplice incomprensione. Rimedieremo"
“Il Pd? Da come
si sono comportati ricordano più i fascisti, che la sinistra. Del resto non se
ne trova traccia nel partito che ci governa oggi”. E’ una spaccatura che ha già
sollevato più di una polemica quella tra l’Anpi di Maranello e il Partito
democratico del Comune situato nella bassa Modenese, colpevole, secondo
l’associazione, di aver tentato di imbavagliare la partecipazione dei
partigiani d’Italia alla festa dell’Unità in programma in città tra il 9 e il
29 luglio. “Essere presenti alla manifestazione”, spiega Giordano Zini,
presidente dell’associazione partigiani locale, “per noi è una consuetudine,
eppure quando abbiamo fatto domanda per poter allestire un gazebo nell’ambito
della kermesse del Pd, ci è stato detto che sì, potevamo farlo, ma solo a patto
che accettassimo delle condizioni”. La più gravosa delle quali dice chiaramente
che “l’attività dell’associazione non può avere contenuti discordanti rispetto
alla politica locale e nazionale del Pd”. Pena, “la sospensione – scrivono i
democratici di Maranello – in qualunque momento, e senza preavviso, della
concessione dello spazio dedicato all’associazione, qualora si verificasse una
o più infrazione dei vincoli citati”. Per il Pd, tuttavia, si è trattato di un
errore di comunicazione. “Francamente non capiamo come possa essere nata questa
incomprensione – scrive in una nota il segretario del Circolo Pd di Maranello Marco
Mililli – In passato, la Festa dell’Unità ha sempre costruito una giornata
in collaborazione con l’Anpi e la nostra disponibilità è rimasta immutata.
Quest’anno ci è stato chiesto uno spazio per ospitare un gazebo, piuttosto che
dedicare una giornata all’impegno dei partigiani. L’Anpi ha deciso di inoltrare
la richiesta in via formale con una lettera raccomandata e gli è stato risposto
formalmente. Ma nella risposta era chiara la volontà del Pd di ospitare il banchetto
dell’associazione. Non c’è mai stato, da parte nostra, alcun dubbio in
proposito né alcuna volontà censoria. Colgo l’occasione per rinnovare la totale
disponibilità del Partito democratico nei confronti dell’Associazione
partigiani. Farò tutto quanto necessario perché questa incomprensione venga
chiarita definitivamente, tanto che ho già chiesto un incontro con l’Anpi di
Maranello per poterci finalmente spiegare. Noi li vogliamo alla nostra festa,
come sempre”. L’Anpi però per il momento rimane ferma sulle sue posizioni e
pretende delle scuse. “In pratica”, sottolinea Zini, “ci vogliono imbavagliare,
non siamo liberi di esprimere la nostra opinione. O chiniamo il capo davanti al
Pd, o non siamo autorizzati ad allestire il gazebo. Un obbligo che ci ha
lasciati tutti basiti, perché ricorda più il fascismo, che la sinistra
italiana”. Così l’associazione dei partigiani di Maranello ha firmato di
proprio pugno una lettera inviata al Pd locale: “Facendo seguito ai vincoli del
Pd, il direttivo dell’Anpi ritiene rinunciare alla sua partecipazione”.
E continuano: “Mi sembra sconcertante che l’Anpi venga richiamata a non
poter dire il proprio parere, è una limitazione a un diritto costituzionale,
la libertà di parola, per la quale tanti uomini, donne e bambini sono morti”
attaccano i tesserati all’associazione di Maranello. “Se lo ricorda, il Pd,
quanti partigiani sono stati uccisi davanti ai propri famigliari per avere
espresso in luogo pubblico la propria opinione, che fosse di vita quotidiana o
politica, perché quelle opinioni contrastavano il governo fascista del tempo?
Noi a queste regole non ci stiamo”. Al banchetto, ribadisce comunque
l’associazione, che non comprende solo i figli di sangue della Resistenza ma
anche i tesserati che si sono iscritti pur senza annoverare partigiani o
staffette nell’album di famiglia, “non avremmo certo fatto propaganda politica
– sottolinea Zini, che pure non è figlio di combattenti – e chi conosce l’Anpi
lo sa bene. Ciò che facciamo come associazione è tramandare ciò che accadde in
Italia ai tempi del nazifascismo affinché non si verifichi di nuovo. Se
il Pd pensa che io non debba sentirmi libero di rispondere a una domanda, a una
curiosità, si sbaglia di grosso. La bocca è fatta per parlare, e non sono certo
io l’unico a non riuscire più a trovare una traccia di sinistra nel
partito che ci governa oggi”. E secondo l’Anpi, quanto accaduto con il Pd
di Maranello, né è prova. “Per quanto riguarda il presidente del Consiglio
Matteo Renzi, credo che stia guardando nella direzione sbagliata, e che i
democratici stiano commettendo molti errori. Ma il bavaglio che volevano
imporci è un altro discorso ancora. Non ci aspettavamo un comportamento simile
dal Partito Democratico”.
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