Resta
alta la tensione nelle cittadina di Tourcoing, meno di centomila
abitanti, nel dipartimento del Nord, vicino a Lille, al confine belga.
Da lunedì sera per quattro notti consecutive i giovani del quartiere
popolare de la Bourgogne hanno fronteggiato nel loro territorio circa
150 tra gendarmi e agenti antisommossa inviati per sedare la collera
seguita alla morte di un ragazzo del quartiere, Pierre-Eliot Zighem, 18
anni. Il giovane, in compagnia di altri due amici, nella notte tra
domenica e lunedì non si era fermato a un posto di blocco della polizia.
Inseguiti a folle velocità i tre hanno terminato la corsa schiantandosi
su un albero. Nell'urto Pierre-Eliot ha perso la vita. Secondo la
testimonianza di un altro passeggero dell'auto della tragedia il
conducente, in coma dopo l'urto, non si sarebbe fermato per non
incorrere in
una multa e nel ritiro della patente perché sprovvisto di assicurazione.
Da lunedì una sessantina di veicoli sono stati dati alle fiamme insieme a sei mezzi della polizia e a due autobus. La sera successiva all'incidente infatti un altro inseguimento della polizia si è concluso a la Bourgogne con decine e decine di giovani che hanno accolto e respinto i poliziotti a sassate. Quest'ultimo episodio ha innescato definitivamente una rivolta protrattasi ad alta intensità fino alla notte di venerdì e nella quale la polizia ha dovuto impiegare diversi uomini e mezzi, dando la caccia con gli elicotteri ai giovani del quartiere con l'elicottero fino alle prime luci del mattino.
Il quartiere de la Bougogne, con i suoi novemila abitanti e l'88% di case popolari, soffre cronicamente di tassi di disoccupazione altissimi e di un alto consumo di droghe. Il sindaco di Tourcoing, Gerald Darmanin, stretto collaboratore di Sarkozy e di cui sembra riecheggiare lo stile che definì feccia la gioventù banlieusarda in rivolta, criminalizza e minimizza la sommossa derubricandola a semplice fatto di devianza «Tutto è partito da tre delinquenti che hanno commesso un'infrazione al codice della strada e che avevano della droga in macchina» ma aggiunge, tradendo la paura per le proporzioni reali dello scontro che vorrebbe scongiurare «il dialogo è rotto tra la polizia e i delinquenti, ma non tra la polizia e i giovani». All'atteggiamento sprezzante dell'autorità costituita si accompagna il silenzio dei media che hanno iniziato a raccontare i fatti di Tourcoing solo a partire dalla quarta sera, quando le agitazioni minacciavano di contagiare i centri di Roubaix e Wattrelos.
A dispetto della ricorrenza degli omicidi di polizia nelle periferie francesi, un assetto sistemico articolato tra politica, media e sistema giudiziario impone una lettura episodica di queste violenze riducendoli a casi isolati che non prendono mai in esame i contesti dove questi hanno luogo e non interrogano mai pubblicamente la polizia sul suo operato, i suoi metodi la sua organizzazione. Come afferma il sociologo Said Boumamas “il rapporto della polizia con i quartieri popolari è generalmente contraddistinto dall'abuso, la discriminazione e soprattutto l'umiliazione. L'occultamento di questi dati di basi impedisce la comprensione globale delle rivolte che esplodono frequentemente dopo « l'uccisione dei fratelli ». Ma ovviamente su questo la stampa tace”.
una multa e nel ritiro della patente perché sprovvisto di assicurazione.
Da lunedì una sessantina di veicoli sono stati dati alle fiamme insieme a sei mezzi della polizia e a due autobus. La sera successiva all'incidente infatti un altro inseguimento della polizia si è concluso a la Bourgogne con decine e decine di giovani che hanno accolto e respinto i poliziotti a sassate. Quest'ultimo episodio ha innescato definitivamente una rivolta protrattasi ad alta intensità fino alla notte di venerdì e nella quale la polizia ha dovuto impiegare diversi uomini e mezzi, dando la caccia con gli elicotteri ai giovani del quartiere con l'elicottero fino alle prime luci del mattino.
Il quartiere de la Bougogne, con i suoi novemila abitanti e l'88% di case popolari, soffre cronicamente di tassi di disoccupazione altissimi e di un alto consumo di droghe. Il sindaco di Tourcoing, Gerald Darmanin, stretto collaboratore di Sarkozy e di cui sembra riecheggiare lo stile che definì feccia la gioventù banlieusarda in rivolta, criminalizza e minimizza la sommossa derubricandola a semplice fatto di devianza «Tutto è partito da tre delinquenti che hanno commesso un'infrazione al codice della strada e che avevano della droga in macchina» ma aggiunge, tradendo la paura per le proporzioni reali dello scontro che vorrebbe scongiurare «il dialogo è rotto tra la polizia e i delinquenti, ma non tra la polizia e i giovani». All'atteggiamento sprezzante dell'autorità costituita si accompagna il silenzio dei media che hanno iniziato a raccontare i fatti di Tourcoing solo a partire dalla quarta sera, quando le agitazioni minacciavano di contagiare i centri di Roubaix e Wattrelos.
A dispetto della ricorrenza degli omicidi di polizia nelle periferie francesi, un assetto sistemico articolato tra politica, media e sistema giudiziario impone una lettura episodica di queste violenze riducendoli a casi isolati che non prendono mai in esame i contesti dove questi hanno luogo e non interrogano mai pubblicamente la polizia sul suo operato, i suoi metodi la sua organizzazione. Come afferma il sociologo Said Boumamas “il rapporto della polizia con i quartieri popolari è generalmente contraddistinto dall'abuso, la discriminazione e soprattutto l'umiliazione. L'occultamento di questi dati di basi impedisce la comprensione globale delle rivolte che esplodono frequentemente dopo « l'uccisione dei fratelli ». Ma ovviamente su questo la stampa tace”.
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