sabato 1 agosto 2015

pc 1 agosto - INTERVISTA A KALKAN DEL PKK - PROLETARI COMUNISTI: "OCCORRE UN BILANCIO AUTOCRITICO DELLA LINEA DEL PROCESSO DI PACE"

Riportiamo sotto ampi stralci della recente intervista ​di Duran Kalkan, membro del Comitato Esecutivo del PKK. 

Nonostante la Turchia, spartendosi i compiti nell'area con l'imperialismo Usa, stia portando avanti ogni giorno di più un massacro dei combattenti curdi con l'obiettivo di dare un colpo finale alla causa del popolo curdo, anche da questa intervista, oltre che da altri comunicati usciti in questi giorni nel bollettino dell'Uiki su Ocalan, non emerge alcun bilancio e passo indietro della linea generale del processo di pace con la Turchia espressa da Ocalan, non emerge una riflessione autocritica sull'appello al disarmo dopo la vittoria a Kobane che ha consentito a Erdogan di avere tempo per rilanciare con più forza il pesante attacco di questi giorni, una vera e propria guerra contro il popolo curdo. 

Si permane nell'illusione della debolezza e del declino del governo turco, e si sottovaluta di fatto il ruolo dell'imperialismo Usa; si permane nell'illusione che l’AKP stia andando verso la fine e sarà rimpiazzato da una Turchia democratica, attraverso una Rivoluzione di Autonomia Democratica, in cui la società curda e turca costruiscono le auto-amministrazioni che dovrebbero essere riconosciute dal parlamento e dal governo di Ankara.

Aver rilanciato dopo la vittoria di Kobane il processo di pace, del cessate il fuoco ora rischia di fare di Kobane-Rojava un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro e di rendere vana l'eroica resistenza delle combattenti e combattenti curdi.

Noi auspichiamo che la linea della Resistenza porti alla strategia della guerra popolare di lunga durata per uno Stato del Kurdistan di Nuova Democrazia.
INTERVISTA
"Duran Kalkan, membro del Comitato Esecutivo del PKK in risposta alle domande postegli da Ersin Çelik per il programma Politik Alan (Arena Politica)... 

La settimana scorsa siamo stati testimoni del massacro di Suruç, delle operazioni di genocidio politico e dei bombardamenti aerei sulle zone di difesa Medya. Questi tre sviluppi possono essere valutati come parti di un nuovo concetto politico?
I recenti bombardamenti aerei hanno provato che le nostre accuse rivolte all’AKP per aver perpetrato i massacri di Amed e Suruç celandosi sotti la maschera dell’ISIS erano fondate, mentre le dichiarazioni ufficiali del governo dell’AKP lo negavano. I recenti bombardamenti aerei hanno fatto cadere la maschera e rivelato il vero volto e la realtà dell’AKP... in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale del 30 Ottobre 2014. In tale occaisone il Presidente Tayyip Erdoğan aveva avanzato l’ipotesi di attacco con insulti contro il nostro leader e il Movimento, negando gli incontri di Imrali, la Dichiarazione Dolmabahçe e i preparativi per i negoziati che avevano seguito i tentativi di linciaggio indirizzati all’HDP. Ciò che accade adesso è il chiarificazione di una situazione ambigua. Quindi, valutiamo questi sviluppo come una guerra totale e particolare.
Adesso si è detto che questa guerra continuerà fino a che il PKK cesserà di esistere e la resistenza curda sarà eliminata...
Abbiamo preso parte al processo di pace con sincerità ed onestà. Un cessate il fuoco era stato annunciato in occasione del Newroz nel 2013 ma avevamo già iniziato ad agire in linea con il processo di pace successivamente all’inizio degli incontri con il leader Öcalan già da Gennaio 2013. Durante il Newroz abbiamo manifestato un’attitudine coerente e abbiamo mostrato grande attenzione nell’attenerci al cessate il fuoco in modo che la guerra in Rojava non fosse portata nel Kurdistan del Nord, nonostante il supporto fornito dalla Turchia ad ISIS, l’uccisione di migliaia di curdi nel Rojava e la morte di centinaia di giovani combattenti curdi provenienti dal Nord. In risposta l’AKP ha perseguito con persistenza una politica di minaccia e di ricatto.
E’ quindi venuto fuori che la strategia politica di temporeggiare è stata concepita allo scopo di preservare il governo e l’AKP stava per avviare un operazione contro i curdi non appena hanno vinto le elezioni del 7 Giugno mentre si aspettavano che il PKK sarebbe rimasto inattivo in questo processo. Questo piano ha scontentato a tal punto che il con la vittoria elettorale curda del 7 Giugno l’AKP ha vissuto un serio shock e tuttavia non ha rinunciato alle proprie intenzioni ed ha iniziato con le provocazioni passo dopo passo fino al realizzare il proprio proposito...

