lunedì 4 marzo 2019

pc 4 marzo - Taranto - tra scuole chiuse - diossina e inquinamento - sequestri della Magistratura - attacco ai lavoratori - all'ombra dell'ArcelorMittal, come con Riva peggio che con Riva

Il punto 

I magistrati hanno sequestrato le collinette 'ecologiche' interne allo stabilimento Ilva-oggi ArcelorMittal, per presenza di rifiuti tossici Nell'area Sin della Salina Grande di Taranto è stato accertato il superamento della Concentrazione Soglia di Contaminazione relativamente ad arsenico, berillio, idrocarburi pesanti, stagno, tallio, vanadio e cobalto.

Dopo la grande fiaccolata per i bambini del 25 febbraio con forte e sentita partecipazione popolare - il sindaco di Taranto ha firmato un'ordinanza per la chiusura di due scuole del quartiere Tamburi  ‘Deledda’ e ‘De Carolis’, cioè i plessi praticamente a ridosso delle collinette, poste sotto sequestro per inquinamento dalla Procura della Repubblica e ha emanato un'ordinanza in cui viene fatto divieto di «svolgimento di attività che comportino il contatto dermico con il terreno o l'inalazione di polveri da esso provenienti» sull'intera area Sin della Salina Grande. Il primo cittadino ha ordinato, inoltre, il divieto di «produzione di alimenti e mangimi di qualsiasi natura (compreso il pascolo) salvo deroghe documentate e subordinante alla garanzia analitica di salubrità del prodotto». Nell'ordinanza si fa, infine, divieto di «asportazione e scavo di terreno, nonché di sollevamento di polveri e la formazione di aerosol durante la fruizione dei luoghi a scopo professionale o ricreativo». Il contenuto dell'ordinanza dovrà essere osservato fino a nuovo e diverso provvedimento.

Che i terreni siano contaminati era noto, almeno agli addetti ai lavori, già dal 2000, quando si procedette al suo inserimento nel Sin.... Lo scorso 25 febbraio il Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, Vera Corbelli, ha trasmesso al Comune di Taranto, nell'ambito delle azioni connesse al programma di bonifiche, gli esiti delle analisi relative ai campioni di terreno prelevati nell'area della Salina Grande, totalmente ricadente nel Sin di Taranto (Sito di interesse nazionale). e ha chiesto all'Amministrazione «di provvedere ad eventuali misure straordinarie di prevenzione per la salute pubblica».
Della questione è stato investito anche il Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto, guidato da Michele Conversano, che ha detto: «Considerato che, ai sensi della normativa vigente e nell'interesse della popolazione, sarà con ogni probabilità necessario svolgere specifici approfondimenti di caratterizzazione dell'area e di analisi del rischio sanitario ambientale del sito, nelle more dello svolgimento delle articolate attività di cui sopra, risulta imprescindibile applicare il principio di massima precauzione e adottare ogni misura tesa alla prevenzione del potenziale rischio sanitario connesso alla possibile contaminazione dei luoghi oggetto delle indagini. Pertanto, al fine di tutelare la salute della collettività, si ritiene utile e necessario proporre a codesta Amministrazione comunale l'adozione di un apposito provvedimento». Il Dipartimento di prevenzione ha, infine, affermato che le misure indicate andrebbero precauzionalmente applicate a tutta l'area Sin della Salina Grande, «almeno sino al completamento delle valutazioni imposte dal caso di specie, al termine delle quali sarà possibile procedere ad una opportuna ridefinizione degli interventi di prevenzione».

Ambientalisti intanto hanno comunicato dati molto allarmanti registrati autonomamente,
facendo riferimento a dati delle centraline di ARPA Puglia diffusi nei giorni scorsi; Peacelink, ha accusato la multinazionale dell’acciaio di inquinare di più rispetto all’Ilva guidata dai commissari straordinari.
I dati in questione, fanno riferimento alle centraline interne allo stabilimento e precisamente a quelle presenti nell’area cokeria, non a quelle esterne presenti nel  rione Tamburi e in altre zone della città.
Il sindaco Melucci, ha chiesto dati certi ad Arpa (con un’ordinanza), lamentando per certi versi proprio le scarse o poco chiare informazioni che provengono dall’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale.

