#NoInvalsi: il 12 maggio boicotta i test della scuola-azienda! In
Di
test Invalsi sono ormai decenni che ne sentiamo parlare. Ogni governo è
sempre andato a braccetto con il ministro dell’istruzione di turno per
portare avanti questo progetto e estenderlo a tutti i gradi possibili
dell’istruzione. Dall’esame di terza media si è passati alle seconde
superiori, per poi ampliare il raggio alle elementari e probabilmente,
dall’anno prossimo, all’esame di maturità. Questi test avrebbero diverse
utilità: fornire una griglia sugli obiettivi di base che gli studenti
dovrebbero raggiungere a un certo grado d’istruzione, valutare la
qualità delle varie scuole identificando le eventuali mancanze, valutare
la bravura degli insegnanti.>
Insomma, sembra che queste prove siano davvero utilissime per dover essere somministrate praticamente ogni due anni a ogni studente o studentessa. Ma siamo davvero sicuri che lo stesso test uguale per tutti, sia in grado di dare una valutazione su tre ambiti così diversi malgrado così vicini, come istituti, studenti e professori? Noi crediamo di no.
Le Invalsi inoltre fin dall’inizio sono state presentate come un calcolo statistico. In primo luogo sono somministrate a quasi la totalità degli studenti italiani, cosa che ne elimina l’aspetto statistico; in secondo luogo vengono sempre di più preparate mesi prima con libretti d’istruzioni per l’uso cartacei e online o test preparativi specifici creati apposta dai professori per non rischiare di rimanere indietro nelle classifiche che si creano e prendere un brutto voto rispetto agli altri. Questo meccanismo di per sé interrompe la continuità didattica e modifica l’insegnamento in base a test unilaterali che si concentrano solo sulla risoluzione di problemi basilari e specifici, senza consentire una contestualizzazione e attualizzazione dei concetti richiesti. Questo tipo di problemi si rivela utilissimo per il mondo del lavoro com’è concepito oggi, infatti si parla sempre di più di capacità di problem solving, cioè non avere un quadro completo dell’ingranaggio della catena di montaggio di cui si fa parte, ma semplicemente riuscire a spingere il bottone o tirare la levetta giusta nel momento giusto. Movimenti basilari e per cui non servono ragionamenti, paragonabili al segnare un test con una crocetta. Queste idee viaggiano a stretto contatto con quello che ha tentato di costruire fino ad ora Renzi con riforme come il Jobs Act e la Buona Scuola: una scuola sempre più proiettata e calata realmente dentro un mondo del lavoro sempre più precarizzato e trasformato in luogo di sfruttamente e inaridimento delle capacità e opinioni personale di ogni individuo.
Ma non è finita qui, perché di aspetti negativi di questo progetto ce ne sono ancora molti. Vi siete mai domandati come saranno premiati/penalizzati quegli istituti che andranno meglio o peggio di tutti gli altri? Al Miur sono molto utili per un principale motivo: poter indirizzare le risorse a meno istituti, chiamando in causa il concetto di meritocrazia, per cui chi risulta più bravo dev’essere premiato. Per quanto riguarda questi test, noi crediamo invece che, a patto che si trovassero giusti criteri di valutazione all’oggi non ancora individuati, i risultati dovrebbero servire a evidenziare quelle scuole, provincie, regioni, in cui gli studenti hanno più difficoltà. Di modo che, anche attraverso impiego di risorse economiche, si permetta agli studenti meno capaci di avere istituti e insegnanti in grado di aiutarli nel percorso scolastico il meglio possibile.
Anche quest’anno come rete Studaut ci mobilitiamo per combattere questi test e il modello che rappresentano e tentano di imporre. In tutta Italia ci stiamo muovendo per cercare di informare tutti quanti gli studenti dei problemi che questi test pongono, perché spesso nelle scuole manca proprio l’informazione, anche grazie al silenzio o all’omissione di notizie da parte della scuola stessa o dei media. Fino al giorno delle Invalsi negli istituti superiori, che sarà il 12 Maggio, lavoreremo, anche cercando un confronto e un appoggio da parte di professori e genitori solidali, per far sì che gli studenti possano capire la pessima influenza che questi test hanno sulla scuola e la loro inutilità nel valutarla.
Inoltre in questo periodo che vede anche l’avvento di un mega-evento come Expo, dobbiamo prendere parola contro questa grande opera come contro le Invalsi. Esse rappresentano, insieme a tante altre nel territorio italiano, un’inutile e dannoso spreco di risorse che potrebbero e dovrebbero essere investite in ciò di cui davvero c’è bisogno. Ad esempio per l’edilizia scolastica, che negli ultimi mesi ha visto una moltiplicazione dei casi di crolli e conseguenti incidenti nelle classi. Dato che lo Stato non è evidentemente in grado di gestire gli investimenti, non conoscendo o facendo finta di non vedere i reali problemi della gente “comune”, sta a noi prendere parola e rivendicare il diritto a avere scuole, ma non solo, degne del nostro valore di persone!
