lunedì 20 luglio 2015
COMUNICATO
La
necessaria azione contro il decreto del governo e contro i commissari
Ilva da parte della Magistratura chiama
gli operai a prendere una posizione autonoma, non
a difesa dell'azienda, commissari e governo, ma di lotta per la
sicurezza, salute e lavoro, contro azienda, commissari e governo,
come contro l'azione complice dei sindacati confederali.
E'
chiaro che i lavoratori che sono comandati dall'azienda ad operare
all'Afo2 non possono essere oggetto di alcuna azione della
Magistratura.
Ma
gli operai non possono fare gli "innocenti" senza opporsi
collettivamente e lottare e loro
rifiutarsi di continuare a lavorare a rischio della propria vita -
rifiuto perfettamente legittimo, garantito dal TU 81/08.
Gli
operai sono soli. Non
c'è alcuna differenza tra la posizione dei sindacati confederali e
quella del governo Renzi e della direzione aziendale, tutti uniti in
un unico fronte e preoccupati solo dei problemi produttivi ed
economici dell'Ilva, non dei lavoratori che lavorano a rischio e
senza certezza del loro futuro.
L'8°
decreto è la «porcata»
di cui parlano in intercettazioni dirigenti del dicastero
dell’Ambiente
Questo
governo, questo Stato, questo parlamento, compresi i parlamentari
jonici, intendono per “rilevanza strategica”: rilevanza per il
profitto della classe padronale, rilevanza per il posto dell'economia
italiana capitalista sul mercato internazionale, rilevanza per il
peso dell'imperialismo italiano... In
tutto questo, la vita degli operai NON HA RILEVANZA!
Il
fatto semplice che le fabbriche, l'Ilva, vanno avanti con il lavoro
degli operai viene cancellato – e gli operai appaiono nudi e crudi
come forza-lavoro (muscoli, ossa, nervi, mani, testa...) da sfruttare
fin quando non si consumano, o muoiono.
Ma
l'altra realtà è che con gli 8 decreti per l'Ilva dei governi, si
sta semplicemente prolungando un'agonia della fabbrica, senza
risolvere alcuno dei problemi reali.
Parafrasando
un vecchio film si potrebbe dire per l'Ilva“Dead
factory walking”. Questa
morte la stanno accompagnando i governi che prima non hanno imposto
ai Riva risanamenti, fondi necessari, e ora con Renzi e i suoi
commissari fanno anche di peggio, uniscono interventi dittatoriali a
improvvisazione, sprovvedutezza, irresponsabilità, con cui lasciano
andare una grande fabbrica e 12 mila operai alla deriva, senza voler
procedere ad un effettivo risanamento, senza una meta, perdendo
commesse.
Questa
morte l'hanno prodotta negli anni i sindacati confederali che
sapevano e sottoscrivevano accordi con Riva, e ancor prima con
l'Italsider di Stato, conquistandosi posizioni di forte privilegio,
parassitismo (soprattutto con la fabbrica pubblica); questa morte la
stanno accompagnando ora, plaudendo ad ogni decreto salva Ilva, fino
a quest'ultimo.
Ma
questa “morte della fabbrica”, loro malgrado, la stanno per ora
accompagnando nel silenzio anche gli operai, concedendo troppa
tranquillità all'azienda.
Così
pensano di salvaguardare il posto di lavoro, ma si sbagliano! Non c'è
nulla che può difendere lavoro e imporre il risanamento degli
impianti e le bonifiche ambientali, se non una lotta dura, prolungata
degli operai, che usi tutti i mezzi della guerra di classe.
Slai
cobas per il sindacato di classe
Contestato questa mattina il tavolo istituzionale dallo Slai cobas per il sindacato di classe
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