Con un'altra scusa, questa volta ciò che è successo all'aeroporto di Fiumicino, dopo quella dell'assemblea dei lavoratori di Pompei che ha portato alla chiusura dei cancelli del sito archeologico per un paio d'ore e quella dello sciopero di 24 ore dei lavoratori dell'Alitalia a rischio posto di lavoro, di qualche giorno fa, il ministro Delrio torna a parlare di regolare gli scioperi nei sevizi pubblici, come riporta la Repubbllica di oggi.
Che
si tratta di scuse colte al volo lo si vede per esempio in questo
ultimo episodio di Fiumicino, un aeroporto di livello internazionale
totalmente nel caos, in cui né lo sciopero né i lavoratori
c'entrano assolutamente niente, mentre c'entrano eccome, i
padroni dell'aeorporto e delle compagnie aeree che risparmiano sui
costi non spendendo mai in serivizi infrastrutture!
Ma a Delrio interessa appunto la scusa: “i sindacati devono accettare regole nuove per gli scioperi nei servizi pubblici”, attaccando qua e là i lavoratori che “approfittano” del posto pubblico, “dimenticando” che il suo governo ha già approvato il Jobs Act, la legge sulla scuola e si appresta ad approvare quella sulla pubblica amministrazione. E ancora: “Io credo che la politica debba rimettere al centro della discussione i diritti dei cittadini [attenzione: i lavoratori per Delrio non sono cittadini, infatti aggiunge subito], ovvero dei passeggeri.” E torna sulle frasi che ormai circolano in questi giorni tra “professori ed “esperti” del governo: “Con i sindacati dobbiamo sederci attorno a un tavolo e riuscire a far atterrare la legge sulla rappresentanza sindacale su questo terreno.”
La falsità del pretesto è saltata agli occhi ancor di più nel caso dei lavoratori di Pompei visto che là si trattava addirittura di assemblea di cui era, e per forza, a conoscenza la direzione, e non di sciopero. Quindi che c'entra attaccare il diritto di sciopero? Ma appunto, come si vede, è proprio il diritto di sciopero il problema, un altro di quei diritti conquistati con durissime lotte, che il governo vorrebbe abolire.
Nel
caso di Pompei perfino il sindacalista della Cisl, rsu del sito, che
ha organizzato l'assemblea ha avuto una buona occasione per prendere
in giro Renzi e il suo ministro Franceschini che ha parlato di “danno
incalcolabile”, elencando i “numeri” per smentire le
chiacchiere: “venerdì, giorno dell’assemblea delle polemiche,
gli scavi sono stati visitati da 14.448 persone contro le 11.791 del
giorno precedente. Di conseguenza l’incasso ha superato quota
145mila euro, il 23,3% in più rispetto alla vigilia”. Questo
sindacalista è stato espulso dalla Cisl! Perché, come
dichiarato dal segretario generale della funzione pubblica «in
pieno contrasto con la linea cislina»! Oramai anche fare una
assemblea sul posto di lavoro per la Cisl è in pieno contrasto con
la sua linea!
Certo
dopo che Renzi aveva detto «mi viene una rabbia incontenibile quando
vedo le scene di ieri a Pompei» il sindacato governativo Cisl,
diretto dalla Furlan, doveva immediatamente rispondere!
Renzi,
che procede dunque con i modi che caratterizzano questo governo, di
cui Delrio è pure degno rappresentante, e cioè con la bugia detta
con arroganza, la menzogna che si trasforma sempre in minaccia con la
sicumera di chi pensa di non poter essere smentito, ha aggiunto anche
qualche altra frase contro i sindacati, di tipo fascista: “Bisogna
salvare i sindacati da se stessi”...
Tutti
insieme questi episodi fanno parte di una strategia che serve al
governo a creare un terreno favorevole affinché alla ripresa delle
attività, a settembre, possa far passare anche una legge molto più
restrittiva sul diritto di sciopero...
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