Contro questi dati, questa inchiesta e relativo sequestro, contro la manifestazione popolare e il forte allarme e preoccupazione della popolazione scendono in campo l'ArcelorMittal e il ministro sedicente dell'Ambiente del governo fasciopopulista

ArcelorMittal Italia sottolinea in una nota che il proprio stabilimento di Taranto “è strettamente controllato secondo i più alti standard disponibili e dotato di tutti i sistemi di monitoraggio delle emissioni prescritti dalla Autorizzazione integrata ambientale e dal Dpcm 29.09.2017, riferiti alle diverse matrici ambientali (aria, acque, rifiuti, suolo)”. “L’azienda – sottolinea – conferma di essere pienamente conforme a tutte le regole imposte dall’Aia“. Nella nota, ArcelorMittal Italia fa inoltre presente “di essere impegnata a realizzare un piano ambientale che prevede l’investimento di più di un miliardo di euro entro il 2023, e che renderà lo stabilimento di Taranto il migliore stabilimento d’Europa in termini di tecnologie utilizzate e progetti realizzati.  “Parlando dei risultati finora ottenuti“, l’azienda sottolinea “che sono state rispettate tutte le scadenze previste al 31 dicembre 2018“. “Già da solo l’avanzamento della copertura dei parchi minerali (unica in Europa), unitamente agli altri interventi già avviati e in divenire – conclude l’azienda – conferma l’impegno e la volontà dell’azienda di trasformare tutti gli impegni presi in risultati tangibili con la massima trasparenza nei confronti della comunità“.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha chiesto all’Ispra di compiere accertamenti sui valori di diossina a Taranto. A quanto si è appreso dal dicastero, «i dati rilevati dalle centraline diffusi da associazioni ambientaliste risultano parzialmente diversi e non sono confrontabili, oltre a non essere stati validati dall’Arpa» e ha chiesto al direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti, di disporre delle verifiche. Questi ha incaricato l’ufficio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente di controllare i rilevamenti dell’Arpa per dissipare i dubbi.

La verità è una sola come abbiamo denunciato da sempre.
Il passaggio dell'ILVA ad ArcelorMittal per effetto di un accordo - 6 settembre - Governo Di Maio/Salvini/sindacati confederali+USB, appoggiato da tutte le forze politiche di centrodestra come di centro sinistra, PD in primis, è basato su un attacco al lavoro con una espulsione, con tante discriminazioni, di 2600 lavoratori messi in cassaintegrazione straordinaria a perdere, e su un addendum ambientale che contrasta con quello che realmente avviene in fabbrica in materia di sicurezza - come anche recentemente i numerosi episodi verificatesi dimostrano - e in materia di inquinamento - come i fatti di questi giorni testimoniano. Il passaggio ad ArcelorMittal contiene l'immunità penale anche per i nuovi padroni mentre poco o niente avviene in materia di bonifiche nei quartieri inquinati, in primis Tamburi, cimitero, ecc

Contro tutto questo
difendere lavoro, salute e ambiente richiede una linea unitaria di lotta operai AM/operai cassintegrati/masse popolari dei quartieri inquinati; un utilizzo dei processi in corso - in primis "Ambiente svenduto" e delle iniziative della magistratura che aiutino a mettere in discussione e in crisi  i piani di padroni/governo/falsa opposizione elettorale/sindacati confederali.

Chi lavora per questo a Taranto è lo Slai cobas per il sindacato di classe che:
- sostiene la lotta contro ArcelorMittal per fare saltare l'accordo - dentro la fabbrica, come fuori organizzando i cassintegrati nella lotta per il rientro in fabbrica;
- appoggia le lotte ambientaliste, contrastando le tendenze antioperaie presenti nel movimento;
- porta dentro i processi in corso operai e cittadini - autorganizzati come parti civili - a domandare con forza giustizia e risarcimenti e a denunciare l'immunità penale per i padroni;
- si batte per una bonifica come emergenza di cimitero e Tamburi a partire dalla lotta dei lavoratori del Cimitero

Su questo sta preparando un CONVEGNO nazionale il 13 marzo alle 16 a Taranto - sala della provincia/via anfiteatro
info slaicobasta@gmail.com 3475301704

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