Dolore e rabbia. Un forte abbraccio alla moglie e ai figli di Alessandro dai lavoratori dello Slai cobas sc
16:55 12 GIU 2015
(AGI) - Taranto, 12 giu. - E' morto alle 15,50 di oggi
nella rianimazione del Policlinico di Bari Alessandro Morricella, il dipendente
Ilva di 35 anni rimasto gravemente ustionato lunedi' sera in un incidente
verificatosi all'altoforno 2. Lo annunciano fonti sindacali. II lavoratore,
dopo un breve passaggio dall'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, era
stato trasferito d'urgenza la sera stessa al Policlinico ma le sue condizioni
in questi giorni sono sempre rimaste gravissime.
Morricella stava eseguendo un controllo della temperatura della ghisa quando e' stato investito da una fiammata mista a getti di ghisa. Ha riportato ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Sull'incidente la Procura di Taranto ha aperto un'inchiesta affidata al sostituto procuratore Antonella De Luca. Diverse le persone gia' interrogate per ricostruire la dinamica dell'incidente che potrebbe essere avvenuto per un anomalo accumulo di gas nell'impianto. Ma ci sono altri punti da chiarire: per esempio, non sarebbe stata ritrovata la cover che il personale addetto a queste operazioni nell'area di colata solitamente indossa. Lo Spesal dell'Asl mercoledi' scorso ha effettuato un sopralluogo nell'area dell'altoforno 2 e ha imposto all'Ilva prescrizioni di sicurezza da attuarsi nell'arco di 60 giorni. Dopo l'incidente all'Ilva ci sono state 24 ore di sciopero. Morricella, sposato e con due figli, viveva a Martina Franca, comune della provincia di Taranto. (AGI) .
Morricella stava eseguendo un controllo della temperatura della ghisa quando e' stato investito da una fiammata mista a getti di ghisa. Ha riportato ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Sull'incidente la Procura di Taranto ha aperto un'inchiesta affidata al sostituto procuratore Antonella De Luca. Diverse le persone gia' interrogate per ricostruire la dinamica dell'incidente che potrebbe essere avvenuto per un anomalo accumulo di gas nell'impianto. Ma ci sono altri punti da chiarire: per esempio, non sarebbe stata ritrovata la cover che il personale addetto a queste operazioni nell'area di colata solitamente indossa. Lo Spesal dell'Asl mercoledi' scorso ha effettuato un sopralluogo nell'area dell'altoforno 2 e ha imposto all'Ilva prescrizioni di sicurezza da attuarsi nell'arco di 60 giorni. Dopo l'incidente all'Ilva ci sono state 24 ore di sciopero. Morricella, sposato e con due figli, viveva a Martina Franca, comune della provincia di Taranto. (AGI) .
venerdì 12
giugno 2015 Cronaca
Il fatto
L’operaio Ilva ustionato non
ce l’ha fatta. E’ morto a 34 anni
Le parole del Segretario Generale Fim Cisl, Marco
Bentivogli: inaccettabile morte sul lavoro
«Abbiamo
appreso una notizia dolorosissima: Alessandro Morricella, il giovane ragazzo
dell’Ilva di appena 34, che martedì scorso aveva subito pesantissime ustioni di
terzo grado colpito da getto di ghisa, non ce l’ha fatta».
A darne
notizia è il Segretario Generale Fim Cisl, Marco Bentivogli che aggiunge:
«Vogliamo che sia fatta chiarezza sulla dinamica di questo incidente mortale,
affinché non si ripeta mai più».
Alessandro
Morricella lascia la moglie e due figli di 6 e 2 anni. «Tutti i metalmeccanici
della Fim Cisl - conclude - si stringono attorno alla sua famiglia ed esprimono
il più profondo cordoglio».
Di seguito la denuncia di quanto accaduto ai compagni di lavoro di Alessandro
Gli operai dell'AFO 2 protestano e i delegati
sindacali fanno i rappresentanti dell'azienda
"Lavorare
qui è insicuro". Dopo il sopralluogo dello Spesal, i lavoratori non
volevano tornare sul campo di colata.
