Nella prima e principale contraddizione epocale, permanente dell'imperialismo tra capitale e lavoro, è la contraddizione tra imperialismo e popoli oppressi quella determinante in questa fase storica, e all'interno di essa oggi la questione migranti sta assumendo uno dei nodi centrali, anche più evidente per i proletari e le masse popolari dei paesi imperialisti, della condizione mondiale che vede, come analizzava Lenin, e sintetizzava Stalin, da un lato un pugno di nazioni "civili" dominanti e dall'altro centinaia di milioni di abitanti degli immensi paesi dipendenti sfruttati e oppressi dall'imperialismo, per l'estorsione del sovraprofitto.
Le migliaia di uomini, uomini, bambini che arrivano permanentemente sulle coste dei nostri paesi europei, mostrano come questa contraddizione sta diventando inevitabilmente esplosiva. I migranti dicono in maniera sempre più chiara: voi imperialisti avete preso le nostre ricchezze, voi avete fatto le guerre, voi avete messo, tolto, messo di nuovo regimi reazionari al potere, voi avete creato miseria, morte, sofferenza, divisioni tra le popolazioni, e ora quello che avete fatto ve lo riportiamo nei vostri bei paesi.
Le uniche soluzioni che possono trovare gli Stati e i governi europei hanno tutte prima o poi il sapore di guerra - come anche la missione militare della EuNavForMed dimostra - perchè altre soluzioni, che non siano puramente temporanee e spesso peggiori del male, vorrebbero dire la rinuncia dei paesi imperialisti alle loro grinfie sui popoli dei paesi oppressi - una cosa impossibile.
Ma più gli Stati e i governi europei trovano "soluzioni" più si incartano. Si uniscono contro i migranti per respingerli, rinchiuderli, lasciarli morire nei mari, costruire dei "campi di concentramento" nelle loro paesi di partenza, consegnarli ai regimi assassini, o, bene che vada, trattarli come dei numeri, prenderne delle "quote" perchè questa forza lavoro comunque serve ai capitalisti nostrani da superfruttare e per "compensare la denatalità"; ma si dividono e scontrano tra di loro per scaricare l'uno sull'altro le palla delle soluzioni.
Ma questo è anche un bene. Alla fine la questione dei migranti sta diventando una grossa spina nel fianco dei paesi europei; e rende evidente che non ci sono "soluzioni" se non l'unità tra proletari dei paesi
imperialisti e popoli dei paesi oppressi per rovesciare la causa prima
di tutte le sofferenze dei popoli, l'imperialismo.
Parte delle masse popolari dei paesi imperialisti europei, dell'Italia, sta toccando con mano che i Renzi, gli Alfano, i Salvini che trattano i migranti, donne, bambini come bestie - da Milano a Ventimiglia - solo da controllare e spedire come pacchi (meglio se "bruciati" come si lascia scappare qualche poliziotto, esprimendo un humus fascista-razzista di 'corpo'), sono gli stessi che ci tolgono il lavoro, il reddito, che ci negano la salute, la scuola, il futuro ai giovani, ecc. sono gli stessi che ci manganellano e ci reprimono quando ci ribelliamo e lottiamo. Stanno toccando con mano che il loro "naturale" razzismo non è rivolto solo ai migranti ma anche a costruire delle "caste" all'interno del nostro paese.
Per questo alla oscena, fredda performance di ministri, forze dell'ordine, funzionari statali di fronte al dramma dei migranti accampati per terra nei piazzali o sugli scogli, fa da contrasto la solidarietà, il calore di tanta della gente di quei luoghi, giovani, donne, ecc.
I migranti non sono o non sono soprattutto dei disperati o mossi solo dal bisogno; tra i migranti vengono nei nostri paesi anche chi ha lottato nei loro, le menti più attente, più politicizzate. Essi sono una ricchezza per la lotta rivoluzionaria dei proletari e delle masse popolari.
Questa è una grande opportunità che soprattutto i rivoluzionari, i comunisti devono cogliere.
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