mercoledì 27 febbraio 2019

pc 27 febbraio - Fincantieri: Ricavi record e 108 milioni di profitti, l’azienda naviga in un mare di numeri positivi… gli operai no


Sono ancora circa 8 mila gli operai Fincantieri ai quali si aggiungono quotidianamente altre migliaia delle ditte esterne, ma tra tutte queste cifre scintillanti sembrano sparire.
La Fincantieri, infatti, snocciola di dati dell’ultimo rapporto:
Oltre 5 miliardi di ricavi
108 milioni di profitto netto
Oltre 8 miliardi di ordini per un carico di lavoro complessivo
per 116 nuove navi da costruire e 34 miliardi
non sono tutte le aziende che possono vantare questi numeri, “Ricavi record e carico di lavoro a 34 miliardi” titola appunto un articolo del Sole24 Ore di ieri, tanto che si è dispiegato “…un cordone di protezione assolutamente trasversale attorno all’ad, Giuseppe Bono, che continua a incassare endorsement dal mondo politico, imprenditoriale e sindacale.” Attorno alla nomina del nuovo
amministratore delegato che dovrebbe sostituire Bono, 75 anni, si è scatenata la guerra tra i partiti del governo (come per le poltrone di altri enti, del resto), mentre in tanti, a cominciare da Salvini, “Che giovedì sarà anche a Monfalcone per la presentazione della “Costa Venezia”, al sindaco di Venezia, vorrebbero confermare Bono, visto appunto anche i risultati. Ma a quanto sembra il M5S non gradisce “come vota Bono”. La partita quindi è aperta.
Facendo parlare i numeri, dice il quotidiano, Bono ha voluto lanciare un messaggio. “Il messaggio in controluce è inequivocabile: Fincantieri sta attraversando una fase di fortissima espansione e ha una struttura complessa che richiede una guida credibile e sicura. In assenza della quale, certi obiettivi potrebbero essere a serio rischio.”
Questi “obbiettivi”, visto il modo in cui sono stati fatti i profitti, vanno contro gli interessi degli operai che, come sempre, tra tutti questi numeri affogano e spariscono dalla scena: gli operai, proprio quelli che producono, che costruiscono, trasformano e riparano le navi, continuano, invece, a lavorare in una condizione che si è degradata negli anni, e che continua a peggiorare, sia dal punto di vista del salario che da quello dei diritti in generale e delle condizioni di sicurezza sul lavoro. Nei cantieri, dove lavora una quantità enorme di operai delle ditte esterne, bisogna correre per consegnare le navi in tempo agli armatori. Ogni tanto ci scappa il morto e allora qualche inchiesta alza un po’ il velo…
Contro il degrado della condizione operaia è necessaria una lotta che mette insieme innanzi tutti gli operai di tutti gli stabilimenti, una lotta comune per una ripartizione più giusta del carico di lavoro tra gli stabilimenti, per ricominciare a parlare di salario, orario di lavoro, sicurezza…

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