Ciao a tutti,
dopo la vergognosa
e pericolosissima iniziativa sulla legge elettorale e dopo la vergogna del Jobs
Act, il governo si sta preparando a stravolgere la normativa di prevenzione
infortuni.
Dopo aver
cancellato l’obbligo per il datore di lavoro della denuncia di infortuni al
posto di polizia territorialmente competente, entro le 48 ore dell’accaduto, il
governo prova a inserire il principio della “massima sicurezza concretamente
realizzabile” in luogo della “massima sicurezza realizzabile” a carico del
datore di lavoro, già prevista dal Codice Civile articolo 2087 e dal Testo Unico
delle leggi sulla sicurezza del lavoro [D.Lgs.81/08], laddove il legislatore
aveva dedicato un intero articolo (l’articolo 15) alle misure generali di
tutela.
Questo, anche se
sembra una diversa articolazione dell’obbligo di legge (addirittura
inoffensiva), è in realtà letale per i lavoratori e per ciò che riguarderà
eventuali inchieste infortuni.
Infatti la “massima
sicurezza concretamente realizzabile” è di fatto un espediente per mitigare la
responsabilità dei datori di lavoro sempre più incentivati a fare i loro comodi
che, a fronte di dati statistici dubbi (ad esempio l’indice di infortuni
aziendali) e dopo le recenti modifiche normative, potranno essere relativamente
tranquilli in caso si incidente. Basterà fare il minimo e non il massimo.
In più è prevista
l’introduzione di elementi tali da definire indici già esistenti (ma verrà
formalizzato meglio sulle imprese a basso rischio di infortuni, che non si sa
bene a quale titolo vengano così definite) sulle ridotte dimensioni (dipendenti
+ bilancio) che serviranno da contesto per spiegare che il datore di lavoro avrà
sicuramente fatto tutto ciò che era possibile (per lui!!!).
Il tutto sarà
spiegabile a quel punto come una disgrazia, il caso avverso o la colpa del
lavoratore e l’avvocato di parte, avranno fatto il resto. Per buona pace di
vittime e familiari.
A quel punto
rimarrà la volontà del magistrato di applicare il Codice Penale in tutta la sua
pienezza, ma la recente norma che ha introdotto la responsabilità civile dei
magistrati (quelli giudicanti in particolare) farà si (presumibilmente) che il
datore di lavoro, specie se potente, avrà fatto tutto quel che poteva con i
mezzi a sua disposizione.
Inoltre vogliono
eliminare il registro infortuni e i registri degli esposti, per trasportarli in
via telematica su programmi che di fatto non esistono, come il Sistema
Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP)
dell’INAIL.
La situazione è
gravissima. Poca consapevolezza su leggi che cambieranno effettivamente la vita
ai lavoratori e legalizzeranno di fatto il principio della sicurezza e salute
sottomessa al profitto delle aziende. Neanche il sindacato ne
parla.
Altro problema sarà
la riorganizzazione dei servizi ispettivi che vengono tolti, secondo le idee
della Pubblica Amministrazione, dal territorio, per cui, se così dovesse esserci
un lavoratore che deve presentare la denuncia contro il suo datore di lavoro,
dovrà andare per forza nel capoluogo delle regione di appartenenza.
Il 14 maggio a Roma
facciamo una prima iniziativa presso il circolo che Guevara (via Fontanellato,
telefono 06 540 43 93) con la partecipazione anche dei compagni del Comitato 5
Aprile come il sottoscritto, proprio per accendere quella spia di allarme.
Si proverà a
discutere quindi di lavoro e di sicurezza: due facce della stessa
medaglia.
Nella logica e
nella convinzione che: la sicurezza si progetta, il lavoro si rispetta e il
lavoratore si tutela e noi vogliamo dare battaglia.
L’idea è di
lanciare una mobilitazione su questo.
Vi chiedo quindi la
cortesia di diffondere quanto più potete.
Grazie
anticipatamente.
Un abbraccio.
Claudio
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