Appena sono stati sconfitti alle elezioni hanno iniziato a procedere con vari tentativi per avere una base su cui attaccare secondo il concetto di guerra totale. Sappiamo che l’AKP ha avuto un ruolo nel recente massacro a Kobane. Il massacro di Suruç è il più recente attentato commesso tramite i servizi segreti dell’AKP ed è la continuazione dell’attacco del 5 Giungo a Diyarbakir durante il comizio elettorale.

‘L’AKP VUOLE VENDETTA A CAUSA DELLA SCONFITTA SUBITA DURANTE LE ELEZIONI’...
Come avevo chiesto durante il processo di pace precedente: “Qual’ è il piano di questo stato e del governo una volta che i curdi depongano le armi? Non è stata data ancora risposta a questa domanda. Un sistema che esercita pressione e commette massacri contro curdi armati farebbe loro di tutto non appena essi restassero completamente indifesi.
L’AKP sta attualmente perseguendo politiche che hanno lo scopo di vendicarsi della sconfitta delle elezioni del 7 Giugno e della Rivoluzione del Rojava proprio come il caso di Suruç e i bombardamenti aerei... Il loro piano era sconfiggere la volontà dei curdi anche durante gli incontri di Imrali. Ed ora si stanno vendicando su Imrali dopo aver fallito nei loro propositi iniziali....

‘L’AKP FINIRA”
...Questi attacchi hanno ancora una volta smascherato l’AKP e eliminato le aspettative verso l’AKP, coda che è di maggiore importante per noi in quanto l’AKP non sarà in grado di ingannare più nessuno. Nessuno ha ancora aspettative nei confronti dell’AKP.
L’AKP sta iniziando il suo declino, annegherà nel sangue che avrà sparso. Farebbero meglio a fermare lo spargimento di sangue perchè altrimenti si concluderà molto male anche per loro... Pertanto, vorrei mettere in guardia l’AKP sul fatto che non potranno avanzare e riuscire a realizzare nulla con questo tipo di politica che li porterà soltanto in una posizione più pericolosa.

‘TUTTE LE OPERAZIONI CONTRO ISIS SONO UNA MENZOGNA’
...La guerra contro ISIS è una menzogna. L’hanno creata per coprire il massacro di Suruç e per modificare così l’agenda politica. Non esiste quella guerra. ISIS non ha mai sparato un singolo proiettile su di loro e ha rilasciato una dichiarazione a sostegno delle politiche dell’AKP, esprimendo preoccupazione per la creazione di uno stato kurdo.
Il sergente ucciso lì è stato assassinato dalla stessa Turchia. Non hanno sparato a nessun membro di ISIS. Tutte le operazioni contro ISIS sono una menzogna. Stanno colpendo i curdi e i poteri rivoluzionari-democratici facendo finta di colpire ISIS... ora l’AKP vuole fare il lavaggio del cervello all’opinione pubblica turca...
L’opinione pubblica vedrà presto se sono le relazioni dell’AKP o gli amici del leader curdo Abdullah Öcalan che stanno tentando di stabilire un’unità democratica sulla base della fratellanza e dell’amicizia tra popoli, e che guiderà la Turchia alla liberazione e alla democrazia...
Vendicarsi del massacro di Suruç significa far emancipare la Turchia dalla sua dittatura fascista stabilendo una più avanzata alleanza con il Movimento di Liberazione Kurdo e la libertà del popolo curdo... La migliore risposta all’AKP sarebbe quella di assicurare un’unità dei curdi e dei popoli turchi e formare un’unità democratica nella società della Turchia che sia basata su un senso di nazione democratica e su di un sistema che consente a tutte le identità, le culture e i popoli di condurre una vita libera insieme.

LE AMMINISTRAZIONI AUTONOME DEMOCRATICHE DOVREBBERO ESSERE
Sia il popolo curdo che i militanti della resistenza armata risponderanno agli attacchi ma è importante il terreno su cui ci si fonda. Al posto di chiedere vendetta e aspettarsi qualcosa da qualcuno la società dovrebbe stabilire le auto-amministrazioni, specialmente nelle aree in cui si sono avuti l’80-90 % dei voti. Essi dovrebbero fondare i propri meccanismi decisionali, amministrativi e assembleari...
La società dovrebbe posizionarsi in prima linea ed evitare di riporre le proprie speranze solo nella lotta della resistenza armata. Come requisito per una democrazia il popolo dovrebbe governarsi autonomamente nei distretti, villaggi e nelle città nelle aree metropolitane turche e del Kurdistan per raggiungere la democrazia.... Le auto-amministrazioni sono parte della democrazia e dovrebbero solo essere riconosciute dal parlamento e dal governo di Ankara.
C’è bisogno di intraprendere una lotta rivoluzionaria democratica che si basa sulla creazione di auto-amministrazioni democratiche. Sia la presa di posizione che l’autodifesa dovrebbero essere modelli avanzati su questa base che rivelerà il potere del popolo...