Quindi per lottare in maniera unitaria abbiamo lanciato due date di mobilitazione: il 7 maggio ci saranno iniziative, assemblee, presidi in tutta Italia, per dimostrare anche a chi non va a scuola ciò di cui parliamo, mentre il 12 Maggio dentro e fuori le scuole boicotteremo queste prove con ogni mezzo possibile! Pertanto rilanciamo l’appello al mobilitarsi nei propri istituti e costruire momenti di informazione e confronto. Queste prove riguardano tutto il mondo della formazione ed è quindi necessario che uniti ci opponiamo per ottenere grandi risultati come negli anni passati e, in prospettiva, lavorare per ottenerne sempre di più!
Al boicottaggio! Diciamo NO ai test della scuola-azienda e di chi ci vuole ignoranti e sfruttati!
da Studaut
ALESSANDRIA alle 8.00 davanti alle scuole
BENEVENTO alle 9.00 @Piazza Risorgimento
BOLOGNA alle 9.00 @Parco della Montagnola
BRESCIA alle 9.00 Piazza Garibaldi
CASERTA alle 8.00 davanti alle scuole
CATANIA alle 8.00 davanti alle scuole
COSENZA alle 16.00 @villa comunale di via Roma
CREMONA 8.00 @Liceo scientifico Aselli
MANTOVA alle 8 davanti alle scuole
MODENA alle 8.00 davanti alle scuole
NAPOLI alle 9.30 @P.zza dante
PALERMO alle 9 @Mondello
RAVENNA alle 8.00 davanti alle scuole
ROMA alle 9.00 @Villa Torlonia
TORINO alle 9.30 @Piazzale Valdo Fusi
Il 12 maggio scioperiamo contro i quiz alle Superiori e per
eliminarli anche dall’esame di Terza Media. Manifestazioni locali
insieme agli studenti, a Roma alle 10 al MIUR.
Se si effettuasse un referendum nelle scuole, la cancellazione totale del Ddl della cattiva scuola renziana, la contemporanea emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari e l’eliminazione degli insulsi quiz Invalsi stravincerebbero. Lo hanno ampiamente dimostrato la giornata memorabile del 5, con la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, e la partecipazione allo sciopero del 6 nelle Elementari e al boicottaggio dei quiz del 7, quando in tantissimi istituti docenti ed Ata hanno bloccato la distruttiva procedura quizzarola, aiutati da una marea di genitori che si sono rifiutati di sottoporre i propri figli a indovinelli risibili e deleteri per una seria didattica.
Insomma, sembra che queste prove siano davvero utilissime per dover essere somministrate praticamente ogni due anni a ogni studente o studentessa. Ma siamo davvero sicuri che lo stesso test uguale per tutti, sia in grado di dare una valutazione su tre ambiti così diversi malgrado così vicini, come istituti, studenti e professori? Noi crediamo di no.
Le Invalsi inoltre fin dall’inizio sono state presentate come un calcolo statistico. In primo luogo sono somministrate a quasi la totalità degli studenti italiani, cosa che ne elimina l’aspetto statistico; in secondo luogo vengono sempre di più preparate mesi prima con libretti d’istruzioni per l’uso cartacei e online o test preparativi specifici creati apposta dai professori per non rischiare di rimanere indietro nelle classifiche che si creano e prendere un brutto voto rispetto agli altri. Questo meccanismo di per sé interrompe la continuità didattica e modifica l’insegnamento in base a test unilaterali che si concentrano solo sulla risoluzione di problemi basilari e specifici, senza consentire una contestualizzazione e attualizzazione dei concetti richiesti. Questo tipo di problemi si rivela utilissimo per il mondo del lavoro com’è concepito oggi, infatti si parla sempre di più di capacità di problem solving, cioè non avere un quadro completo dell’ingranaggio della catena di montaggio di cui si fa parte, ma semplicemente riuscire a spingere il bottone o tirare la levetta giusta nel momento giusto. Movimenti basilari e per cui non servono ragionamenti, paragonabili al segnare un test con una crocetta. Queste idee viaggiano a stretto contatto con quello che ha tentato di costruire fino ad ora Renzi con riforme come il Jobs Act e la Buona Scuola: una scuola sempre più proiettata e calata realmente dentro un mondo del lavoro sempre più precarizzato e trasformato in luogo di sfruttamente e inaridimento delle capacità e opinioni personale di ogni individuo.
