Non si attaccano gli operai, i lavoratori
e chi protesta per il lavoro e i diritti negati
e chi protesta per il lavoro e i diritti negati
Come risponde lo Stato, come risponde il governo, alla disoccupazione e precarietà, alle condizioni di lavoro e sociali sempre peggiori? Con la repressione! Non con il lavoro, con scuole, ospedali e servizi che funzionano, ma con la “modernità” delle “riforme”, da quella del lavoro (Jobs Act=abolizione dell'art. 18), a quella della scuola (=azienda al servizio del profitto) al controllo sul lavoro e sociale sempre più stringente: chip negli scarponi degli operai, tablet, telefonini ecc. (altro che privacy) mettendo in serio pericolo le libertà personali e sociali ancora garantite dalla Costituzione.
Alle lotte di lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, precari e precarie, senzalavoro e senzacasa e tutti coloro che si ribellano contro l'inquinamento legalizzato, i disastri ambientali e i rischi per la vita dentro e fuori il mondo del lavoro, per difendersi da questi attacchi, lo Stato risponde con denunce penali e amministrative, multe, divieti, arresti e processi senza fine...
Organizzarsi per difendersi e rispondere a questi attacchi è diventata una necessità impellente delle masse popolari sempre più colpite.
Giovedì 18 giugno ore 16 assemblea
presso la sede dello Slai Cobas per il s.c.
via G. del Duca 4 - Palermo
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Massima solidarietà agli operai della Fincantieri, colpiti dalla repressione
Si è aperto a Marzo il processo a carico dei 38 operai del cantiere navale accusati di manifestazione non autorizzata, danneggiamento e violenza privata per i fatti accaduti il 18 luglio del 2011 a Palermo. La goccia che fece traboccare il vaso fu la mancata acquisizione della commessa Costa Romantica. La nuova udienza il 19 Giugno.
Venerdì 19 giugno volantinaggio al tribunale
La querela della Fincantieri contro
questi lavoratori per “danneggiamenti”, “violenza privata” e
“manifestazione non autorizzata”, fu a dir poco grottesca visto che le lotte di quei giorni del
2011 erano più che giustificate dalla necessità di salvaguardare il
posto di lavoro messo in serio pericolo da una direzione aziendale
che di fatto sta smantellando le strutture produttive e ha mandato
in malora i bacini di carenaggio, e che negli anni non solo ha
ridotto drasticamente il numero degli operai attivi attraverso uno
stillicidio di “mancate assunzioni” e l’utilizzo selvaggio dei
lavoratori delle ditte esterne che notoriamente sono i più sfruttati
e i più ricattabili, ma anche attraverso lunghissimi anni di cassa
integrazione che hanno fatto risparmiare all’azienda centinaia di
milioni pagati dalla collettività, mentre le casse dell’azienda si
gonfiavano di milioni di utili e le tasche dei dirigenti di
sostanziosi stipendi pubblici!
Le accuse agli operai sono ancora più
grottesche dato che inoltre in tutti questi ultimi anni diversi
dirigenti della Fincantieri sono stati dichiarati colpevoli e
responsabili della morte di tanti operai deceduti a causa
dell’amianto respirato sul posto di lavoro. Sono i responsabili di
questo stato di cose che devono essere portati sul banco degli
imputati e non gli operai che lottano per i loro diritti.
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ore 17,00
piazza verdi (teatro massimo)
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