"...Quello che si capisce qui è che la scuola di Amatrice
doveva essere antisismica e servire al ricovero della popolazione in
caso di terremoto, che i ponti dovevano essere ristrutturati, che
l’ospedale e il municipio dovevano essere messi in sicurezza, che i
soldi c’erano ma sono stati spesi male, che il sindaco di Amatrice
li ha “deviati” dal municipio alla scuola alberghiera (che
infatti non è crollata), che i fondi per l’edilizia scolastica
sono stati sacrificati per l’ospedale, che l’ospedale è stato
sacrificato per ripianare i debiti della regione Lazio, ecc., ma che,
da adesso in poi, tutto cambierà con il governo Renzi e i suoi
solerti ministri delle infrastrutture, trasporti, scuola, sanità
ecc., che i soldi ci sono e che per questo Renzi, Del Rio e sciacalli
vari, dal più grande al più piccolo (vedi vari imprenditori e
costruttori aquilani che si sono precipitati nella zona per portare
“solidarietà” ai terremotati), hanno piena legittimità a
calpestare, sotto i riflettori di tutto il mondo, l’intimità,
l’umanità e il dolore di quella terra bellissima!
Quello che non si dice è
che i soldi per la sicurezza nelle scuole, nelle case, negli ospedali
e per strada NON CI SONO perché servono per finanziare le guerre
imperialiste, per devastare i territori (TAV, TRIV, Snam ecc.), per
arricchire ancora di più i ricchi e opprimere/sopprimere sempre di
più i poveri.
Davanti alle affermazioni
di Vespa e di Del Rio - il terremoto come volano dell’economia e la
ripresa dell’occupazione - non c’è nulla di cui stupirsi quindi!
Quello che non si dice,
ma che è assodato dalla comunità scientifica, è che l’estrazione
degli idrocarburi con la tecnica del fracking (quella economicamente
più conveniente) è direttamente correlata all’intensità e
frequenza dei terremoti. E qui il gran culo di questo governo, che ha
attivamente boicottato il referendum No Triv alla vigilia di questa
botta, per regalare altri profitti agli amici petrolieri!
Quello che non si dice è
che l’Abruzzo, il centro Italia in particolare e tutta la dorsale
appenninica in generale sono zone ad alto rischio sismico e
andrebbero messe in sicurezza invece di finanziare con soldi pubblici
una pericolosissima grande opera di interesse privato come la “Rete
Adriatica” della Snam.
Ma il “furbetto”
Renzi, che con i suoi ministri si riempie ora la bocca di prevenzione
e rispetto dei cittadini, cosa ha fatto sinora della scuola se non
terra bruciata a beneficio dei manager? E del tubo della Snam ne
vogliamo parlare ora o alla prossima botta nella faglia più grande
d’Italia, quella sotto il monte Morrone?
Leggevo pochi giorni fa
un’intervista del geologo Moretti, che metteva in guardia sulle
conseguenze devastanti della riattivazione della faglia più lunga
d’Italia, inattiva da 1900 anni. Diceva più o meno che la faglia
era carica perché inattiva da troppo tempo e che l’intensità
delle scosse è direttamente proporzionale alla grandezza della
faglia. Ergo, la riattivazione della faglia sotto il Morrone potrebbe
provocare scosse anche di 6.5 a Sulmona, proprio dove la Snam, con il
sostegno del governo e i soldi nostri, vorrebbe localizzare la
centrale di decompressione del gasdotto, per vendere indisturbata il
gas ad altri paesi europei, passando per tutti i territori a zona
sismica 1 e 2.
Ma di quale prevenzione
vogliamo parlare, qui c’è da fare la rivoluzione, il gasdotto deve
scoppiare in mano a loro e non in culo alle popolazioni!"
Luigia - L'Aquila
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