Ma non è finita qui, perché di aspetti negativi di questo progetto ce ne sono ancora molti. Vi siete mai domandati come saranno premiati/penalizzati quegli istituti che andranno meglio o peggio di tutti gli altri? Al Miur sono molto utili per un principale motivo: poter indirizzare le risorse a meno istituti, chiamando in causa il concetto di meritocrazia, per cui chi risulta più bravo dev’essere premiato. Per quanto riguarda questi test, noi crediamo invece che, a patto che si trovassero giusti criteri di valutazione all’oggi non ancora individuati, i risultati dovrebbero servire a evidenziare quelle scuole, provincie, regioni, in cui gli studenti hanno più difficoltà. Di modo che, anche attraverso impiego di risorse economiche, si permetta agli studenti meno capaci di avere istituti e insegnanti in grado di aiutarli nel percorso scolastico il meglio possibile.
Anche quest’anno come rete Studaut ci mobilitiamo per combattere questi test e il modello che rappresentano e tentano di imporre. In tutta Italia ci stiamo muovendo per cercare di informare tutti quanti gli studenti dei problemi che questi test pongono, perché spesso nelle scuole manca proprio l’informazione, anche grazie al silenzio o all’omissione di notizie da parte della scuola stessa o dei media. Fino al giorno delle Invalsi negli istituti superiori, che sarà il 12 Maggio, lavoreremo, anche cercando un confronto e un appoggio da parte di professori e genitori solidali, per far sì che gli studenti possano capire la pessima influenza che questi test hanno sulla scuola e la loro inutilità nel valutarla.
Inoltre in questo periodo che vede anche l’avvento di un mega-evento come Expo, dobbiamo prendere parola contro questa grande opera come contro le Invalsi. Esse rappresentano, insieme a tante altre nel territorio italiano, un’inutile e dannoso spreco di risorse che potrebbero e dovrebbero essere investite in ciò di cui davvero c’è bisogno. Ad esempio per l’edilizia scolastica, che negli ultimi mesi ha visto una moltiplicazione dei casi di crolli e conseguenti incidenti nelle classi. Dato che lo Stato non è evidentemente in grado di gestire gli investimenti, non conoscendo o facendo finta di non vedere i reali problemi della gente “comune”, sta a noi prendere parola e rivendicare il diritto a avere scuole, ma non solo, degne del nostro valore di persone!
Quindi per lottare in maniera unitaria abbiamo lanciato due date di mobilitazione: il 7 maggio ci saranno iniziative, assemblee, presidi in tutta Italia, per dimostrare anche a chi non va a scuola ciò di cui parliamo, mentre il 12 Maggio dentro e fuori le scuole boicotteremo queste prove con ogni mezzo possibile! Pertanto rilanciamo l’appello al mobilitarsi nei propri istituti e costruire momenti di informazione e confronto. Queste prove riguardano tutto il mondo della formazione ed è quindi necessario che uniti ci opponiamo per ottenere grandi risultati come negli anni passati e, in prospettiva, lavorare per ottenerne sempre di più!
Al boicottaggio! Diciamo NO ai test della scuola-azienda e di chi ci vuole ignoranti e sfruttati!
da Studaut
Qui sotto le tante iniziative organizzate in tutta Italia:
BENEVENTO alle 9.00 @Piazza Risorgimento
BOLOGNA alle 9.00 @Parco della Montagnola
BRESCIA alle 9.00 Piazza Garibaldi
CASERTA alle 8.00 davanti alle scuole
CATANIA alle 8.00 davanti alle scuole
COSENZA alle 16.00 @villa comunale di via Roma
CREMONA 8.00 @Liceo scientifico Aselli
MANTOVA alle 8 davanti alle scuole
MODENA alle 8.00 davanti alle scuole
NAPOLI alle 9.30 @P.zza dante
PALERMO alle 9 @Mondello
RAVENNA alle 8.00 davanti alle scuole
ROMA alle 9.00 @Villa Torlonia
TORINO alle 9.30 @Piazzale Valdo Fusi
La toppa degli emendamenti al Ddl “cattiva scuola” è peggio del buco: no al preside-padrone, ritiro del Ddl, eliminazione dei quiz Invalsi, assunzione stabile dei precari.
Se si effettuasse un referendum nelle scuole, la cancellazione totale del Ddl della cattiva scuola renziana, la contemporanea emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari e l’eliminazione degli insulsi quiz Invalsi stravincerebbero. Lo hanno ampiamente dimostrato la giornata memorabile del 5, con la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, e la partecipazione allo sciopero del 6 nelle Elementari e al boicottaggio dei quiz del 7, quando in tantissimi istituti docenti ed Ata hanno bloccato la distruttiva procedura quizzarola, aiutati da una marea di genitori che si sono rifiutati di sottoporre i propri figli a indovinelli risibili e deleteri per una seria didattica.