Ma i
delegati sindacali - di cui vorremmo sapere nome e cognome - nonostante dal
sopralluogo e dalle prescrizioni dello Spesal appare chiaro che mancavano
importanti misure di protezione, che avrebbero salvato Alessandro - si fanno
portavoci del ricatto aziendale.
Quindi
questi delegati, non hanno fatto nulla prima per controllare e imporre misure
di sicurezza e continuano a coprire l'azienda dopo, giocando sulla pelle degli
operai.
Questi
sindacalisti vanno cacciati!
(Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno) - "All'Ilva l’altra notte i due altiforni in marcia, il 2 e il 4,
hanno rischiato di essere fermati dall'azienda a causa dell'astensione dal
lavoro degli addetti all'altoforno 2, l'impianto dove lunedì sera si è
verificato un grave incidente con un operaio ustionatosi e tutt'ora in pericolo
di vita nella rianimazione del Policlinico di Bari. In nottata è poi
intervenuto un chiarimento tra i delegati sindacali e il personale
dell'altoforno 2 e quindi, intorno alle 2, il lavoro è ripreso... Sessanta
giorni di tempo all'Ilva per attuare le prescrizioni di sicurezza sul piano di
colata dell'altoforno 2 dopo il grave incidente di lunedì nel quale è rimasto
coinvolto il 35enne Alessandro Morricella, dipendente Ilva di Martina Franca,
che, investito da una fiammata mista a ghisa ad elevata temperatura, ha riportato
ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Le prescrizioni sono state
fissate dai tecnici dello Spesal,.. Le misure imposte prevedono lo spostamento
della postazione, da frontale a laterale, per il prelievo della ghisa al fine
di controllarne la temperatura e la predisposizione di un'ampia copertura di
protezione per evitare che il lavoratore addetto al prelievo - la funzione che
lunedì stava esercitando Morricella quando è stato colpito - possa esser
investito dal getto pericoloso di materiale incandescente. Nel fissare
questi adempimenti e nel dare all'Ilva due mesi di tempo per attuarli, lo
Spesal, rilevano fonti sindacali, ha detto che l'altoforno 2, nel frattempo,
può stare in marcia. L'impianto era stato fermato subito dopo l'incidente. Ma
mercoledì sera, apprese le prescrizioni dello Spesal, il personale addetto
all'altoforno 2 si è rifiutato di lavorare restando in sala mensa. Troppo
elevato il rischio, secondo loro, ma soprattutto tanta la tensione
accumulata, anche sul piano emotivo, dopo l'incidente occorso al loro compagno
di lavoro... È quindi partito prima un confronto tra Ilva e sindacati, poi tra
i sindacati e i lavoratori dell'altoforno 2, al fine di chiarire la situazione.
Secondo fonti sindacali, l'Ilva avrebbe paventato la possibilità di fermare non
solo l'altoforno 2 ma anche il 4 se l'attività sull'impianto non fosse ripresa
regolarmente. L'Ilva si è appellata al fatto che lo Spesal non ha bloccato
l'impianto ma ha ordinato degli interventi fissando un arco temporale entro i
quali eseguirli. Stesso concetto i delegati sindacali hanno poi riportato ai
lavoratori dell'altoforno 2 incontrati subito dopo l'azienda. «Sul piano di
colata di solito ci sono quattro addetti, ma l’altra notte - dicono i
sindacalisti - se ne sono presentati in sei. Abbiamo parlato, chiarito, e alla
fine, verso le 2, in quattro hanno deciso di tornare al lavoro». L'Ilva, dicono
i sindacati, pur comprendendo lo stato d'animo del personale dell'altoforno 2
per quello che era successo, è stata altrettanto ferma nel dire che avrebbe
fermato i due altiforni rimasti in marcia se la situazione non si fosse
sbloccata. E questo, aggiungono i sindacati, avrebbe causato ripercussioni in
tutto il siderurgico...".
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