Borgo Ticino chiede i danni per l’eccidio nazifascista
Il 13 agosto ’44 morirono 12 ragazzi: “Fu
un crimine contro l’umanità”. È il primo Comune a fare causa civile a Italia e
Germania
La commemorazione della strage nazifascista il 13
agosto a Borgo Ticino
17/08/2015
Partirà da un paese del Novarese la prima causa civile che chiede un
risarcimento danni per crimini contro l’umanità relativo alla Seconda guerra
mondiale: chiedono che Germania e Italia paghino per l’eccidio nazifascista di
Borgo Ticino. Il 13 agosto del 1944, per un’azione di rappresaglia, i soldati
tedeschi del reparto della Marina d’assalto Mek 80 e i fascisti della X Mas,
dopo un rastrellamento casa per casa, misero al muro 13 giovani civili: sul
selciato rimasero 12 corpi, uno si salvò.
Obbligati ad assistere
Tutto il paese fu costretto ad assistere per ore sotto il sole, prima che il
comandate Waldemar Krumhaar diede l’ordine di sparare; poi i nazifascisti
saccheggiarono le case. Nel giorno in cui il paese ha ricordato quell’orrore,
giovedì, è stata formalizzata la decisione che porterà Comune e 9 famiglie delle
vittime a chiedere risarcimento per la strage: «A settembre avvierò la causa al
tribunale di Novara - spiega l’avvocato Andrea Speranzoni che ha rappresentato
Comune e familiari delle vittime nel processo per la strage al tribunale
militare di Verona -. È la prima volta che in Italia si procede civilmente per
ottenere risarcimento per crimini contro l’umanità e di guerra».
Le condanna militare
Speranzoni è ottimista: «Lo scorso anno la Corte costituzionale italiana ha
riaffermato il diritto del singolo cittadino e di una comunità territoriale di
citare uno Stato per tali reati». E anche se sarà difficile prevedere i tempi,
la causa civile non parte da zero: «Nel 2012 il tribunale militare di Verona -
puntualizza Speranzoni - ha condannato all’ergastolo per la strage di Borgo
Ticino Ernst Wadenpfuhl, unico superstite del reparto d’assalto Mek 80, che
svolse un ruolo di coordinamento». In quella sentenza è stato quantificato un
risarcimento di 415mila euro. L’avvocato, difensore di parte civile anche in
altri processi per strage, da Marzabotto a Monchio, aggiunge: «Borgo Ticino farà
da battistrada alle altre località italiane inserite nella mappa delle stragi».
«Non è una vendetta»
Giovanni Orlando, oggi vice- sindaco, ha dato il via 10 anni fa all’iter
processuale: «Non esistono stragi di serie A e B. Quello che è successo a Borgo
Ticino è un crimine contro l’umanità». Per questo il Comune si è costituito
parte civile e ha sostenuto anche le spese legali per le famiglie dei caduti:
«Volere la verità, chiedere la giustizia non vuol dire cercare vendetta -
chiarisce il sindaco Francesco Gallo -. Se il processo ha stabilito le
responsabilità di quella tragica giornata, la causa civile imporrà che i
responsabili paghino».
Nessun commento:
Posta un commento