Grandi rischi 2, il gip dell'Aquila archivia le accuse a Bertolaso
L'AQUILA. Il gip del Tribunale dell'Aquila Gargarella ha archiviato dall'accusa di omicidio colposo per l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso in uno dei due tronconi del procedimento parallelo al processo alla Grandi rischi. La Procura generale presso la Corte d'Appello, dopo due richieste di archiviazione appellate dalle parti civili, aveva avocato a sé l'indagine e chiesto l'archiviazione dall'accusa di aver contribuito a causare la morte di alcune vittime del sisma, ma il rinvio a giudizio per altri decessi.
Il filone principale del processo ha portato in Appello, nel novembre 2014, all'assoluzione per gli stessi reati di 6 dei 7 componenti dell'allora Commissione Grandi Rischi, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio. L'unico condannato è stato il vice capo della Protezione Civile all'epoca del sisma, Bernardo De Bernardinis: la Corte d'Appello dell'Aquila lo ha assolto dall'accusa di omicidio colposo con riferimento alla morte di 16 persone nel sisma del 6 aprile, mentre lo ha condannato per altre 29. I 7 esperti sono ora in attesa del giudizio definitivo in Cassazione.
La vicenda processuale per Bertolaso non è ancora chiusa. Il 16 settembre prossimo comparirà in aula dove il giudice per l'udienza preliminare Guendalina Buccella valuterà se rinviarlo a giudizio o no con stesso lo capo di imputazione, ma in relazione ad altre vittime del sisma del 2009.
Piano Case, gli alloggi a pezzi all'Aquila: "Qui si rischia ogni giorno"
In via Scimia (Sassa nucleo industriale) tra finestre che cadono e balconi sigillati. I residenti: "Costretti a chiamare i carabinieri a causa del solito rimpallo di responsabilità"
Annamaria Ludovici si è vista piombare una finestra e un lucernario sul giardinetto del suo appartamento al primo piano del numero 8 di via Giorgio Scimia al Progetto Case di Sassa Nsi.
Annamaria Ludovici si è vista piombare una finestra e un lucernario sul giardinetto del suo appartamento al primo piano del numero 8 di via Giorgio Scimia al Progetto Case di Sassa Nsi.
«Erano le 16 quando ho sentito un gran botto», racconta. «La finestra si è staccata dal secondo piano e, insieme al lucernario, è volata sul giardinetto. Io vivo qui da subito dopo il sisma e in tutto questo tempo ho cercato di considerare questo appartamento come la mia casa a via del Guasto. Qui si sta bene, ma adesso ho paura». Annamaria vive in una delle palazzine coi balconi sigillati che il Comune sta dismettendo. «Qui siamo rimasti in tre, gli altri sono andati via. Mi è stato detto che presto la palazzina sarà chiusa». Annamaria racconta del continuo balletto di responsabilità: «Dopo il crollo ho cercato di chiamare Manutencoop, poi ho chiamato il Comune che mi ha detto di chiamare Manutencoop. Quindi ho chiamato i vigili del fuoco, poi i vigili urbani che mi hanno detto di chiamare un avvocato. Allora ho chiamato i carabinieri di Sassa che sono stati gentilissimi, sono venuti e hanno fatto le foto. Al Comune mi hanno dato appuntamento per lunedì perché sabato e domenica non c’è nessuno. Per fortuna che l’ascensore, almeno quello, dopo tre anni di solleciti, è stato riparato».
(da Il centro)
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