E' come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa la più sicura di tutte: la capacità di scambiare esperienze.
Si era notato dopo la prima guerra mondiale ciò che si era riversato in una fiumana di libri tutto veniva concepito come frammentato pieno di buchi neri di vuoti di memoria.
Ed in tal senso venuto meno la veridicità del racconto possiamo dire che non esistono fatti ma solo interpretazioni.
E' valso per L'Aquila vale per Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto.
Un fiume di parole di immagini di macerie tutte ad uso e consumo di un popolo distratto per un intero anno ma poi come si vuole in questi casi: "italiani brava gente, italiani campioni di generosità".
Se quotidianamente si continua a cementificare, ad aggredire l'ambiente, e continuamente immersi nelle illegalità di regime ciò non toglie il fatto che rappresentiamo da sempre uno dei popoli più perbenisti e opportunisti.
Nelle scuole per un periodo più o meno lungo dovremmo sostituire la lettura dei "Promessi Sposi" con il "Gattopardo" di Tommaso di Lampedusa.
Tutto cambi affinché tutto rimanga come prima.
Così nella mortificante quotidianità tutto può essere facilmente superato dagli
sms di solidarietà.
In un attimo il trionfo dell'ipocrisia.
La volgarità del razzismo quotidiano verso gli immigrati e i diversi scompaiono nei due €uro degli sms.
Se è vero che tutti i terremoti sono differenti tra loro, questo non ci impedisce di riappropriarci della facoltà di tramandarci racconti ed esperienze.
E l'esperienza dell'Aquila ci racconta della grande esposizione mediatica (televisione e internet hanno dedicato spazi consistenti che mai si erano registrati) del suo uso politico, economico, e finanziario.
La sperimentazione e l'attuazione dello stato di eccezione che aveva visto i suoi epigoni in altri grandi eventi, uno per tutti il G8 di Genova.
Il cavallo di Troia per imporre questa nuova forma di governace (tecnica di comando prettamente anglosassone e aziendalista) con le sue politiche autoritarie e di concentramento economico e finanziario è stata ed è la Protezione (in)Civile s.p.a.
Il modo come sono state costruite le cosi dette New-Town (con la collaborazione attiva del Comune dell'Aquila, quindi fine delle cosi-dette autonomie Locali), la spartizione scientifica dei lavori - lavori appaltati non ebbero scontenti.
Un vero capolavoro del governo dell'epoca.
Quella visione, quel paradigma politico ebbe i favori della stragrande maggioranza del mondo politico istituzionale, dai suoi alti vertici a tutte le forze politiche, al mondo giornalistico alla maggioranza della popolazione.
L'intera città e tutti i paesi coinvolti si ubriacarono di propaganda, furono sottoposti ad abili messaggi, furono messi davanti ad una scelta irrimediabile: Volete passare l'inverno nei container oppure in case sicure? Cosa avreste scelto? Eppure le alternative esistevano? In tal senso la contro-storia prodotta da Sabina Guzzanti con "Draquila" offrì in quella circostanza più di un motivo per riflettere.
Punti di domanda su come affrontare l'emergenza abitativa e sociale, e punti di domanda sull'indifferenza politica.
Volendo possiamo condividere lo slogan secondo cui oggi nel deprimente e vergognoso mondo politico esiste il partito unico competitivo.
In quel tempo l'embrione si era fatto "cosa".
L'immagine della tenda del PD chiusa al popolo e con il panino con la mortadella messo li sul tavolo rappresentò l'icona di una stagione che è la storia del declino e della scomparsa di un paese ormai suddito delle politiche di austerità.
L'Europa delle politiche di bilancio e dell'austerità si disponeva ferocemente impoverendo e devastando lo stato sociale che era stato un vanto della civiltà stessa.Queste politiche liberiste hanno molto a che fare con la ricostruzione e con gli interventi in caso di sciagure. Infatti esse hanno inciso negativamente anche in termini di spesa e di controllo sulla ricostruzione della città.
Il conta-frottole di Rignano di fronte all'ennesima tragedia si appresta a chiedere la (famosa? ridicola?) flessibilità.
