No Tav: "fermate i lavori e controllate tutte le cave"
"Uno stop immediato dei conferimenti nei depositi
e controllo di tutte le cave presenti sul territorio". Lo chiede il Movimento No
Tav di Tortona all'amministrazione comunale ma anche a tutti i sindaci dei
centri interessati alla realizzazione del Terzo Valico, alla luce dei risultati
dell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti. Oggi, sabato, a Radimero di
Arquata manifestazione nell'area del presidio permanente
TORTONA - "Uno stop immediato dei
conferimenti nei depositi e controllo di tutte le cave presenti sul
territorio". Lo chiede il Movimento No Tav di Tortona
all'amminsitrazione comunale ma anche a tutti i sindaci dei centri interessati
alla realizzazione del Terzo Valico, alla luce dei risultati dell'inchiesta sul
traffico illecito di rifiuti.
"Il quadro che emerge dall'inchiesta avviata dalla Procura di Torino è allarmante. Se le premesse sono queste, è lecito temere il peggio", dicono gli attivisti del movimento.
Tortona, in particolare, si è ritrovata ad essere "il centro focale di un traffico illecito di rifiuti": tre dei siti posti sotto sequestro si trovano nei territori tra Tortona e Sale (ex cava Vidori, cava Viscarda e impianto Idrotecnica) che ruotano attorno alle figure di Francesco e Daniele Ruperto (ai domiciliari), di Sandro Gandini
(domiciliari) e della Franzosi Cave (un dipendente sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di firma).
"Terre contenenti cromo, cadmio, amianto, idrocarburi, venivano smaltiti nella cave Vidori e Viscarda, i rifiuti frantumati e riutilizzati, resi irrintracciabili, con l'obiettivo di mettersi sul mercato a prezzi concorrenziali e vincere gare d'appalto. Un giro d'affari enorme – denunciano i No Tav – E' lecito temere il peggio e ci chiediamo come, in forza di un principio di precauzione, le amministrazioni non intervengano a tutela della salute pubblica, visto che, come riportano gli atti degli inquirenti, su cava Viscarda, ad esempio, siano già state avviate coltivazioni di grano". Da qui ad ipotizzare un probabile futuro coinvolgimento con i lavori legati al Terzo Valico dei Giovi, secondo i movimenti No Tav, il passo è breve: "alcune ditte coinvolte hanno appalti per la grande opera; la Euroter sta lavorando alla tangenziale di Tortona, infrastruttura funzionale al Terzo Valico, la Franzosi, il laboratorio analisi Biogest di Novi Ligure".
Ci sono, poi, le altre cave del tortonese, come la Montemerla presso la quale ha già operato la Ruperto, "indicata da Cociv come deposito di smarino, in area esondabile e recentemente alluvionata, che non è ancora uscita di scena, peraltro", o la Alipranda "dove sono stati bloccati i lavori per il ritrovamento di idrocarburi e la cui bonifica è stata affidata alla stessa ditta che vi lavorava, la Gandini di Voghera, bonifica fatta con materiali inquinanti mentre a Gandini è stata fatta una multa di soli 200 euro", o, ancora Cava Castello Armellino, dove oeprava la Franzosi, destinata al deposito di smarino e oggi sotto sequestro per il ritrovamento di sostanze tossiche interrate". Tutti fatti denunciati dal movimento un mese fa.
Per fermare i lavori, chiedono i No Tav "dobbiamo aspettare i morti?". Se non saranno i sindaci a fermarel'opera, "lo faremo noi - dicono - informando la popolazione".
"Il quadro che emerge dall'inchiesta avviata dalla Procura di Torino è allarmante. Se le premesse sono queste, è lecito temere il peggio", dicono gli attivisti del movimento.
Tortona, in particolare, si è ritrovata ad essere "il centro focale di un traffico illecito di rifiuti": tre dei siti posti sotto sequestro si trovano nei territori tra Tortona e Sale (ex cava Vidori, cava Viscarda e impianto Idrotecnica) che ruotano attorno alle figure di Francesco e Daniele Ruperto (ai domiciliari), di Sandro Gandini
(domiciliari) e della Franzosi Cave (un dipendente sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di firma).
"Terre contenenti cromo, cadmio, amianto, idrocarburi, venivano smaltiti nella cave Vidori e Viscarda, i rifiuti frantumati e riutilizzati, resi irrintracciabili, con l'obiettivo di mettersi sul mercato a prezzi concorrenziali e vincere gare d'appalto. Un giro d'affari enorme – denunciano i No Tav – E' lecito temere il peggio e ci chiediamo come, in forza di un principio di precauzione, le amministrazioni non intervengano a tutela della salute pubblica, visto che, come riportano gli atti degli inquirenti, su cava Viscarda, ad esempio, siano già state avviate coltivazioni di grano". Da qui ad ipotizzare un probabile futuro coinvolgimento con i lavori legati al Terzo Valico dei Giovi, secondo i movimenti No Tav, il passo è breve: "alcune ditte coinvolte hanno appalti per la grande opera; la Euroter sta lavorando alla tangenziale di Tortona, infrastruttura funzionale al Terzo Valico, la Franzosi, il laboratorio analisi Biogest di Novi Ligure".
Ci sono, poi, le altre cave del tortonese, come la Montemerla presso la quale ha già operato la Ruperto, "indicata da Cociv come deposito di smarino, in area esondabile e recentemente alluvionata, che non è ancora uscita di scena, peraltro", o la Alipranda "dove sono stati bloccati i lavori per il ritrovamento di idrocarburi e la cui bonifica è stata affidata alla stessa ditta che vi lavorava, la Gandini di Voghera, bonifica fatta con materiali inquinanti mentre a Gandini è stata fatta una multa di soli 200 euro", o, ancora Cava Castello Armellino, dove oeprava la Franzosi, destinata al deposito di smarino e oggi sotto sequestro per il ritrovamento di sostanze tossiche interrate". Tutti fatti denunciati dal movimento un mese fa.
Per fermare i lavori, chiedono i No Tav "dobbiamo aspettare i morti?". Se non saranno i sindaci a fermarel'opera, "lo faremo noi - dicono - informando la popolazione".
Nessun commento:
Posta un commento