lunedì 25 febbraio 2019

pc 25 febbraio - Formazione Operaia - cresce il livello dei partecipanti ai gruppi di formazione - un nuovo intervento


Riflessioni sul primo capitolo de “Le Lotte di classe in Francia”

Nell’introduzione Engels spiega come Marx abbia applicato il metodo materialista ad un periodo storico, da cui si evince, tra le altre cose, un collegamento tra le classi sociali e le frazioni di esse con i partiti politici esistenti a cui le classi stesse fanno riferimento. Quando gli esponenti dei partiti al potere e all’opposizione esprimono posizioni o espletano atti, lo fanno in accordo agli interessi della propria classe di appartenenza. Salvini e Di Maio, gli esponenti della finta opposizione PD-Forza Italia confermano tutto cio’ fazioni diverse della borghesia grande, media e piccola che hanno dissidi “interni alla classe di appartenenza” ma che in certe occasioni trovano l’unità su certe questioni generali essendo tutti figli della borghesia (vedi la questione del processo a Salvini sul caso Diciotti).
Un altro punto sollevato nello scritto è il legame tra gli eventi economici e più in particolare la crisi economica e i fatti politici, Marx combatte il meccanicismo di alcuni rivoluzionari che pensano che a crisi economica corrisponda un avanzamento rivoluzionario, nel testo via via si analizza come il proletariato partecipando alla lotta di classe fa esperienza, un’esperienza che porta alla sconfitta del 1848 passando per alcuni errori come quello di reclamare il lavoro ed un ministero di esso diretto dai rappresentanti del proletariato (Blanqui in particolare) l’infantilismo della classe illuse il proletariato stesso di poter avanzare nelle conquiste rivoluzionarie in un quadro della repubblica borghese, obietta Marx che il “lavoro” è il lavoro salariato nel sistema capitalistico e che a Blanqui venne affidata una commissione sul “lavoro” fisicamente e oggettivamente lontana dal governo (nel palazzo del Lussemborgo) su cui si faceva teoria mentre nella sede del governo “si batteva moneta” realmente.
La commissione del lavoro di Louis Blanc significo’ l’esclusione del proletariato dalla gestione del potere.
Il proletariato ha l’obiettivo invece di appropriarsi dei mezzi di produzione, di modificarne i rapporti (abolizione del lavoro salariato e del capitale) e di appropriarsi anche dei mezzi di distribuzione (sussidi statali, tassazione progressiva, assistenzialismo in generale) per abolirli.
Nella fase politica attuale in Italia, alcune frange del movimento sono ambigue verso il governo Lega-M5S guardando per esempio con compiacenza o quantomeno con accettazione riformatrice il “reddito di cittadinanza” di cui è esposta ampiamente critica e analisi sul nostro blog, quindi aggiungiamo direttamente che ammesso e non concesso che tale “reddito di cittadinanza” sia una normale forma di assistenzialismo (in realtà è uno strumento che rappresenta un salto di qualità del moderno fascismo nell’organizzazione degli “ammortizzatori sociali” in senso di controllo sociale) le avanguardie rivoluzionarie dovrebbero criticare e mettere in discussione la gestione dell’esistente e le politiche sociali che sono volte a rimandare sempre più in là nel tempo la risoluzione in chiave rivoluzionaria della contraddizione tra capitale e lavoro.
Il 1850 rappresenta quindi una prima sconfitta, ma che serve al proletariato per scrollarsi di dosso concezioni idealistiche e prepararsi per il prossimo periodo rivoluzionario. In Italia risentiamo ancora della sconfitta del periodo rivoluzionario del ’68-’77, dopo gli anni ’80 il proletariato ha adottato la forma di resistenza dei cobas sul piano sindacale ma le avanguardie rivoluzionarie restano divise in varie tendenze alcune delle quali facenti parte della galassia dei centri sociali (molti dei quali cooptati dal riformismo assistenzialista associativo), il movimento ml classico sempre più incancrenito e sclerotizzato i comunisti autentici m-l-m che hanno fatto una mole non indifferente di esperienza politica e di lotta tuttora nella fase della ricostruzione del partito. La crisi del 2008 ha trovato le forze rivoluzionarie soggettivamente impreparate per il movimento rivoluzionario ma pronte a giocare il proprio ruolo nei movimenti di opposizione alle politiche dei governi, nel movimento studentesco (molto forte nel 2008 e nel 2010) nei movimenti dei lavoratori e delle occupazioni delle case. I vari rappresentanti in lotta del proletariato e della piccola borghesia “progressista” non si sono scontrate sufficientemente per far emergere una linea rivoluzionaria vincente che possa modificare la situazione oggettiva in senso rivoluzionario.
In paesi come la Tunisia, una rivolta popolare in cui hanno partecipato diversi classi sociali e settori di esse assomiglia più alla descrizione che si fa nel primo capitolo ad esempio quando fazioni della borghesia compradora legata a Ben Ali e quella legata ai Fratelli Musulmani si sono messe a gridare insieme ai rappresentanti delle altre classi “Rivoluzione! Assemblea Costituente! Democrazia”. Lo Stato attuale potremmo dire è un involucro migliore per la borghesia compradora rispetto a quello precedente con Ben Ali, in entrambi i casi le istanze rivoluzionarie sono state archiviate o per meglio dire “rimandate” alla prossima crisi e movimento rivoluzionario.