Ma il governo sta cercando di bypassare questa lampante realtà,
affermando scioccamente l’ovvietà che “la scuola non è dei sindacati”
(Boschi) oppure contrapponendo i docenti e gli Ata, dipinti come
“corporativi” e “conservatori”, agli studenti e alle famiglie (Renzi).
In realtà la nostra opposizione è fatta per conto della scuola Bene
comune, degli studenti e dei cittadini tutti/e, oltre che dei
lavoratori/trici, ed è contro l’immiserimento materiale e culturale
provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica.
Ciò malgrado, il governo procede incurante, sordo ad ogni segnale venuto anche dagli incontri di sindacati, associazioni e studenti con la direzione PD (un confronto “per interposta persona” con un governo pressoché monocolore) ed ha presentato due emendamenti sul ruolo dei presidi-padroni che appaiono una toppa peggiore del buco. Con il primo, si cerca solo di rendere complici i Collegi docenti delle decisioni del preside, perché si dà loro la possibilità di discutere le “direttive” del preside ma non di fuoriuscire da esse, senza alcun potere di bocciarle; con il secondo, addirittura si dà facoltà a rappresentanti di genitori e studenti di valutare, insieme al preside e a due docenti, quali insegnanti (in misura del 5%) della scuola premiare con una somma annua. Come possano gli studenti di una classe e/o i loro genitori valutare i docenti di tutto l’istituto è mistero supremo, e un rapporto distruttivo si creerebbe tra un docente e un suo studente (o genitore di) se da questi dovesse dipendere una parte significativa dello stipendio.
Dunque, a tale sordità e arroganza deve corrispondere una protesta ancor più incisiva e rumorosa, a partire da domani, quando, scioperando, bloccheremo i quiz Invalsi alle Superiori e ne chiederemo l’eliminazione dall’esame di Terza media, manifestando insieme agli studenti nelle principali città. In particolare a Roma saremo di nuovo al MIUR dalle 10. Dopodiché, è evidente che lo sciopero degli scrutini dovrebbe essere il successivo e cruciale appuntamento di lotta. Esso richiede la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo. Solo un atto generalizzato e solenne di disobbedienza a regole-capestro, da parte innanzitutto dei sindacati con il maggior numero di iscritti/e, creerebbe le condizioni per qualcosa di davvero memorabile e per una partecipazione analoga a quella del 5 maggio. E in tal caso potremmo vanificare e scavalcare qualsiasi ipotetica “precettazione”.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
Ciò malgrado, il governo procede incurante, sordo ad ogni segnale venuto anche dagli incontri di sindacati, associazioni e studenti con la direzione PD (un confronto “per interposta persona” con un governo pressoché monocolore) ed ha presentato due emendamenti sul ruolo dei presidi-padroni che appaiono una toppa peggiore del buco. Con il primo, si cerca solo di rendere complici i Collegi docenti delle decisioni del preside, perché si dà loro la possibilità di discutere le “direttive” del preside ma non di fuoriuscire da esse, senza alcun potere di bocciarle; con il secondo, addirittura si dà facoltà a rappresentanti di genitori e studenti di valutare, insieme al preside e a due docenti, quali insegnanti (in misura del 5%) della scuola premiare con una somma annua. Come possano gli studenti di una classe e/o i loro genitori valutare i docenti di tutto l’istituto è mistero supremo, e un rapporto distruttivo si creerebbe tra un docente e un suo studente (o genitore di) se da questi dovesse dipendere una parte significativa dello stipendio.
Dunque, a tale sordità e arroganza deve corrispondere una protesta ancor più incisiva e rumorosa, a partire da domani, quando, scioperando, bloccheremo i quiz Invalsi alle Superiori e ne chiederemo l’eliminazione dall’esame di Terza media, manifestando insieme agli studenti nelle principali città. In particolare a Roma saremo di nuovo al MIUR dalle 10. Dopodiché, è evidente che lo sciopero degli scrutini dovrebbe essere il successivo e cruciale appuntamento di lotta. Esso richiede la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo. Solo un atto generalizzato e solenne di disobbedienza a regole-capestro, da parte innanzitutto dei sindacati con il maggior numero di iscritti/e, creerebbe le condizioni per qualcosa di davvero memorabile e per una partecipazione analoga a quella del 5 maggio. E in tal caso potremmo vanificare e scavalcare qualsiasi ipotetica “precettazione”.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
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