giovedì 28 febbraio 2019

pc 28 febbraio - Il ministro della difesa italiano in Niger conferma la missione militare antimmigrati



L’incontro con il suo omologo alla Difesa, il ministro Kalia Moutari, con il presidente della Repubblica Mahamodou Issoufou, ma soprattutto con i militari italiani della missione Misin: 106 uomini che hanno da poco concluso la prima parte di addestramento e di formazione delle forze armate nigerine. . dice il Ministro
«Siamo lì per la formazione e l’addestramento delle forze armate, affinché possano controllare i traffici locali, soprattutto i traffici di esseri umani. C’è un altro Mediterraneo, purtroppo, ed è il deserto del Sahara. I migranti seguono questa rotta attraversando il Niger e chi ce la fa arriva in Libia, prima di imbarcarsi verso le nostre coste. Siamo qui per evitare che questo accada».
Il Niger, come la Libia, lamentano con il blocco delle partenze degli immigrati, la mancanza di guadagni - dimostrando che i veri scafisti e trafficanti sono i governi sostenuti militarmente
dall'imperialismo italiano e francese
Trenta dice ' parliamo di Paesi in estrema difficoltà che non si possono mettere sullo stesso piano. In queste aree la comunità globale deve lavorare in sintonia sulla scia delle richieste avanzate dalle autorità locali' Le ingerenze non hanno mai aiutato, anzi, peggiorano solo le cose».
dice il ministro in Niger, ma anche il Mali e la Somalia, «La lotta al terrorismo resta una priorità, in Africa come in Medio Oriente. In questo senso, siamo impegnati in ambito Nato in diversi teatri».
Cosa sta intanto succedendo in Libia? Il successo militare nei territori del sud del generale Khalifa Haftar finirà con l’agevolare gli interessi francesi per cui l’Italia - dice Trenta - sta fornendo un sostegno alla popolazione attraverso un ospedale da campo a Misurata, allo stesso tempo riteniamo che sia importante dialogare con tutti gli attori rappresentativi - quindi Haftar -  e, soprattutto, che il processo di pacificazione sia intralibico ed inclusivo».
 A fronte della intensificazione della guerra in Libia e dell'intervento imperialista è scontato prevedere una nuova ondata di migranti , con il miglioramento del tempo.
Dice Trenta«Il rischio c’è, per questo occorre fare in modo che l’Operazione Sophia resti in vita e a guida italiana, come ha di recente valutato non un politico, ma un tecnico di altissimo spessore quale il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Girardelli. Le do un dato: negli ultimi 7 mesi solo 106 migranti sono stati soccorsi da Sophia, mentre ben 13mila dalle autorità libiche, proprio grazie alla formazione fatta dall’Operazione. Senza questa missione li avremmo avuti sulle nostre coste e, in un certo senso, seppur in forme diverse, è quello che stiamo facendo in Niger: formare le Forze armate locali per fare in modo che sappiano controllare autonomamente il proprio territorio, che è quattro volte più vasto dell’Italia».

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