Crollano di quasi il 30% le attivazioni di contratti a tempo indeterminato nel secondo trimestre del 2016.
Nello stesso periodo, sono state registrati 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%) mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%), sia i pensionamenti (13.924, -41,4%). In particolare, sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016), che sono stati 221.186, 15.264 in più rispetto al secondo trimestre 2015.
Per le donne le uscite per pensionamento sono crollate (-47%), probabilmente anche a causa della stretta sui requisiti per la pensione di vecchiaia scattati quest’anno. Un calo ancora più consistente si era registrato nel primo trimestre con le cessazioni per dimissioni per pensionamento delle donne ferme a 3.169 (-64,9%).
Intanto sul fronte del credito Bankitalia segnala un aumento dei prestiti alle famiglie. Come nel mese precedente i prestiti alle famiglie sono cresciuti a luglio dell'1,4 per cento sui dodici mesi.
Qualche giornale scrive che questi numeri risentono della riduzione dell'incentivo all'assunzione a tempo indeterminato. Ma questa è solo una piccolissima ragione, dato che anche nel periodo della corresponsione alle aziende dell'incentivo, sgravi, non c'è stata mai effettive e significative assunzione, e sicuramente non a tempo indeterminato, ma sempre con contratti ultraprecari. I padroni vogliono ben altro che incentivi! Vogliono liberalizzazione totale dei rapporti di lavoro, per
un utilizzo "uso e getta" dei lavoratori secondo le loro convenienze, vogliono tagli consistenti ai salari, ai contratti, vogliono azzeramento dei diritti sindacali; vogliono meno lavoratori e più sfruttamento.
Qualche altro giornale scrive che i licenziamenti dimostrano che "il jobs act è fallito". Ma è una falsa motivazione. I lavoratori, i cobas, ma anche i giornalisti non venduti, hanno detto e dimostrato fin dal primo momento che il jobs act ad estensione in tutti i settori della precarizzazione, con conseguenti licenziamenti portava. Quindi, nessun "fallimento", ma di sua naturale conseguenza si tratta. Nessuno poi ricorda che l'art.18 è stato cancellato. Quindi di che ci meravigliamo?!
Il governo Renzi ha operato e continua ad operare al servizio dei padroni, anche se pervicacemente continua a dire bugie alla popolazione.
Infine due parole sui sindacati confederali. Certo questi non hanno motivo di sorprendersi. Nelle vertenze di questi mesi hanno firmato accordi che accettavano un taglio effettivo al posto di lavoro, cercando di nasconderlo sotto contratti di solidarietà, cassa integrazione, peggioramento dei contratti - questo è avvenuto in tante fabbriche e posti di lavoro come in grosse vertenze come, una delle ultime, Almaviva. E ora stanno contrattando la modifica, allungamento degli ammortizzatori sociali, perchè sia più facile alle aziende licenziare.
GLI UNICI CHE NON POSSONO "MERAVIGLIARSI" PERCHE' LO SANNO PRIMA E SULLA PROPRIA PELLE SONO I LAVORATORI E LE LAVORATRICI, I GIOVANI CHE NON TROVANO LAVORO.
MA QUESTI, PERO', SI INCAZZANO E LO DIMOSTRERANNO.
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