Saluggia, la protesta dei profughi: 'Niente wi-fi e carne solo una volta a settimana'.
La lettera: 'Eppure la cooperativa, per ognuno di noi, prende 35 euro al giorno'
La lettera: 'Eppure la cooperativa, per ognuno di noi, prende 35 euro al giorno'
I richiedenti asilo hanno deciso di
intraprendere lo sciopero della fame, consegnando una lettera di
protesta ai giornali: "Ciao cari Italiani – si legge nella missiva - ci
dispiace informarvi della nostra sofferenza di vita nel centro
d’accoglienza. Siamo dei migranti sotto la protezione internazionale
dell’Unione Europea". Poi elencano tutta una serie di problemi
riscontrati in questi mesi: "Ci mancano vari servizi come la
televisione, la connessione WiFi, utile a mantenerci in contatto con i
nostri famigliari. Da una settimana non abbiamo l’acqua calda per fare
la doccia, ne ci viene dato il sapone per lavarci o il dentifricio.
Riguardo l’alimentazione, ci viene dato sempre solo pasta e riso, a
volte nemmeno cotta. La carne ci viene data a malapena una volta a
settimana. Inoltre i pasti ci vengono forniti senz’acqua e per bere
siamo costretti ad andare a prenderla alla casetta dell’acqua. Se stiamo
male, a parte l’aspirina, non ci vengono date le medicine". Insomma una
situazione che gli ospiti non sono più disposti ad accettare. "Sappiamo
che la cooperativa prende per ognuno di noi 35 euro e ci dovrebbe
fornire tutta una serie di cose che non ci vengono date, e questo non è
giusto. Noi siamo costretti ad usare i 2,50 euro di diaria per comprarci
lo shampoo e da mangiare". Ad aiutare i profughi in questi mesi ci
hanno pensato soprattutto le associazioni del paese, come Vita Tre,
fornendo loro vestiti e scarpe, dato che anche questi non vengono
forniti dalla Cooperativa. "Abbiamo chesto un contributo economico al
sindaco – spiega Abdallah, presidente dell’associazione italo-marocchina
Dar Essalam – perché di fatto li stiamo mantenendo. Volevamo attivare
laboratori anche per tenerli impegnati, ma il Comune non ci ha mai
risposto". "Noi siamo disposti a fare dei lavori e renderci utili alla
comunità – proseguono i profughi – perché non vogliamo stare tutto il
giorno a fare niente. Chiediamo però solo un po’ di giustizia e la
nostra protesta proseguirà fin tanto che non cambierà qualcosa".
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