Documento di fine campeggio NoTav
Domenica
26 luglio si è conclusa l’ultima edizione del campeggio di lotta contro
l’alta velocità, con un bilancio complessivo che non può che essere
positivo, sia per quel che riguarda la partecipazione sia sul piano
delle iniziative di lotta intraprese.
Centinaia
gli attivisti e i compagni accorsi ancora una volta da tutta Italia ed
Europa hanno riconosciuto la valsusa come meta centrale della lotta e
l’hanno popolata lasciando un segno che non può che essere apprezzato da
tanti e tante valligiane/i, portando un prezioso contributo a livello
organizzativo e pratico, non solo per la qualità e quantità delle forze
messe in campo, ma soprattutto per lo spirito di condivisione della
lotta.
Numerose le iniziative messe
in campo durante quest’estate, a partire dalla manifestazione popolare
del 28 giugno che ha sfidato i divieti e l’apparato a difesa del
cantiere, passando al mese di luglio con la carovana No Tav francese che
si è conclusa a Chiomonte la notte dell’11 luglio in una nube di
lacrimogeni, per poi arrivare ai 10 giorni di campeggio, occasione di
confronto politico e non solo di iniziative determinate.
Oltre
alla passeggiata notturna di venerdì 24 luglio in cui il movimento
preparato e determinato è riuscito a fronteggiare l’arroganza della
polizia a difesa del cantiere devastatore, il territorio è stato
attraversato da volantinaggi ai mercati, contestazioni ad albergatori e
ristoratori che ospitano e guadagnano sulla connivenza con chi devasta e
specula in valsusa, blocchi ai cancelli del cantiere, battiture alle
reti, sabotaggi nei confronti degli operai che senza alcuna dignità per
la nostra terra si prestano alla realizzazione dell’opera, non che cene e
pranzi in Clarea, a Chiomonte e negli altri luoghi simbolo del
movimento, dibattiti, assemblee, concerti..
Come dicevamo poco sopra, il campeggio è stato luogo di intenso confronto politico.
A
partire dalla Carovana del Rojava e i suoi racconti su Kobane e il
recente massacro di Suruc, si è discusso della complessa situazione
della Grecia, dei lavami tra le lotte in valle e a difesa del territorio
con quelle della metropoli, sulle conseguenze dello “Sblocca Italia” e
delle altre politiche renziane che vorrebbero mettere a profitto i
nostri territori, snaturandoli, soprattutto nel sud del paese. Ci siamo
confrontati con altri No Tav, quelli di Brescia e del Terzo Valico,
cercando di immaginarci un futuro di lotte da condurre sempre più con
obiettivi comuni e con la volontà di legarci maggiormente al territorio,
alle sue contraddizioni politico e sociali.
Sicuramente
registriamo anche dei limiti in quest’estate di lotta che discuteremo
innanzitutto nelle nostre assemblee e coordinamenti, consapevoli di
quanto la fase che attraversiamo, per tutti i movimenti e non solo il
nostro, sia difficile.
In questi anni
abbiamo dovuto maturare e rafforzarci, riuscire a resistere
all’offensiva giudiziaria e confrontarci su un piano, se così dobbiamo
definirlo, più pratico e strategico durante le iniziative al cantiere,
poiché la controparte ci vorrebbe materialmente impedire
l’attraversamento dei luoghi storici della nostra lotta e per far questo
è disposta praticamente a tutto.
L’avversario
contro cui combattiamo oggi è politicamente e militarmente più attento e
preparato, ma nonostante questo non è ancora in grado di vincere e,
possiamo dirlo, questo è merito nostro.
Ciò
che ci attende è un periodo di confronto, per prepararci alla fase che
ci attende e trovarci compatti e preparati agli scenari di lotta futura.
Niente
deleghe o pessimismi, ma la consapevolezza che la Resistenza si fa un
passo alla volta e che il cammino fin qui intrapreso è stato lungo e
proficuo.
Avanti No Tav, resisteremo sempre un metro ed un minuto più di loro!
A breve nuove ed interessanti novità…
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