venerdì 12 giugno 2020

pc 12 giugno - Crimini di guerra in Afghanistan: L'imperialismo americano e Trump non vogliono farsi processare



  • Autorizzata anche l'espansione delle restrizioni sui visti contro funzionari della stessa Corte e loro familiari. In marzo la Cpi aveva avviato un'inchiesta per presunti crimini di guerra in Afghanistan dal 2003 col possibile coinvolgimento delle truppe Usa. Nella nota, il governo degli Stati Uniti ha ricordato che il Paese non fa parte dello Statuto di Roma e ha respinto le affermazioni secondo cui la Corte penale internazionale ha giurisdizione sul personale statunitense.

    Nell'aprile del 2019 i giudici avevano stabilito che "un'indagine sulla situazione in Afghanistan in questa fase non servirebbe gli interessi della giustizia".

    Il comunicato spiegava che nonostante la Camera avesse "accuratamente controllato le informazioni fornite dal Procuratore e ha ritenuto che reati commessi in Afghanistan sarebbero potenzialmente ammissibili dinanzi alla Corte". Tuttavia "il tempo trascorso dall'apertura dell'esame preliminare nel 2006 e la situazione politica in Afghanistan da allora in poi, la mancanza di cooperazione che il procuratore ha ricevuto (...)".

    Gli Stati Uniti infatti avevano già negato i visti di ingresso agli investigatori del Cpi, di cui non riconoscono l'autorità, e di conseguenza tolto la possibilità di indagare su un Paese i cui archivi restano senza accesso. Gli Usa avevano anche negato il visto d'ingresso alla procuratrice Bensouda, la stessa che aveva chiesto anche un'indagine sui rohingya del Myanmar. Il segretario di Stato Mike Pompeo  aveva sostenuto che il lavoro della Corte è un "attacco allo stato di diritto americano". 

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