Basta chiederla? "In tutt'Europa, dove più dove meno, gli investimenti languono dall'anno d'inizio della crisi a oggi, gli investimenti sono scesi, in rapporto al PIL, di quasi tre punti percentuali nella media dell'Unione, di quasi quattro punti in Italia.
Da noi la riduzione ha interessato sia le spese pubbliche in conto capitale, che quelle private: in entrambi i casi, la discesa è continuata fino al 2015, cioé anche negli anni della presunta fine della crisi.
Dunque gli investimenti servono in Europa, e il taglio di quelli pubblici non ha liberato risorse per quelli privati.
Ci sarebbe più di una ragione, sia teorica che storica, per escludere la spesa pubblica per investimenti dai tetti della stabilità.
E questa ragione si rafforza se si parla del finanziamento degli interventi necessari per la sicurezza del territorio, all'indomani di una catastrofe che ha mietuto vittime proprio per il mancato adeguamento degli edifici, pubblici e privati, alla sicurezza antisismica.
Se come disse Prodi, il patto di stabilità che l'Unione europea si è auto-inflitta è, in via generale "stupido", ancor meno intelligente può risultare l'avere incluso in questo patto non solo le spese correnti ma anche quelle per gli investimenti.
Ma questo ragionamento non pare destinato al successo, nella nuova trattativa che si è aperta con l'Europa dopo il dramma del terremoto." (Roberta Carlini 31 agosto 2016 Il Centro online) Dicevo della protezione(in)Civile.
Essa arrivò in massa organizzò campi di accoglienza con i "Capi Campo".
Luoghi chiusi e recintati.
Non si potevano avere assemblee, bisognava dotarsi di documenti di riconoscimenti (ad Amatrice già ci sono immagini con "campi di accoglienza" rigidamente reticolati).
Nel contempo grandi abbuffate, concerti, divertimento.
Come ricorda il professor Colapietra, in quei mesi non si "lavorato ad altro che al G8: un evento che serviva esplicitamente a Silvio Berlusconi e non serviva a L'Aquila né agli aquilani.
Berlusconi è venuto 22 volte a L'Aquila e ha avuto un ruolo personale in questa vicenda fino a novembre, dopodiché è sparito....
l'esito catastrofico del terremoto doveva essere sottolineato dalla desertificazione della città al di là dei danni.
E' questa non è una soluzione ma è la distruzione sociale di una città essendo sparita la popolazione, portata su pulman e camion sulla costa fin dalle primissime ore del 6 aprile.
Di questo particolarissimo aspetto del fenomeno si sentono ancora oggi le conseguenze: manca il tessuto sociale che è stato distrutto in poche ore dalla Protezione Civile.
Fuori dal circo mediatico, ed in silenzio, in quelle ore continuava l'opera preziosa, fondamentale, essenziale, non sostituibile, quella dei Vigili del Fuoco.
Lavoro pubblico e malpagato.
Ricevettero lo straordinario dopo un anno.
In una assemblea pubblica presso la villa comunale mi permisi di fare una proposta, era giugno 2009: L'abolizione della Protezione Civile.
L'abolizione della sua struttura verticistica, militarizzata, con a capo uomini che hanno sempre risposto alle elites dominanti di questo paese.
La solidarietà, la vicinanza la si può esprimere fuori dalla burocrazia e da organizzazioni pensate per imporre politiche autoritarie e liberiste.
Subito dopo la tragedia dell'Aquila le autorità nazionali su suggerimento dei capi della protezione cominciarono a parlare di assicurazioni in caso di calamità e quindi di un ritiro dello stato dalle sue funzioni primarie.
Questo tentativo di istituzionalizzare una Protezione Civile s.p.a. fu presentato dall'allora titolare del ministero dell'economia Tremonti.
Il proposito venne travolto dalle miriadi di intercettazioni che vide coinvolti imprenditori politici ecc., molto faceva riferimento ai lavori della Maddalena e tentativi vari di malversazione.