Dice Engels nell’introduzione che la competizione sciovinistica tra borghesia francese e borghesia tedesca rafforzo’ l’unione dei del proletariato di entrambi i paesi. Per quello che ci riguarda, l’affondo sciovinistico dei rappresentanti della piccola borghesia (Di Maio e Salvini) verso l’imperialismo francese attira simpatie tra settori popolari, abitanti delle ex colonie francesi ecc. questa puo’ essere un’occasione per smascherare questo governo su questo fronte, solidarizzare con i settori proletari dei gilet jaunes e denunciare l’appoggio del governo ai settori reazionari del movimento francese in modo da rafforzare la lotta sia in Italia che i Francia.
Continua Engels “Le masse devono prendere parte e sapere per cosa combattono, non può più essere che una maggioranza incosciente è capeggiata da una minoranza cosciente, quindi non sono più possibili colpi di mano ma un lavoro lungo e paziente.” In altre parole la strategia attuale rivoluzionaria: la Guerra Popolare, è guerra delle masse, condotta dalle masse sotto la guida del Partito Comunista maoista, è un processo di accumulazione di forze per entrare nella prima fase della Difensiva Strategica e in seguito di sviluppo rivoluzionario, di lunga durata.
Altra analogia “il partito dell’ordine non può sorgere senza violare le leggi”: il governo oggi al potere in Italia per mezzo dei suoi esponenti viola quotidianamente la legge, non solo il caso Diciotti, l’apologia di fascismo e razzismo e proprio oggi la visita del ministro degli interni che solidarizza con un condannato, colpevole di tentato omicidio, si vuole instaurare l’ordine per la difesa della proprietà privata contro qualsiasi legge borghese (che è comunque volta a difenderla) facendo un salto indietro dello sviluppo della civiltà a metodi da far west.
Marx vede lo sviluppo dialettico delle fasi storiche e in un passaggio del primo capitolo afferma che la controrivoluzione che si è dispiegata in quel periodo ha rafforzato la costruzione del partito proletario ed il “progresso rivoluzionario” perché grazie alla sconfitta si è liberata di orpelli e pregiudizi, del vecchiume della società precedente.
Nell’analisi delle classi sociali vengono descritti i singoli interessi delle singole classi e anche delle singole fazioni di esse, questo tipo di analisi è necessario soprattutto oggi per amarsi meglio nella lotta contro il governo fascio-populista Lega-M5S che non è un governo “come tutti quelli precedenti” come dicono alcuni compagni in maniera opportunista, ma la natura di entrambi i partiti insieme al governo determina delle politiche che sono avversate anche dai rappresentanti della grande borghesia finanziaria e industriale che farebbero diversamente e quindi svolgono il loro ruolo di opposizione parlamentare su alcuni temi convergendo invece su altri (politiche securitarie, razziste, ruolo imperialista dell’Italia nel mondo). Un parallelismo tra l’aristocrazia finanziaria descritta da Marx e l’attuale piccola borghesia bottegaia rappresentata da M5s e Lega è la loro indole sottoproletaria riprodotta “alla sommità della società borghese” la riproduzione degli istinti rabbiosi che guardano alla pancia di alcuni settori della società per istigarli contro falsi nemici: l’immigrato, i centri sociali, le femministe, i poveri “parassiti per scelta” a cui è destinato il reddito di cittadinanza ad esempio. Questi “cittadini” forcaioli sono in potenza quell’esercito di sottoproletari descritto da Marx potenzialmente utilizzabile come forza di completamento delle forze di polizia e repressive dello Stato borghese contro proletari, lavoratori, donne e studenti in lotta ecc.
In un altro passaggio di questo primo capitolo si afferma che “le elezioni hanno il merito di far gettare la maschera dell’ipocrisia”, affermazione quanto mai vera e palpabile negli ultimi giorni in cui i due sciacalli vice premier vengono sempre più contestati nei loro tour propagandistici e in particolare dai lavoratori (un primo segnale di questo tipo c’era già stata in occasione del crollo del viadotto a Genova quando alcune famiglie campane delle vittime rifiutarono i funerali di Stato), connesso a uesto elemento c’è gradualmente in alcune persone un illusione verso il governo del cambiamento che svanisce (l’illusione nella repubblica che svanisce man mano che emana decreti anti-proletari in Francia).
Momentaneamente la nostra classe è sulla difensiva, parti di essa è sbandata ideologicamente ha votato i partiti di governo, sta subendo le politiche anti-proletarie del governo ma cio’ unito alla lotta senza quartiere contro il governo portata avanti dalle avanguardie rivoluzionarie puo’ essere quella base per una futura vittoria di cui parla Marx riferendosi al 1848 e con cui conclude il capitolo.
emav

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