L’irruzione all’interno del
cosiddetto “limite invalicabile” fa parte della storia del movimento sardo per
la liberazione dalla servitù militare, sin dall’occupazione delle terre di
Pratobello, Orgosolo 1969.
L’invasione del poligono di Capo
Frasca, il 13 settembre scorso, ha rappresentato un momento importante di
rilancio per questa pratica, una ripresa che ha contribuito a ottenere
importanti risultati, come la riduzione delle giornate di bombardamento e
l’annullamento o lo spostamento di tre imponenti esercitazioni militari
internazionali.
Questi recenti successi devono aver provocato non pochi pensieri e preoccupazioni alle autorità politiche e militari, e questo probabilmente spiega l’atteggiamento duro e provocatorio che la polizia ha tenuto nella giornata dell’11 giugno. Infatti il corteo è stato caricato appena pochi minuti dopo il suo arrivo alle reti dell’aeroporto.
Questi recenti successi devono aver provocato non pochi pensieri e preoccupazioni alle autorità politiche e militari, e questo probabilmente spiega l’atteggiamento duro e provocatorio che la polizia ha tenuto nella giornata dell’11 giugno. Infatti il corteo è stato caricato appena pochi minuti dopo il suo arrivo alle reti dell’aeroporto.
Di fronte alle aggressioni, alle
provocazioni poliziesche, alle ripetute cariche e ai lanci di pietre da parte
dei militari, i manifestanti hanno dato prova di grande dignità e determinazione
resistendo a lungo, mantenendo la pressione lungo il perimetro della base e
rifluendo tutti insieme.
A questa bella giornata di lotta,
cui hanno partecipato gruppi e individui da tutta l’isola e dal resto d’Italia,
sono seguite dichiarazioni minacciose delle autorità di polizia, che parlano di
“massacro” per poco evitato, arresti imminenti e vaneggiano di “infiltrati black
bloc” spuntati nel bel mezzo delle campagne decimesi.
Questo patetico tentativo di
criminalizzazione non può fermare la volontà di liberazione che anima il nostro
movimento né cambiare le nostre strategie perché chi
vive di guerra non va lasciato in pace.
Stiano sicuri questi signori che
faremo di tutto affinché “non sussistano le condizioni per operare con
serenità”, preoccupatevi.
Rete no basi
né qui né altrove
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Significativa
partecipazione alla manifestazione odierna contro le basi militari a
Decimonannu. Il corteo promosso dal comitato "No basi ne qui né altrove", e
composto di diverse centinaia di partecipanti, ha svolto un ampio percorso dal
parco di Santa Greca lungo la provinciale sino a
giungere al perimetro della base militare.
giungere al perimetro della base militare.
Nell'ultimo
tratto il corteo è stato accompagnato da poliziotti in tenuta antisommossa che
davanti alla base si sono adoperati in cariche a freddo che hanno provocato
tensione tra i partecipanti e contusioni, senza che per altro nessuno dei
manifestanti avesse sconfinato nella base.
L'appello
dei partecipanti alla legittimità della protesta ha evitato conseguenze
peggiori. Immediatamente prima del rientro alcuni partecipanti hanno sfogato
l'esasperazione in un breve lancio di pietre rimbalzate contro gli scudi e gli
elmi dei poliziotti.
I
filmati mandati in onda dal TG 3 in serata, sono stati evidentemente forniti
dalla questura, visto che né il TG 3 né altre testate giornalistiche erano
presenti all'arrivo del corteo, pertanto non spiegano questa dinamica ma parlano
strumentalmente di black block (stessa cosa per i comunicati dell'Ansa), facendo
leva su luoghi comuni scorretti e fuorvianti.
Un
gruppo di partecipanti
A
proposito della manifestazione dell'11 giugno contro le basi e delle notizie
diffuse da alcune reti televisive (RAI3, Sardegna1 e Videolina). Noi
eravamo presenti. E' stata una manifestazione partecipata, pacifica e gioiosa
anche se disturbata dal continuo volteggiare di elicotteri che ci ronzavano
intorno e dalla presenza eccessiva ed opprimente della polizia. Arrivati nei
pressi della base notiamo la presenza di un numero
rilevante
di poliziotti in tenuta antisommossa, pronti all'attacco. Ci chiediamo se in uno
stato democratico una pacifica manifestazione possa essere intimidita e
minacciata dalla presenza di un esercito in assetto di guerra! Arrivati alla
recinzione della base un gruppo di manifestanti poggia le mani sulla rete e
urla slogan contro le basi. E' a questo punto che avviene
l'inimmaginabile.
La
polizia si avvicina minacciosa e 'a freddo' carica, in uno scenario incredibile:
i poliziotti si scatenano a picchiare, minacciare e manganellare; noi impotenti
urliamo "vergogna!" "Picchiatori"
"perchè
attaccate una manifestazione pacifica?"etc.., sconvolti da tali fatti e molto
arrabbiati per la brutalità e violenza cui assistevamo. Loro continuano a
picchiare! Noi urliamo a voce sempre più alta e vola anche qualche pietra,
senza peraltro raggiungere l' obiettivo e con il palese intento di bloccare
tanta violenza. In un attimo siamo stati tutti circondati e contemporaneamente
si è scatenata la caccia ai pochi che tentavano di avvicinarsi nuovamente alla
recinzione della base.
Alcuni
manifestanti avevano l'intento di aprire varchi? Non lo sappiamo e comunque non
è rilevante e non ci interessa. Chi era presente ha visto violenze solo verso i
manifestanti e i contusi e feriti sono stati tra noi; dopo di che si è
scatenata la rabbia. Ma il nostro sdegno non finisce qui!
purtroppo
conosciamo quale è spesso l'agire delle "forze dell'ordine". E' stato ancora più
bruciante, seguendo i vari notiziari dell' 11/06, sentire notizie false e
tendenziose: c'erano più di 100 blackbloc
venuti
da non so dove; le forze di polizia sono state aggredite; tra le forze di
polizia 11 contusi (ma dove erano? Noi abbiamo visto solo manifestanti feriti!)
e, come conclusione, un elogio della professionalità della polizia ed un
ringraziamento per aver scongiurato una strage!! I
vari
servizi non sono accompagnati da alcuna ripresa sulle cariche della polizia e
nessun giornalista o fotografo delle vostre reti, che ci risulti, era presente.
Quindi come potete asserire che i poliziotti sono stati aggrediti e, grazie a
loro, si è scongiurato un grave pericolo? E' forse
"democrazia"
criminalizzare il dissenso diffondendo notizie false? E' forse "alta
professionalità" manganellare pacifici manifestanti? Appare evidente quale sia
stata la fonte 'unica' delle vostre notizie. Siamo molto indignate.
Vergognatevi.
Rosalba,
Dina e Pierluisa
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