Il popolo No Tav ritorna a farsi sentire. Dopo i mesi del lockdown il movimento ricomincia a rodare la quotidianità di lotta in vista dell'estate.
Mentre
il governo e la politica dei palazzi pensano di rilanciare l'economia
attraverso il solito piano di grandi opere inutili, dimostrando di non
aver capito nulla della pandemia, e Confindustria e Telt chiedono a gran
voce la "sburocratizzazione" del TAV (dunque sostanzialmente di poter
speculare senza dover rendere conto a nessuno), il movimento inizia a
confrontarsi, discutere ed attivarsi di fronte alle nuove sfide della
fase.
Giovedì le Fomne No Tav hanno
organizzato un aperitivo di solidarietà davanti alla casa di Nicoletta,
ancora costretta ai domiciliari. venerdi invece il movimento ha ricominciato a recarsi ai cancelli della
centrale di Chiomonte per una delle tradizionali apericene con battitura
per presidiare il territorio.
Nonostante
l'emergenza Covid imponga una riflessione su come vadano utilizzate le
risorse (con 500 metri di TAV ad esempio si potrebbe costruire un
ospedale da 1200 posti letto), il sistema del cemento e del mattone
cerca in ogni modo di sfruttare questa faglia di tempo tra la crisi
sanitaria e quella economica per imporre questa opera inutile sul
territorio. Ma il movimento No Tav, come sempre, si attiene al motto
partigiano: "Ai nostri posti ci troverete".
A sarà dura!
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