Torino, proposta choc: niente borse di studio agli studenti che hanno commesso reati
L'idea del presidente dell'ente diritto allo studio Sciretti della Lega.
Togliere
la borsa di studio per frequentare gli atenei a chi ha commesso reati.
Questa la proposta choc avanzata oggi dal presidente dell'Edisu, l'ente
per il diritto allo studio, Alessandro Sciretti. Nel nuovo regolamento
che contiene i criteri per l'assegnazione dei sussidi del prossimo anno
la giunta Cirio e il presidente dell'ente vorrebbero mettere una nuova
clausola che prevede “la revoca delle borse di studio e dei benefici
erogati da Edisu Piemonte di Diritto allo Studio per gli studenti che
abbiano commesso reati o diverse violazioni che vadano contro i principi
dell’ente all’interno degli atenei”.
È la messa in pratica di un proposito che Sciretti, con il supporto della Lega e di Fratelli d'Italia, aveva già annunciato all'indomani degli scontri e dell'arresto di tre studenti che partecipavano a un presidio contro la presenza del Fuan, organizzazione universitaria di destra, durante un convegno organizzato dall'Anpi al Campus Luigi Einaudi per riflettere sulle Foibe e il giorno del Ricordo. “Sarà
mia cura accertarmi che tra i violenti non vi siano beneficiari di borse di studio Edisu Piemonte” aveva promesso Sciretti. Ora cerca di passare dalle parole ai fatti, scatenando però le proteste delle organizzazioni studentesche: “Vista l'emergenza Coronavirus abbiamo chiesto l'abolizione dei criteri di merito (CFU) per l’accesso alla borsa di studio, un sussidio per gli affitti, connessioni stabili e device adatti per sostenere gli esami e una vita dignitosa in residenza. A tutto ciò ancora non abbiamo ricevuto risposta, ma Sciretti e l’assessora Chiorino avanzano una proposta inaccettabile come quella della revoca delle borse di studio” attaccano da Studenti Indipendenti che la maggioranza dei rappresentanti nell'assemblea regionale per il diritto allo studio. “Ribadiamo che per noi questo atto è utilizzato allo scopo di negare il diritto allo studio agli studenti che hanno legittimamente espresso il proprio dissenso alla presenza di fascisti dentro l'università” spiegano i SI.
La fattibilità tecnica della proposta è ancora da chiarire, tanto che anche gli uffici Edisu non hanno ancora dato un parere sul tema e difficilmente potrebbe essere retroattiva. Comunque non è detto che nel Cda dell'ente Sciretti abbia i numeri per approvarla. Se anche gli atenei dovessero opporsi il provvedimento sarebbe cassato, ma anche il Collettivo universitario autonomo, di cui faceva parte il borsista arrestato e poi rilasciato a febbraio è durissimo: “È veramente surreale che durante l'emergenza sanitaria che è in atto l'ente che dovrebbe occuparsi del diritto allo studio veda come sua priorità richiedere indietro dei soldi a una dei tre studenti, vincitrice del bando – scrivono in un comunicato - Il signor Sciretti ha deciso di ignorare completamente la popolazione che vive veramente quei luoghi del sapere perché li attraversa quotidianamente e ha condannato i fatti, chiedendo la revoca di una borsa di studio. Questo ricatto è una patetica provocazione che non intendiamo accettare a testa bassa.Le borse di studio vanno assegnate a tutte e tutti coloro che ne hanno bisogno, senza requisiti di merito e senza il controllo della fedina penale”.
È la messa in pratica di un proposito che Sciretti, con il supporto della Lega e di Fratelli d'Italia, aveva già annunciato all'indomani degli scontri e dell'arresto di tre studenti che partecipavano a un presidio contro la presenza del Fuan, organizzazione universitaria di destra, durante un convegno organizzato dall'Anpi al Campus Luigi Einaudi per riflettere sulle Foibe e il giorno del Ricordo. “Sarà
mia cura accertarmi che tra i violenti non vi siano beneficiari di borse di studio Edisu Piemonte” aveva promesso Sciretti. Ora cerca di passare dalle parole ai fatti, scatenando però le proteste delle organizzazioni studentesche: “Vista l'emergenza Coronavirus abbiamo chiesto l'abolizione dei criteri di merito (CFU) per l’accesso alla borsa di studio, un sussidio per gli affitti, connessioni stabili e device adatti per sostenere gli esami e una vita dignitosa in residenza. A tutto ciò ancora non abbiamo ricevuto risposta, ma Sciretti e l’assessora Chiorino avanzano una proposta inaccettabile come quella della revoca delle borse di studio” attaccano da Studenti Indipendenti che la maggioranza dei rappresentanti nell'assemblea regionale per il diritto allo studio. “Ribadiamo che per noi questo atto è utilizzato allo scopo di negare il diritto allo studio agli studenti che hanno legittimamente espresso il proprio dissenso alla presenza di fascisti dentro l'università” spiegano i SI.
La fattibilità tecnica della proposta è ancora da chiarire, tanto che anche gli uffici Edisu non hanno ancora dato un parere sul tema e difficilmente potrebbe essere retroattiva. Comunque non è detto che nel Cda dell'ente Sciretti abbia i numeri per approvarla. Se anche gli atenei dovessero opporsi il provvedimento sarebbe cassato, ma anche il Collettivo universitario autonomo, di cui faceva parte il borsista arrestato e poi rilasciato a febbraio è durissimo: “È veramente surreale che durante l'emergenza sanitaria che è in atto l'ente che dovrebbe occuparsi del diritto allo studio veda come sua priorità richiedere indietro dei soldi a una dei tre studenti, vincitrice del bando – scrivono in un comunicato - Il signor Sciretti ha deciso di ignorare completamente la popolazione che vive veramente quei luoghi del sapere perché li attraversa quotidianamente e ha condannato i fatti, chiedendo la revoca di una borsa di studio. Questo ricatto è una patetica provocazione che non intendiamo accettare a testa bassa.Le borse di studio vanno assegnate a tutte e tutti coloro che ne hanno bisogno, senza requisiti di merito e senza il controllo della fedina penale”.
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