(da Osservatorio repressione) - La notte del 21 luglio 2001 attorno alle 23.30, il primo reparto
mobile di Roma, in tenuta antisommossa, comandato da Vincenzo Canterini,
fa irruzione nelle scuole Diaz e Pascoli, (la prima utilizzata dai
manifestanti come dormitorio, la seconda come centro stampa), per
effettuare una perquisizione ai sensi dell’articolo 21 del testo unico
delle leggi di pubblica sicurezza.
La perquisizione si conclude con 93 arresti e 82 feriti, di cui tre prognosi riservate.
La perquisizione si conclude con 93 arresti e 82 feriti, di cui tre prognosi riservate.
Degli 82 feriti, 63 vengono condotti in ospedale, e i rimanenti 19 vengono portati direttamente nella caserma di Bolzaneto.
Tutti le persone ospitate all’interno della scuola vengono tratte in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov.
Tutti le persone ospitate all’interno della scuola vengono tratte in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov.
Da subito e nei giorni successivi, alti funzionari di polizia e il ministro degli Interni dichiarano che:
– le pattuglie poi entrate nelle scuole furono aggredite dal lancio di oggetti e da una sassaiola;
– le ferite e le contusioni riportate dai manifestanti arrestati erano pregresse;
– all’atto dell’irruzione l’agente Nucera era stato colpito da una coltellata da parte di un non identificato aggressore;
– all’interno della scuola Diaz erano state sequestrate “armi, oggetti da offesa ed altro materiale che ricollegavano il gruppo dei giovani in questione ai disordini e alle violenze scatenate dai Black Block”, ed in particolare erano state ritrovate due bottiglie Molotov.
– le pattuglie poi entrate nelle scuole furono aggredite dal lancio di oggetti e da una sassaiola;
– le ferite e le contusioni riportate dai manifestanti arrestati erano pregresse;
– all’atto dell’irruzione l’agente Nucera era stato colpito da una coltellata da parte di un non identificato aggressore;
– all’interno della scuola Diaz erano state sequestrate “armi, oggetti da offesa ed altro materiale che ricollegavano il gruppo dei giovani in questione ai disordini e alle violenze scatenate dai Black Block”, ed in particolare erano state ritrovate due bottiglie Molotov.
Riguardo al lancio di oggetti e alla sassaiola: da subito le
affermazioni dei funzionari di polizia, tra cui Francesco Gratteri, non
trovano riscontro nelle dichiarazioni rilasciate da Di Bernardini (che
dirigeva la Squadra Mobile di Roma) durante gli interrogatori effettuati
dal PM Enrico Zucca nei giorni successivi; nemmeno i poliziotti e i
funzionari che hanno descritto la sassaiola nelle loro relazioni, ne
sanno qualcosa: ai magistrati si sono limitati a dire che l’avevano
scritto perché qualcuno, non si sa chi, glielo aveva detto. Spartaco
Mortola, il numero uno della Digos di Genova, ha negato l’evidenza dei
filmati girati dalla scuola Pascoli (l’edificio antistante alla scuola
Diaz/Pertini) al momento dell’irruzione. In una nota inviata al capo
della Polizia il 05 agosto 2001 Mortola ha dichiarato che “poiché
l’immagine è concentrata soprattutto sul portone d’ingresso ed a causa
dell’oscurità, non si nota apparentemente il lancio di oggetti
contundenti, dai piani superiori all’indirizzo delle forze dell’ordine,
anche se lo scrivente conferma, anche in questa sede, che il lancio di
oggetti ci fu”.
Per quanto riguarda le ferite riportate dai manifestanti, dai
certificati medici di ricovero risulta che durante l’irruzione delle
forze di polizia nella scuola Diaz/Pertini sono state ferite 82 persone,
tre delle quali in modo molto grave. Il 4 settembre 2001 Vincenzo
Canterini, comandante del VII nucleo sperimentale antisommossa del I
Reparto Mobile di Roma, ha dichiarato al comitato parlamentare
d’indagine che nella scuola Diaz/Pertini “vi sono state persone che,
entrando, hanno visto lanciarsi contro delle sedie e quindi hanno
reagito”. Uno degli uomini di Canterini, invece, descrive pestaggi
immotivati, compiuti in assenza di reazione. Nella relazione di servizio
consegnata al questore Colucci il 22 luglio 2001, il vice
sovrintendente della Polizia di Stato Vincenzo Compagnone ha dichiarato
che nella scuola “notavo operatori ed altri accanirsi e picchiare come
belve dei ragazzi, uno di questi era a terra in una pozza di sangue e
non dava segni di vita”.
Per quanto riguarda la presunta aggressione subita dall’agente
Nucera, la versione dei fatti sostenuta dalle forze di polizia, e il
racconto dello stesso Nucera, sono stati smentiti dai Carabinieri del
RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Parma in due perizie in cui
è dichiarato che le lacerazioni su giubbotto e corpetto sono
incompatibili con l’aggressione denunciata.
Per quanto riguarda le armi e gli oggetti da difesa: il bottino
recuperato dalle forze dell’ordine era fatto di coltellini svizzeri,
macchine fotografiche, libri, fazzoletti di carta, assorbenti interni,
maschere antigas e un piccone; successivamente si venne a sapere che il
piccone era stato raccolto dal cantiere aperto presente all’interno
della scuola.
Per quanto riguarda le bottiglie Molotov: nel verbale di
perquisizione corredato da tredici firme di alti funzionari della
polizia di Stato, si descrive il ritrovamento di due bottiglie molotov,
ma le indagini successive hanno rivelato una verità differente. Il
Vicequestore aggiunto Pasquale Guaglione, infatti, ha dichiarato ai PM
genovesi Enrico Zucca e Francesco Pinto che quelle bottiglie sono state
in realtà ritrovate da lui in un cespuglio sul lungomare di Corso Italia
nel pomeriggio del giorno precedente.
Il 12 maggio 2003 il GIP Anna Ivaldi dispone l’archiviazione delle
indagini contro i manifestanti per il reato di resistenza, con
un’ordinanza di archiviazione in cui si afferma che “non può affermarsi,
neppure con un minimo grado di certezza, che coloro che si trovavano
nella Diaz e che vennero poi arrestati abbiano lanciato oggetti sulle
forze di polizia”… Deve poi escludersi essi abbiano posto in essere atti
di resistenza nei confronti del personale di polizia, una volta che
questo riuscì ad accedere all’interno della Diaz”…
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