Il quotidiano renziano La Repubblica - a pagina sedici dell'edizione di domenica sette giugno - si occupa di mappare i consiglieri regionali del Partito (sedicente) Democratico, nelle sette regioni in cui si sono da poco rinnovate le assemblee elettive, differenziandoli per aree politiche di appartenenza.
Sono in totale centododici, così divisi dal giornale fondato da Eugenio Scalfari: cinquantaquattro estremisti renziani, trentaquattro appartenenti alla minoranza socialdemocratica, ventiquattro legati ai ras locali; lo scopo del giornale è quello di dimostrare che il suo protettore politico non è affatto un autocrate, ma anzi divide con gli altri i posti di potere.
Che si tratti di un'operazione truffaldina lo si capisce non appena si aprofondisce la massa di dati a disposizione del pubblico; i servi sciocchi e carrieristi di Renzi sono settantotto: ai suoi lacché ufficiali vanno, senza indugio, aggiunti i così detti Giovani Turchi e coloro che sono entrati in Consiglio grazie ai candidati presidente, tutti protetti dall'Autocrate Fiorentino.
Quelle che seguono sono le reali proporzioni tra esponenti
renziani e non, divisi per regione di elezione:
- Campania: 16 estremisti, 5 moderati.- Liguria: 4 estremisti, 4 moderati.
- Marche: 9 estremisti, 6 moderati.
- Puglia: 16 estremisti, 7 moderati.
- Toscana: 19 estremisti, 5 moderati.
- Umbria: 8 estremisti, 2 moderati.
- Veneto: 6 estremisti, 5 moderati.
E' pur vero che vanno considerati nel campo dei moderati oltre alle aree socialdemocratiche - Area Riformista e Sinistra dem, che fanno riferimento, rispettivamente, a Bersani ed a Gianni Cuperlo - anche qualcuno che è possibile non lo sia, ma la suddivisione fatta è più coerente con la realtà: e soprattutto dimostra che solo apparentemente Renzi intende spartire il potere con coloro che lo avversano.
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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