Ed in verità in quella circostanza a protestare sotto il parlamento fummo in pochi e di questi fù molto forte la presenza dei cittadini di Chiaiano vittime dei pessimi interventi di Bertolaso - allora commissario sui rifiuti e nominato da Prodi - in materia di smaltimento dei rifiuti.
Comunque sia i tempi erano maturi ed il governo Monti, campione in tema di privatizzazioni e austerità ripropose ed ottenne la legge che di fatto privatizza gli interventi in tema di eventi sismici o di altre calamità.
Forte della legislazione presente e dell'humus culturale che scorre nelle vene di questo paese l'attuale responsabile della Protezione Civile Curcio ha subito dichiarato che nell'immediato futuro è plausibile che si debba percorrere la strada delle assicurazioni contro quelle che lui chiama "catastrofi naturali".
Tutte le televisioni hanno raccolto l'invito ed attraverso un linguaggio proprio stanno apparecchiando il banchetto.Come per le pensioni o latri provvedimento di carattere anti-sociale ci si accorgerà della ferocia a fatto avvenuto.
Pertanto conviene non mettere in sicurezza, gli eventi catastrofici sono benedizione dal cielo.
Se invece si vuole percorrere la strada alternativa, opposta vengono in mente politiche che presuppongono una rottura sociale ed economica di altro tenore.
Intanto la direzione degli interventi il coordinamento le politiche di prevenzione andrebbero affidate ai Vigile del Fuoco che nel corso di questi anni hanno maturato esperienza, organizzazione, saperi, professionalità.
La forma di assistenza può e deve essere riorganizzata, pensandola orizzontale, dal basso, democratica.
Di contempo un piano decennale per il lavoro pubblico, statale, (mi raccomando che nessuno si scandalizzi, anche perché sono in molti che si scandalizzano al cospetto di parole come pubblico peggio ancora stato, e tuttavia costoro devono spiegare come gli ultimi possano soddisfare i propri bisogni primari e soprattutto dopo trenta anni di ubriacature sul privato o sui cosi detti beni comuni che non significano un bel nulla) per la messa in sicurezza di tutta la dorsale appenninica. Dalla Liguria alla Sicilia.
Lavori che riguardano il restauro e il consolidamento di tutti i centri storici che sono stati e sono la vita dei nostri borghi montani. Edifici pubblici, privati, beni culturali.
La sicurezza idrogeologica e quella antisismica vanno di pari passo. Per ultimo in un paese dove la sismicità è all'ordine del giorno si continua a tagliare i fondi per la ricerca ed i presidi geologici sono sempre meno e precari.
Geologia innovazioni tecnologiche e ricerca per un nuovo modo di concepire le abitazioni devono ricevere nuovi impulsi, più finanziamenti.
Per fare ciò ci vogliono finanziamenti cospicui, e certi per un numero consistenti di anni.
Non si può in questo caso sottostare alle forche caudine del fiscal compact e dell'austerità di bilancio perché ce lo chiede l'Europa.
Questo programma andrebbe approvato e finanziato immediatamente, come andrebbe ritirato il famoso decreto Monti.
Sarebbero le prime cose serie e concrete che un governo dovrebbe apprestarsi a fare.
Oggi mi pare che si continui ad elemosinare verso Bruxelles qualcosa che ci appartiene.
Perché chiedere alla signora Merkel o ai burocrati dell'eurogruppo quello che necessità per ricostruire e per rilanciare le attività economiche sociali e culturali che sono state distrutte dal recente sisma? La retorica che circonda l'incontro bilaterale tra Renzi e la Merkel contiene i legittimi dubbi e le legittime certezze che molti noi continuano a nutrire nel confronti degli attuali asseti di potere nazionale ed europeo.
Come sottolineato precedentemente il patto di stabilità è stupido quindi la gabbia dell'Unione europea va rotta.
Se si vogliono evitare ulteriori catastrofi ed aiutare concretamente le popolazioni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto vanno attuate e finanziate quelle opere sociali di economia pubblica e di prevenzione che sono le uniche che darebbero certezze e sicurezza a tutti noi.
Quello che si sente dire in giro sono solo parole di circostanza e retorica.
Chiacchiere buone per ogni circostanza.
