In contemporanea con l’adunata di questa gentaglia ha luogo, sulla vicinissima e centralissima piazza Corvetto, una manifestazione antifascista, che viene funestata da violentissime cariche delle “forze dell’ordine”.
Nell’intento, purtroppo riuscito, di difendere venti pagliacci in camicia nera, le divise blu organizzano una caccia all’uomo di inaudita ferocia, che sfocia tra l’altro nel pestaggio del giornalista Stefano Origone del quotidiano la Repubblica.
Questa “brillante operazione” repressiva successivamente porta alla denuncia di cinquanta
partecipanti per diversi reati: resistenza e violenza a pubblico ufficiale, travisamento, lancio pericoloso di oggetti.
Nel giorno dell’anniversario il collettivo Genova Antifascista organizza un presidio per ricordare gli avvenimenti e «rivendicare con forza gli ideali che ci avevano riuniti lo scorso anno in quella piazza».
L’appuntamento è per le ore 18:00 sui luoghi della mattanza: qui si riuniscono alcune centinaia di partecipanti, “armati” di volantini da distribuire ai passanti recanti le motivazioni dell’iniziativa, e di alcuni striscioni.
Si passa dal “A Corvetto c’eravamo tutti: 23 maggio tutti i giorni” al “La peggior pandemia è la polizia. Al fianco dei compagni arrestati. Per la libertà per l’anarchia”, passando per “L’unica sicurezza è la libertà. Fuori tutti da galere e Cpr”.
Il momento culminante si ha quando chi sostiene il drappo “Genova Antifascista” si sposta al centro della piazza ed accende alcuni fumogeni di colore arancione, dando inizio ad un carosello di macchine e moto.
Tutti questi mezzi, che sono rigorosamente addobbati cone le bandiere rossonere del gruppo, suonano i clacson intonando il coro «Genova è solo antifascista»: al termine, poi, di questa dimostrazione la manifestazione si scioglie.
Bosio (Al), 24 maggio 2020
Stefano GHio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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