Sono
diverse le città italiane che si sono mobilitate oggi per il diritto
alla residenza e all’iscrizione all’anagrafe, nella giornata
d’iniziativa comune lanciata nel corso dell’ultima assemblea
nazionale di #Indivisibili. Oltre alla Legge Salvini, che prevede il
divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, la
mobilitazione ha preso di mira anche il famigerato art. 5 del Piano
casa di Renzi e Lupi, emanato nel 2014.
A
Roma
movimenti per il diritto all’abitare e associazioni antirazziste
hanno manifestato a Bocca della Verità.
A
Padova
attivisti/e della rete cittadina contro il razzismo e per
l’inclusione sociale hanno incontrato il Sindaco Sergio Giordani al
quale esposto il problema dell'esclusione sociale di quanti già
dimorano abitualmente nei nostri territori. In seguito all’incontro
si è svolto un presidio davanti all’Ufficio Anagrafe.
Anche
a Vicenza
i manifestanti hanno presidiato di fronte all’Ufficio Anagrafe.
Sempre
di fronte agli uffici dell'Anagrafe, a Trento
è stato allestito un gazebo solidale.
A
Macerata
si
è svolto un presidio di fronte alla sede del Comune, con la presenza
di numerosi richiedenti asilo. Nonostante l'azione fosse
esclusivamente di carattere comunicativo e simbolico, diverse
pattuglie di polizia e carabinieri sono accorse sul posto, procedendo
all'identificazione dei manifestanti, che si sono opposti al
tentativo di sequestro dello striscione.
Iniziativa
davanti al comune anche ad Ancona,
con lo striscione esposto sulla facciata del Municipio.
A
Fano
è stato esposto lo striscione «Residenza per tutti!» davanti agli
uffici comunali. In tutte le città marchigiane mobilitate è stato
richiesto alle Amministrazioni Comunali di non applicare la Legge
Salvini, sulla base della corretta interpretazione normativa, già
adottata da alcuni comuni, fra i quali quello di Jesi.
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