il governo di Tripoli chiede aiuto all'Italia per rimuovere le mine di Haftar
Tripoli, 30 mag 17:02 - (Agenzia Nova) - Il governo
di Tripoli chiede all'Italia di fornire assistenza nella rimozione delle
trappole esplosive piazzate dalle forze alleate al generale Khalifa
Haftar durante le ultime ritirate dal fronte. E' questo uno dei temi
principali del colloquio telefonico avvenuto oggi tra il presidente del
Consiglio dell’Italia, Giuseppe Conte, e il premier del Governo di
accordo nazionale (Gna) libico, Fayez al Sarraj. A darne notizia è il
Consiglio presidenziale della Libia, l’organo esecutivo riconosciuto
dalle Nazioni Unite con sede a Tripoli. Al centro dei colloqui,
riferisce il Consiglio presidenziale su Facebook, gli ultimi sviluppi in
Libia e le relazioni bilaterali tra i due paesi amici.
le parole ipocrite di Conte, non celano i fatti in corso e venuti in luce anche nella vicenda Silia Romano
...secondo
quanto riferito dalle autorità libiche, Conte “ha espresso la preoccupazione
del suo Paese per il continuo invio di armi in Libia ad opera di attori
esterni, considerando questo sviluppo come un'escalation che
contribuisce ad alimentare il conflitto, che prolunga le sofferenze del
popolo libico e che costituisce una minaccia per i vicini della Libia e
per la sicurezza europea”. Il presidente del Consiglio, prosegue la nota
diffusa da Tripoli, “ha sottolineato la necessità di tornare sulla
strada politica in conformità con le risoluzioni del Consiglio di
sicurezza e i risultati della conferenza di Berlino”. Conte ha affermato
che “il futuro della Libia dovrebbe essere deciso dai libici e non
dall’esterno”, aggiunge la nota del Consiglio presidenziale. Il premier
italiano ha sottolineato anche “l'importanza di accelerare la nomina di
un nuovo inviato Onu in Libia” e “la necessità di riprendere la
produzione di petrolio libica, che rappresenta la ricchezza di tutti i
libici e la loro principale fonte di reddito".
Da parte sua, Sarraj ha detto che il suo governo vuole “raggiungere una soluzione politica” ma solo “una volta sconfitto l'aggressore”, ovvero il generale Khalifa Haftar. “Il flusso di armi in favore dell’aggressore non si è mai fermato, anzi è aumentato di recente”. Il premier libico ha denunciato che le “milizie aggressori” hanno piazzato “trappole esplosive e mine nelle aree residenziali dalle quali sono state espulse, uccidendo alcuni civili rientrati nelle loro case”. A tal proposito, Sarraj ha ufficialmente richiesto “l'assistenza dell'Italia per il rilevamento e la rimozione di queste mine”. Le due parti hanno altresì parlato della missione europea “Irini” per attuare l'embargo sulle armi in Libia. La nota del Consiglio presidenziale riferisce che Conte ha sottolineato che l’operazione a guida italiana è “neutrale” e “imparziale”, mentre Sarraj ha rinnovato la posizione del suo governo “secondo cui la missione, per essere efficace, dovrebbe essere integrata” per bloccare le armi non solo via nave, ma anche via terra e via aerea. Spazio anche alla questione delle migrazioni illegali e dello sviluppo di meccanismi di coordinamento su quest'ultimo tema: “In tale contesto, il Presidente ha chiesto di fornire un sostegno reale alla Guardia costiera libica affinché continui nel suo ruolo efficace nel salvare i migranti”, conclude la nota.
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