Alfonso De Amicis
Tempera, 2 settembre 2009
Si era notato dopo la prima guerra mondiale ciò che si era riversato in una fiumana di libri tutto veniva concepito come frammentato pieno di buchi neri di vuoti di memoria.
Ed in tal senso venuto meno la veridicità del racconto possiamo dire che non esistono fatti ma solo interpretazioni.
E' valso per L'Aquila vale per Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto.
Un fiume di parole di immagini di macerie tutte ad uso e consumo di un popolo distratto per un intero anno ma poi come si vuole in questi casi: "italiani brava gente, italiani campioni di generosità".
Se quotidianamente si continua a cementificare, ad aggredire l'ambiente, e continuamente immersi nelle illegalità di regime ciò non toglie il fatto che rappresentiamo da sempre uno dei popoli più perbenisti e opportunisti.
Nelle scuole per un periodo più o meno lungo dovremmo sostituire la lettura dei "Promessi Sposi" con il "Gattopardo" di Tommaso di Lampedusa.
Tutto cambi affinché tutto rimanga come prima.
Così nella mortificante quotidianità tutto può essere facilmente superato dagli
sms di solidarietà.
In un attimo il trionfo dell'ipocrisia.
La volgarità del razzismo quotidiano verso gli immigrati e i diversi scompaiono nei due €uro degli sms.
Se è vero che tutti i terremoti sono differenti tra loro, questo non ci impedisce di riappropriarci della facoltà di tramandarci racconti ed esperienze.
E l'esperienza dell'Aquila ci racconta della grande esposizione mediatica (televisione e internet hanno dedicato spazi consistenti che mai si erano registrati) del suo uso politico, economico, e finanziario.
La sperimentazione e l'attuazione dello stato di eccezione che aveva visto i suoi epigoni in altri grandi eventi, uno per tutti il G8 di Genova.
Il cavallo di Troia per imporre questa nuova forma di governace (tecnica di comando prettamente anglosassone e aziendalista) con le sue politiche autoritarie e di concentramento economico e finanziario è stata ed è la Protezione (in)Civile s.p.a.
Il modo come sono state costruite le cosi dette New-Town (con la collaborazione attiva del Comune dell'Aquila, quindi fine delle cosi-dette autonomie Locali), la spartizione scientifica dei lavori - lavori appaltati non ebbero scontenti.
Un vero capolavoro del governo dell'epoca.
Quella visione, quel paradigma politico ebbe i favori della stragrande maggioranza del mondo politico istituzionale, dai suoi alti vertici a tutte le forze politiche, al mondo giornalistico alla maggioranza della popolazione.
L'intera città e tutti i paesi coinvolti si ubriacarono di propaganda, furono sottoposti ad abili messaggi, furono messi davanti ad una scelta irrimediabile: Volete passare l'inverno nei container oppure in case sicure? Cosa avreste scelto? Eppure le alternative esistevano? In tal senso la contro-storia prodotta da Sabina Guzzanti con "Draquila" offrì in quella circostanza più di un motivo per riflettere.
Punti di domanda su come affrontare l'emergenza abitativa e sociale, e punti di domanda sull'indifferenza politica.
Volendo possiamo condividere lo slogan secondo cui oggi nel deprimente e vergognoso mondo politico esiste il partito unico competitivo.
In quel tempo l'embrione si era fatto "cosa".
L'immagine della tenda del PD chiusa al popolo e con il panino con la mortadella messo li sul tavolo rappresentò l'icona di una stagione che è la storia del declino e della scomparsa di un paese ormai suddito delle politiche di austerità.
L'Europa delle politiche di bilancio e dell'austerità si disponeva ferocemente impoverendo e devastando lo stato sociale che era stato un vanto della civiltà stessa.Queste politiche liberiste hanno molto a che fare con la ricostruzione e con gli interventi in caso di sciagure. Infatti esse hanno inciso negativamente anche in termini di spesa e di controllo sulla ricostruzione della città.
Il conta-frottole di Rignano di fronte all'ennesima tragedia si appresta a chiedere la (famosa? ridicola?) flessibilità.
