SEQUESTRATO L'AFO 2 DOPO LA MORTE DI ALESSANDRO.
L'Altoforno 2 doveva essere fermato già dal 2012... Ma i decreti salva-ilva, ultimo quello di Renzi, mettendo gli interessi dei padroni dell'acciaio al primo posto e all'ultimo quello degli operai, l'hanno impedito. Anche il governo è un'assassino!
Ora gli operai non devono subire oltre la morte, il rischio lavoro e salari.
Noi non possiamo dire sempre le stesse cose. Ora gli operai, che subiscono attacchi alla loro vita in tutti i sensi, devono prendere in mano la necessaria guerra di classe.
(Da Il Fatto Quotidiano) - La Procura di Taranto ha disposto il sequestro senza facoltà d’uso dell’Altoforno 2 dell’Ilva, l’impianto nel quale l’8 giugno l’operaio Alessandro Morricella è stato investito da una colata di ghisa incandescente che ne ha poi causato la morte. Un provvedimento che potrebbe determinare il blocco dell’intero stabilimento siderurgico: per l’adeguamento all’autorizzazione integrata ambientale, infatti, la fabbrica produceva acciaio adoperando solo l’Afo 2 e l’Afo 4 e quindi il fermo di uno dei due impianti potrebbe di fatto fermare tutto lo stabilimento...
...I lavoratori che all’indomani della morte di Morricella avevano chiaramente manifestato ai sindacati e all’azienda il timore di tornare sugli impianti. A distanza di tre anni, quindi, dal luglio 2012 quando il gip Patrizia Todisco sequestrò senza facoltà d’uso sei impianti, gli operai e i cittadini di Taranto potrebbero ritrovarsi a vivere una estate torrida.
Resta ora da capire quale sarà la mossa dei commissari: Ilva, infatti, è un’azienda in amministrazione straordinaria guidata dai commissari Pietro Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba. E Renzi? Come interverrà il presidente del Consiglio che a fine dicembre dello scorso anno, annunciando i provvedimenti per lo stabilimento siderurgico, avevamo affermato che “l’Italia riparte da Taranto?”. A poco, quindi, è servita la cappa di impunità concessa dai Governi in questi anni: le varie leggi “Salva Ilva“, infatti, operano nel campo delle violazioni in materia ambientale mentre in questo caso la procura è intervenuta per la violazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori. Morriccella, infatti, è il quinto operaio che ha perso la vita in fabbrica negli ultimi tre anni dopo Angelo Iodice, Claudio Marsella, Ciro Moccia e Francesco Zaccaria. Per gli ultimi tre, in particolare, gli inquirenti sono convinti che la morte è da collegare direttamente al mancato ammodernamento della fabbrica...
INTANTO CONFERMATA LA CONDANNA A FABIO RIVA
Poche ore fa, intanto, la corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione nei confronti di Fabio Riva... accusato di truffa ai danni dello Stato per 100 milioni di euro... Secondo l’accusa, Riva e gli altri avrebbero creato una società in Svizzera, la “Riva Sa”, per aggirare la normativa sull’erogazione dei contributi pubblici per le imprese che esportano.
In sostanza, la normativa prevede che le aziende con commesse estere che ricevono i pagamenti in modo dilazionato nel tempo, possano ricevere stanziamenti a fondo perduto dalla Simest, società controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti. Per Ilva, però, i pagamenti avvenivano entro i 90 giorni e quindi non avrebbe potuto ricevere contributi: secondo l’accusa confermata nei primi due gradi giudizio, quindi, Fabio Riva e gli altri imputati avrebbero costituito la Ilva Sa per ottenere commesse all’estero e poi girare i pagamenti a Ilva spa in tempi decisamente più lunghi. Uno stratagemma che avrebbe consentito al Gruppo Riva di accumulare dal 2007 un tesoretto di 100 milioni...
Ma intanto profitti di milioni...
Riva Acciaio, super-dividendo alla famiglia
19 giugno 2015
(da Sole 24 Ore) - "Un risultato positivo di 32 milioni, che consente alla proprietà di staccare un dividendo di 50 milioni, attingendo al fondo riserve. Perso il controllo di Ilva (la società è stata posta in amministrazione straordinaria a gennaio e la società controllante, Riva Fire, è stata messa in liquidazione nei mesi successivi), la famiglia Riva si concentra sui forni elettrici del Nord Italia, detenuti in Riva Acciaio.
La spa - controlla gli stabilimenti italiani di Caronno Pertusella, Lesegno, Annone Brianza, Verona, Cerveno, Sellero e Malegno, che nell’estate del 2013 avevano subito uno stop forzato a causa dell’inchiesta Ilva - nel 2014 ritrova il nero dopo la perdita di 41,5 milioni accumulata nel 2013. Il risultato, precisano gli azionisti, è influenzato da partite straordinarie... poste straordinarie nel bilancio, anche... la svalutazione di crediti per 6 milioni legati all’amministrazione straordinaria di Ilva..."
Con i giochi dei Riva di incastro di società, la fonte dei soldi di Riva Acciaio risiede sempre nei profitti fatti negli anni nell'Ilva di Taranto. Ma ora l'Ilva di Taranto è dichiarata "insolvente" e lo sfruttamento e il sangue degli operai continuano a pompare milioni
Dopo, sempre dopo: Ma le RLS e RSU all'Ilva hanno il dovere di controllare e dirle prima le cose!
Sono giorni che leggiamo, sentiamo nelle televisioni locali che "una delegazione di rappresentanti sindacali della Fiom, il giorno prima della morte di Alessandro Morricella, è andata ad accertare all'AFO 2 varie anomalie e le ha segnalate agli Enti competenti", e da ieri che l'Usb ha presentato un esposto alla Procura sempre per gravi irregolarità all'AFO 2.
MA, Le RSL e gli RSU avevano il diritto, DOVERE, non solo di accertare prima tutte queste irregolarità, ma, per legge, in nome di quanto stabilito dal TU 81 sulla sicurezza, anche di dire agli operai di non lavorare lì dove il rischio era certo. E all''Altoforno 2 il rischio già era accertato dalla Magistratura, visto che doveva essere fermato nel 2012 assieme a tutta l'area a caldo; invece ha continuato a produrre, nessun risanamento c'è stato.
E ora escono le segnalazioni agli Enti e alla Procura!?
Dove stavano gli Rls e le Rsu?
Gli operai pensavano che almeno con l'entrata nelle rsu di 12 delegati dell'Usb qualcosa cambiasse. E invece siamo sempre al massimo alle denunce e non ad un'azione diversa.
Gli operai non possono sempre e solo piangere i loro compagni di lavoro! Occorre una rivolta in questa fabbrica di sfruttamento e sangue per il capitale, anche per dire basta a chi grida dopo...
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