L'Arpa si arrampica sugli specchi per negare l'evidenza al quartiere Tamburi
Commissari ex Ilva in parlamento
Vertice in Procura il 18 marzo
L’Arpa Puglia giudica “improprio dal punto di vista tecnico-scientifico” il confronto fatto dall’associazione ambientalista Peacelink sia sui valori sia sull’incremento – indicato del +160% – della concentrazione di benzene nel quartiere Tamburi di Taranto, vicino l’ex Ilva.
In un documento relativo ai “Dati di monitoraggio della qualità dell’aria a Taranto rilevati dalla rete ex Ilva – 2018-2019” e riferito alla pubblicazione da Peacelink di una tabella sugli incrementi di concentrazioni di inquinanti rilevati dalla centralina nell’area Cokeria dello stabilimento, l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente della Puglia precisa “che il confronto fra i bimestri gennaio-febbraio del 2018 e del 2019 è improprio in quanto diversi fattori possono concorrere alla variabilità delle concentrazioni (condizioni meteo diffusive, emissioni, condizioni di esercizio, ecc.), che sono peraltro registrate con frequenza giornaliera“.
L’Arpa osserva che “un raffronto ben fondato tecnicamente deve considerare serie storiche significative, e mettere in relazione le concentrazioni rilevate con le concomitanti condizioni meteo diffusive (direzione e velocità del vento, turbolenza dell’atmosfera) e con le corrispondenti emissioni
delle sostanze monitorate, e quindi con le condizioni di esercizio dell’impianto. Le medie, o mediane, determinate in un periodo più ristretto di un anno (come i due mesi di gennaio e febbraio) costituiscono un intervallo temporale molto limitato, e i confronti possono essere così fortemente influenzati da variabilità meteoclimatiche o altri fattori di breve periodo“. L’Agenzia, tuttavia, ha più volte “puntualizzato come risulti, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti ‘wind-days’, e come il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisca in alcun modo l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione“.
Parlamento
mercoledì 6 marzo, alle ore 9, la Commissione Ambiente, in merito all’attuazione del piano ambientale dello stabilimento ex ILVA di Taranto, svolge l’audizione informale dei Commissari Straordinari del Gruppo ILVA Spa, dottor Piero Gnudi, dottor Corrado Carrubba e prof. Enrico Laghi. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta webtv.
Commissari ex Ilva in parlamento
Vertice in Procura il 18 marzo
L’Arpa Puglia giudica “improprio dal punto di vista tecnico-scientifico” il confronto fatto dall’associazione ambientalista Peacelink sia sui valori sia sull’incremento – indicato del +160% – della concentrazione di benzene nel quartiere Tamburi di Taranto, vicino l’ex Ilva.
In un documento relativo ai “Dati di monitoraggio della qualità dell’aria a Taranto rilevati dalla rete ex Ilva – 2018-2019” e riferito alla pubblicazione da Peacelink di una tabella sugli incrementi di concentrazioni di inquinanti rilevati dalla centralina nell’area Cokeria dello stabilimento, l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente della Puglia precisa “che il confronto fra i bimestri gennaio-febbraio del 2018 e del 2019 è improprio in quanto diversi fattori possono concorrere alla variabilità delle concentrazioni (condizioni meteo diffusive, emissioni, condizioni di esercizio, ecc.), che sono peraltro registrate con frequenza giornaliera“.
L’Arpa osserva che “un raffronto ben fondato tecnicamente deve considerare serie storiche significative, e mettere in relazione le concentrazioni rilevate con le concomitanti condizioni meteo diffusive (direzione e velocità del vento, turbolenza dell’atmosfera) e con le corrispondenti emissioni
delle sostanze monitorate, e quindi con le condizioni di esercizio dell’impianto. Le medie, o mediane, determinate in un periodo più ristretto di un anno (come i due mesi di gennaio e febbraio) costituiscono un intervallo temporale molto limitato, e i confronti possono essere così fortemente influenzati da variabilità meteoclimatiche o altri fattori di breve periodo“. L’Agenzia, tuttavia, ha più volte “puntualizzato come risulti, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti ‘wind-days’, e come il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisca in alcun modo l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione“.
Parlamento
mercoledì 6 marzo, alle ore 9, la Commissione Ambiente, in merito all’attuazione del piano ambientale dello stabilimento ex ILVA di Taranto, svolge l’audizione informale dei Commissari Straordinari del Gruppo ILVA Spa, dottor Piero Gnudi, dottor Corrado Carrubba e prof. Enrico Laghi. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta webtv.
Ieri, invece, sempre negli uffici del procuratore Capristo, si è svolto un incontro informale tra il pool di magistrati che si occupa da tempo dei problemi ambientali e i vertici dell’Asl di Taranto e del dipartimento locale di ARPA Puglia.
Domani invece, il Prefetto di Taranto Donato Cafagna ha convocato un vertice al quale parteciperanno l’Asl di Taranto, l’ARPA Puglia e l’ISPRA, con lo stesso scopo.
Si muovono dunque, ed era anche ora, le massime istituzioni cittadine con gli enti preposti al controllo sanitario e ambientale della città di Taranto. Nella speranza di fare finalmente chiarezza per mettere un argine ad un clima oramai del tutto impazzito. E, almeno in questo caso, non certo per colpa della grande industria e dell’inquinamento.
Domani invece, il Prefetto di Taranto Donato Cafagna ha convocato un vertice al quale parteciperanno l’Asl di Taranto, l’ARPA Puglia e l’ISPRA, con lo stesso scopo.
Si muovono dunque, ed era anche ora, le massime istituzioni cittadine con gli enti preposti al controllo sanitario e ambientale della città di Taranto. Nella speranza di fare finalmente chiarezza per mettere un argine ad un clima oramai del tutto impazzito. E, almeno in questo caso, non certo per colpa della grande industria e dell’inquinamento.
Nessun commento:
Posta un commento