Basta chiederla? "In tutt'Europa, dove più dove meno, gli investimenti languono dall'anno d'inizio della crisi a oggi, gli investimenti sono scesi, in rapporto al PIL, di quasi tre punti percentuali nella media dell'Unione, di quasi quattro punti in Italia.
Da noi la riduzione ha interessato sia le spese pubbliche in conto capitale, che quelle private: in entrambi i casi, la discesa è continuata fino al 2015, cioé anche negli anni della presunta fine della crisi.
Dunque gli investimenti servono in Europa, e il taglio di quelli pubblici non ha liberato risorse per quelli privati.
Ci sarebbe più di una ragione, sia teorica che storica, per escludere la spesa pubblica per investimenti dai tetti della stabilità.
E questa ragione si rafforza se si parla del finanziamento degli interventi necessari per la sicurezza del territorio, all'indomani di una catastrofe che ha mietuto vittime proprio per il mancato adeguamento degli edifici, pubblici e privati, alla sicurezza antisismica.
Se come disse Prodi, il patto di stabilità che l'Unione europea si è auto-inflitta è, in via generale "stupido", ancor meno intelligente può risultare l'avere incluso in questo patto non solo le spese correnti ma anche quelle per gli investimenti.
Ma questo ragionamento non pare destinato al successo, nella nuova trattativa che si è aperta con l'Europa dopo il dramma del terremoto." (Roberta Carlini 31 agosto 2016 Il Centro online) Dicevo della protezione(in)Civile.
Essa arrivò in massa organizzò campi di accoglienza con i "Capi Campo".
Luoghi chiusi e recintati.
Non si potevano avere assemblee, bisognava dotarsi di documenti di riconoscimenti (ad Amatrice già ci sono immagini con "campi di accoglienza" rigidamente reticolati).
Nel contempo grandi abbuffate, concerti, divertimento.
Come ricorda il professor Colapietra, in quei mesi non si "lavorato ad altro che al G8: un evento che serviva esplicitamente a Silvio Berlusconi e non serviva a L'Aquila né agli aquilani.
Berlusconi è venuto 22 volte a L'Aquila e ha avuto un ruolo personale in questa vicenda fino a novembre, dopodiché è sparito....
l'esito catastrofico del terremoto doveva essere sottolineato dalla desertificazione della città al di là dei danni.
E' questa non è una soluzione ma è la distruzione sociale di una città essendo sparita la popolazione, portata su pulman e camion sulla costa fin dalle primissime ore del 6 aprile.
Di questo particolarissimo aspetto del fenomeno si sentono ancora oggi le conseguenze: manca il tessuto sociale che è stato distrutto in poche ore dalla Protezione Civile.
Fuori dal circo mediatico, ed in silenzio, in quelle ore continuava l'opera preziosa, fondamentale, essenziale, non sostituibile, quella dei Vigili del Fuoco.
Lavoro pubblico e malpagato.
Ricevettero lo straordinario dopo un anno.
In una assemblea pubblica presso la villa comunale mi permisi di fare una proposta, era giugno 2009: L'abolizione della Protezione Civile.
L'abolizione della sua struttura verticistica, militarizzata, con a capo uomini che hanno sempre risposto alle elites dominanti di questo paese.
La solidarietà, la vicinanza la si può esprimere fuori dalla burocrazia e da organizzazioni pensate per imporre politiche autoritarie e liberiste.
Subito dopo la tragedia dell'Aquila le autorità nazionali su suggerimento dei capi della protezione cominciarono a parlare di assicurazioni in caso di calamità e quindi di un ritiro dello stato dalle sue funzioni primarie.
Questo tentativo di istituzionalizzare una Protezione Civile s.p.a. fu presentato dall'allora titolare del ministero dell'economia Tremonti.
Il proposito venne travolto dalle miriadi di intercettazioni che vide coinvolti imprenditori politici ecc., molto faceva riferimento ai lavori della Maddalena e tentativi vari di malversazione.
Ed in verità in quella circostanza a protestare sotto il parlamento fummo in pochi e di questi fù molto forte la presenza dei cittadini di Chiaiano vittime dei pessimi interventi di Bertolaso - allora commissario sui rifiuti e nominato da Prodi - in materia di smaltimento dei rifiuti.
