Le dichiarazioni di Squinzi fatte ieri all’assemblea di
Federchimica sono un vero e proprio “manifesto” dei desideri dei padroni
italiani e una valutazione complessiva di ciò che ha fatto il governo fino ad
ora per loro.
Dopo aver attaccato il contratto
nazionale, come abbiamo scritto ieri, oggi quello del “welfare” dice il sole 24 ore
di oggi, “È il prossimo traguardo che riguarda il mercato del lavoro in tutti i suoi aspetti. Ed è il «terreno più
sfidante» delle moderne relazioni industriali … passo necessario se si vuole
mantenere la «sostenibilità del nostro modello sociale.” E addirittura “Se non
troviamo il modo di renderlo sostenibile sarà una catastrofe per il nostro
paese»”. E Confindustria non perde tempo “«Abbiamo elaborato un documento
inviato all’attenzione del Primo ministro, venerdì o questa mattina (ieri).” E
vogliamo indovinare di cosa tratta principalmente questo documento? “pensioni e sanità. Di fronte ad un paese che non cresce…” E dove è finita la
ripresina di cui parlano ogni giorno, la famosa luce in fondo al tunnel. Ecc.
ecc.?
Squinzi si lamenta come si vede ma fino ad un certo punto
perché “le novità arrivate finora con il Jobs act e con i decreti collegati …
comunque vanno nella giusta direzione di relazioni industriali più moderne e al
passo con la competizione.”
Ma “Bisogna andare
avanti, rivedendo le regole della
contrattazione, dopo «l’importante
accordo sulla rappresentanza» e avviare una riflessione complessiva su ammortizzatori sociali, politiche attive
del lavoro, formazione, oltre a
capire, ha aggiunto il presidente di Confindustria, l’orientamento del governo
sulle pensioni.”
E qui arrivano gli elogi al governo perché “qualcosa sta
cambiando, e non poco” e a questo punto “Sono i numeri a darne la misura: 40 miliardi di soldi pagati dalla Pa; 5,6 miliardi di riduzione Irap; 2,6 miliardi di abbattimento degli oneri
sociali nel 2015; diminuzione del
costo dell’energia, decreto Poletti e Jobs Act, credito d’imposta sulla ricerca e patent box, internazionalizzazione;
incentivi agli investimenti privati,
anche in innovazione; alternanza scuola lavoro. Ma bisogna
andare avanti; c’è bisogno della riforma
dell’assistenza e del welfare, della burocrazia,
di una revisione della spesa pubblica,
di liberare al mercato le rendite monopolistiche…”
Questo lungo elenco, non esaustivo, significano miliardi a
fondo perduto dalle casse dello Stato a quelle dei padroni. A questo punto ci
si potrebbe aspettare che Squinzi organizzi solo un brindisi finale e invece deve
ancora arrivare “La riforma più
difficile, ha aggiunto, è intervenire su quella cultura antindustriale «che è ancora ben diffusa e radicata».” E meno
male che in questo paese c’è cultura antindustriale, pensa se avessero i
governi a favore!!!
Al governo Renzi Squinzi non dimentica infine di lanciare il
solito monito: “Il presidente di Confindustria ha sollecitato il governo a non
«smarrire la determinazione» sulle riforme.”
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