Algeri. Muore oggi (Venerdi 12 Giugno 2015 n.d.r.), a 78 anni, senza
troppo clamore, Djamila Bouazza, combattente algerina eroina della Battaglia
d'Algeri e prima condannata a morte dal tribunale militare francese.
Senza troppo clamore perché gli
algerini, nella loro lotta atroce contro il colonialismo, hanno da subito posto
un principio: "Un solo eroe: il popolo".
Eroina per gli algerini, terrorista per
i francesi. Ferita durante un'imboscata dei paracadutisti francesi, viene
arrestata nell'aprile del 1957. Torturata in modo feroce dai paracadutisti poi
trasferita nell'allora temuto carcere di El Harrach, dove ritrova le sue
compagne Djamila Bouhired, Zohra Drif e Jacqueline Guerroudj.
Condannata a morte dal tribunale
militare. Difesa dall'avvocato Jacques Verges il quale firma un manifesto
assieme al drammaturgo e scrittore Georges Arnaud. Questo manifesto e il libro
di Henri Alleg, La Question, sulla tortura in Algeria, svegliano le coscienze
in Francia e sollevano una grande indignazione, evitando a Djamila Bouazza la
ghigliottina. Viene graziata nel 1962, dopo gli accordi di pace dette di Evian
fra la Francia e l'Algeria. Djamila non si è mai completamente rimessa dalle
torture subite. "Si è spenta questa mattina, spossata dalla vita" ha
dichiarato suo marito Boussouf Abbou
Nota di Tahar Lamri
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