Quello che importa adesso è quale politica sarà portata avanti in Turchia, se sarà una dittatura centralizzata o una democrazia locale e se la libertà dei curdi e le identità degli altri popoli saranno riconosciute oppure tutte le identità si dovranno confrontare con una dittatura.
In questo senso c’è bisogno di un cambiamento strategico radicale che richiede discussioni e presa di coscienza... Quello che bisogna discutere infatti è la mentalità dell’AKP e la politica tradizionale turca.
La Turchia dovrebbe discutere riguardo al motivo per il quale l’Esercito turco ha dato ordine improvvisamente a 400 missioni militari esterne a mezzanotte. Cosa è successo alle relazioni amicali della Turchia con i curdi e agli sforzi di negoziazione con il PKK? La Turchia non può costringere alla resa i membri del PKK attraverso la repressione; come è stato annunciato dai media questo è parte di un concetto di guerra totale condotta contro i curdi tramite l’utilizzo delle forze militari e di polizia.
L’Esercito turco sta colpendo crudelmente ma dovrebbe anche riflettere su come farà a mantenere nelle sue fila i numerosi giovani curdi che stanno prestando servizio militare al suo interno...

Un’altra importante questione è l’avvento dei bombardamenti aerei a seguito dei quali il Primo ministro Davutoğlu ha annunciato un accordo su alcuni punti con il Presidente della Regione federale del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. Come valuta la cooperazione dell’AKP e del KDP a tal proposito?
Come forze della resistenza del PKK abbiamo difeso Shengal, Mosul, Kirkuk e Hewler pagando un costo umano di centinaia di martiri caduti e che ricordo con rispetto. Abbiamo fatto la nostra parte per senso di fratellanza verso i curdi e per patriottismo senza esitazione né aspettandoci qualcosa in cambio ma perchè abbiamo visto il governo del sud del Kurdistan in stato di necessità e di pericolo.
Il governo federale del Kurdistan del Sud e i partiti stanno passando per una prova...

Vuole aggiungere qualcosa?
Tutti dovrebbero sapere che siamo entrati in un nuovo processo politico di lotta contro un attacco totale verso il quale il Movimento curdo , il popolo e la società democratica della Turchia opporrà resistenza. I militanti e guerriglieri, gli intellettuali e i politici e la gente faranno ognuno la loro parte.

...Ciascuno deve resistere agendo con coscienza e organizzare la sua propria difesa...
E’ possibile condurre la lotta politica e sostenere la lotta del popolo entrando a far parte delle fila della resistenza nelle montagne.
...L’Esercito non può permettersi di essere usato come un mero bastone per reprimere. Se l’Esercito sta preoteggendo i confini, il PKK non ha nulla in contrario ma chiunque attacca il popolo e i militanti della resistenza sarà di conseguenza avversato e avrà una risposta...
Il popolo curdo e i militanti della resistenza hanno il diritto di reagire agli arresti. Se l’AKP proseguirà il conflitto, dovrà sapere che tutti i servitori pubblici in Kurdistan si renderanno complici degli attacchi dell’AKP e ci sarà vendetta per ogni arresto e uccisione...
Infine, rivolgo un invito alla società curda, ai suoi amici e alla società democratica della Turchia affinché si mobilitino e partecipino alla lotta per realizzare una Rivoluzione di Autonomia Democratica... L’AKP sta attaccando a causa della sua debolezza. Ha subìto una sconfitta nelle elezioni, nella sua politica nei confronti della Siria, a Kobane e ora si trova in una situazione di stallo e nell’impossibilità di agire politicamente...
L’AKP sta andando verso la fine e sarà rimpiazzato da una Turchia democratica che è l’unica alternativa possibile... Questa lotta trasformerà la Turchia nel paese più democratico del Medio Oriente e del mondo nel 2015

La KCK ha evidenziato che diversamente dalle forze della guerriglia, che hanno continuato il cessate il fuoco e agito con grande responsabilità all’interno di questo processo, lo stato turco ha violato le condizioni della tregua e non ha evitato pratiche che incitano allo scontro...
D’altra parte – recita la dichiarazione – lo stato turco ha tratto vantaggio dalla tregua, non per una soluzione politica, ma per conquistare una posizione vantaggiosa nella preparazione di una guerra...
La KCK ha anche sottolineato che il movimento di liberazione curdo non accetterà più la violazione del cessate il fuoco e manifesterà la sua posizione contro politiche che lasciano la questione curda in fase di stallo..."

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