da campagne in lotta
Un'operazione
di umanità, civiltà, solidarietà, per aiutare dei poveri ragazzi. É
questa la narrazione che da giorni fanno dello sgombero della Tendopoli
di San Ferdinando i professionisti dell'ipocrisia politica, dalla
Caritas all'USB passando per la CGIL, senza dimenticare ovviamente il
Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, e il sindaco di San
Ferdinando, Andrea Tripodi. A parte il prefetto, si tratta degli stessi
soggetti che animano il Comitato per il riutilizzo delle case sfitte
nella Piana di Gioia Tauro, costituitosi qualche settimana fa. Pur con
sfumature diverse, sono tutti d'accordo sul fatto che l'operazione
militare di questa mattina andasse fatta. Chi come l'USB dice che si é
esagerato con la presenza di militari (più numerosi degli abitanti del
ghetto), si poteva fare meno, chi invece come il sindaco Tripodi difende
la scelta per questioni di ordine pubblico. Sono comunque
imprevedibili, questi africani, non sia mai che protestino.
Certo,
sulla carta tutti sono altrettanto d'accordo sul fatto che bisognerebbe
trovare soluzioni alternative alla tendopoli. Ma quando si tratta di
agire nel concreto, ci si perde tra inutili passerelle e richieste del
tutto prive di incisività e concretezza. E anzi, lo diciamo da tempo, si fa di tutto per spegnere qualsiasi scintilla di protesta. In
fin dei conti, gli abitanti della tendopoli-baraccopoli
sono appunto prima di tutto dei 'ragazzi', insomma dei soggetti da tutelare paternalisticamente, che non sono in grado di gestirsi in autonomia e vanno quindi inquadrati dagli uomini bianchi professionisti dell'umanitarismo e dell'accoglienza buona.É l'altra faccia della criminalizzazione dei migranti. E così, anche chi vorrebbe presentarsi come oppositore dell'attuale governo e del suo Ministro dell'Interno, finisce inevitabilmente per fare il suo gioco, lasciandogli la strada spianata con le ruspe. Oggi é andata in scena un'altra puntata di una campagna elettorale ormai permanente, sulla pelle di chi non può votare ed é impunemente sacrificabile. Il dibattito politico attualmente é polarizzato tra un becero cinismo razzista, classista e sessista, ed il suo solo apparente rovescio paternalista.
sono appunto prima di tutto dei 'ragazzi', insomma dei soggetti da tutelare paternalisticamente, che non sono in grado di gestirsi in autonomia e vanno quindi inquadrati dagli uomini bianchi professionisti dell'umanitarismo e dell'accoglienza buona.É l'altra faccia della criminalizzazione dei migranti. E così, anche chi vorrebbe presentarsi come oppositore dell'attuale governo e del suo Ministro dell'Interno, finisce inevitabilmente per fare il suo gioco, lasciandogli la strada spianata con le ruspe. Oggi é andata in scena un'altra puntata di una campagna elettorale ormai permanente, sulla pelle di chi non può votare ed é impunemente sacrificabile. Il dibattito politico attualmente é polarizzato tra un becero cinismo razzista, classista e sessista, ed il suo solo apparente rovescio paternalista.
Ci
sono molte cose che questi autoproclamatisi tutori dei poveri africani
(interpellati dalle decine di giornalisti invitati ad assistere allo
spettacolo e a farlo arrivare nelle case di milioni di italiani manco si
trattasse del kolossal del secolo), al pari dei loro apparenti
avversari, non dicono. In primis, non si tratta della prima volta che questa baraccopoli viene smantellata dalle ruspe-
ci sono almeno due precedenti. Oltre allo smantellamento, nei primi
mesi del 2013, della baraccopoli sorta intorno alla primissima tendopoli
eretta nell'inverno del 2012 nella Zona Industriale di San Ferdinando, a
poche decine di metri da quelle attuali, e al parziale sgombero
dell'estate 2017. Gli esponenti del PD che oggi accusano Salvini di
disumanità sembrano avere la memoria corta, visto che hanno fatto la
stessa cosa in anni precedenti. Dopo questa giornata di propagande incrociate non cambierà nulla, lo sanno anche i sassi.Ci
sono altri ghetti nella Piana, perché qui si riversa chi cerca lavoro
ed é costretto ad accettare condizioni di ipersfruttamento. D'altronde, proprio
ieri la Coldiretti esortava il Viminale ad aprire i porti (!) ed i
flussi perché c'é urgente bisogno di manodopera nelle campagne italiane:
il riscaldamento globale anticipa la stagione di raccolta, non c'é
tempo da perdere e mancano le braccia.30000 per la precisione. Se
poi quelle disponibili vengono brutalizzate a fini elettorali, se ne
troveranno di nuove. E comunque sempre meglio avere un esercito di
riserva per tenere a bada i salari e le richieste. Sempre ieri,
un'operazione dei Carabinieri ha portato a cinque arresti proprio in
provincia di Reggio Calabria per intermediazione illecita e sfruttamento
del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla
corruzione: gli arrestati sfruttavano braccianti di diverse nazionalità
pagandoli meno di un euro l'ora e pretendendo anche prestazioni sessuali
dalle donne. Vedremo che cosa i rappresentanti dell'associazione di
agricoltori si diranno oggi pomeriggio, nell'incontro organizzato
proprio a Rosarno con i sindaci di due dei comuni più interessati dalla
questione agrumicola nella Piana: Rosarno e San Ferdinando. Tempistiche
disumanamente perfette, business is business.
Secondo:
non ci stancheremo mai di ribadire che ci sono 5 palazzine praticamente
pronte all'uso, costruite con fondi europei proprio per far fronte
all'emergenza abitativa dei migranti nella Piana di Gioia Tauro.Stranamente,
nessuno le menziona mai quando si batte il petto sulla necessità di
trovare soluzioni reali, case per chi vive in baracca. Evidentemente
sono terrorizzati all'idea di pestare i piedi al sindaco di Rosarno e ai
suoi sodali, che vorrebbero le case 'anche' (leggi 'prima') per i
rosarnesi poveri. Intanto le palazzine rimangono vuote e chi viveva in
baracca oggi si deve accontentare di una tenda ipersorvegliata, di un
nuovo ghetto o della strada. Alla favola dei centri d'accoglienza (da
cui molti fuggono) non crede più nessuno.
Terzo:
gli abitanti della tendopoli da anni denunciano aggressioni fisiche da
parte di ignoti, che dalle loro automobili investono e bastonano i
braccianti che tornano dal lavoro a piedi, in bicicletta o in motorino. Nella
Piana di Gioia Tauro c'é un clima di terrore razziale che fa comodo a
chi vuole che gli africani siano messi a tacere. Dove sono i paladini
dell'antirazzismo?Perché nessuno denuncia pubblicamente questa
situazione? Perché non cercare forme di protezione reale, non per dei
'ragazzi' indifesi ma per uomini e donne che subiscono ogni giorno forme
di tortura?
Quando
i riflettori si saranno spenti, tutto nella Piana tornerà come prima.
Salvini forse avrà strappato qualche voto, altri si autocongratuleranno
pensando di aver fatto il proprio dovere di antirazzisti perché come
sempre hanno messo a tacere la voce dei diretti interessati. Noi
continuiamo a dire che é necessario prendere una posizione netta ed
agire di conseguenza. Chi non lo fa é complice. Sulle barricate, contro
confini e sfruttamento, per case contratti e documenti per tutte e
tutti.
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