Comunque sia i tempi erano maturi ed il governo Monti, campione in tema di privatizzazioni e austerità ripropose ed ottenne la legge che di fatto privatizza gli interventi in tema di eventi sismici o di altre calamità.
Forte della legislazione presente e dell'humus culturale che scorre nelle vene di questo paese l'attuale responsabile della Protezione Civile Curcio ha subito dichiarato che nell'immediato futuro è plausibile che si debba percorrere la strada delle assicurazioni contro quelle che lui chiama "catastrofi naturali".
Tutte le televisioni hanno raccolto l'invito ed attraverso un linguaggio proprio stanno apparecchiando il banchetto.Come per le pensioni o latri provvedimento di carattere anti-sociale ci si accorgerà della ferocia a fatto avvenuto.
Pertanto conviene non mettere in sicurezza, gli eventi catastrofici sono benedizione dal cielo.
Se invece si vuole percorrere la strada alternativa, opposta vengono in mente politiche che presuppongono una rottura sociale ed economica di altro tenore.
Intanto la direzione degli interventi il coordinamento le politiche di prevenzione andrebbero affidate ai Vigile del Fuoco che nel corso di questi anni hanno maturato esperienza, organizzazione, saperi, professionalità.
La forma di assistenza può e deve essere riorganizzata, pensandola orizzontale, dal basso, democratica.
Di contempo un piano decennale per il lavoro pubblico, statale, (mi raccomando che nessuno si scandalizzi, anche perché sono in molti che si scandalizzano al cospetto di parole come pubblico peggio ancora stato, e tuttavia costoro devono spiegare come gli ultimi possano soddisfare i propri bisogni primari e soprattutto dopo trenta anni di ubriacature sul privato o sui cosi detti beni comuni che non significano un bel nulla) per la messa in sicurezza di tutta la dorsale appenninica. Dalla Liguria alla Sicilia.
Lavori che riguardano il restauro e il consolidamento di tutti i centri storici che sono stati e sono la vita dei nostri borghi montani. Edifici pubblici, privati, beni culturali.
La sicurezza idrogeologica e quella antisismica vanno di pari passo. Per ultimo in un paese dove la sismicità è all'ordine del giorno si continua a tagliare i fondi per la ricerca ed i presidi geologici sono sempre meno e precari.
Geologia innovazioni tecnologiche e ricerca per un nuovo modo di concepire le abitazioni devono ricevere nuovi impulsi, più finanziamenti.
Per fare ciò ci vogliono finanziamenti cospicui, e certi per un numero consistenti di anni.
Non si può in questo caso sottostare alle forche caudine del fiscal compact e dell'austerità di bilancio perché ce lo chiede l'Europa.
Questo programma andrebbe approvato e finanziato immediatamente, come andrebbe ritirato il famoso decreto Monti.
Sarebbero le prime cose serie e concrete che un governo dovrebbe apprestarsi a fare.
Oggi mi pare che si continui ad elemosinare verso Bruxelles qualcosa che ci appartiene.
Perché chiedere alla signora Merkel o ai burocrati dell'eurogruppo quello che necessità per ricostruire e per rilanciare le attività economiche sociali e culturali che sono state distrutte dal recente sisma? La retorica che circonda l'incontro bilaterale tra Renzi e la Merkel contiene i legittimi dubbi e le legittime certezze che molti noi continuano a nutrire nel confronti degli attuali asseti di potere nazionale ed europeo.
Come sottolineato precedentemente il patto di stabilità è stupido quindi la gabbia dell'Unione europea va rotta.
Se si vogliono evitare ulteriori catastrofi ed aiutare concretamente le popolazioni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto vanno attuate e finanziate quelle opere sociali di economia pubblica e di prevenzione che sono le uniche che darebbero certezze e sicurezza a tutti noi.
Quello che si sente dire in giro sono solo parole di circostanza e retorica.
Chiacchiere buone per ogni circostanza.
Alfonso De Amicis
Tempera, 2 settembre 2009
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