Nell giornata di ieri migliaia di lavoratori, disoccupati, precari e
studenti sono scesi in piazza in tutta Italia, raccogliendo l'invito
alla mobilitazione nazionale lanciato dal Patto d'azione a seguito della
convergenza di decine di realtà del sindacalismo combattivo, movimenti
di lotta, soggettività politiche e sociali all'appello lanciato ad
aprile dal SI Cobas.
In circa 20 città si sono svolti presidi e cortei, in molti casi con una partecipazione di massa e al di ogni più rosea aspettativa.
Particolarmente imponente la manifestazione di Milano, con oltre 5000 persone che hanno sfilato nel primo corteo cittadino post-lockdown nel capoluogo della regione più colpita dal CoVid, nonché
simbolo del disastro sanitario e sociale provocato dalla fame dei profitti di Confindustria, dalle politiche criminali della giunta Fontana e dalla subalternità del governo Conte ai diktat padronali.
La piazza del Duomo semipiena e la grande partecipazione dei lavoratori del SI Cobas, dei precari della scuola e sanità, di Adl Cobas, Sial Cobas, e Slai Cobas per il sindacato di classe, delle reti sociali (CSA Vittoria, Brigate di solidarietà attiva), di organizzazioni politiche (FGC, Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, PCL, area libertaria, Carc, ecc.), di giovani e studenti, è la riprova di come nel paese stia crescendo una domanda di opposizione sociale e politica attorno a un programma di rivendicazioni e parole d'ordine chiaramente classiste.
Per questo, sia a Milano che nelle altre città, le manifestazioni sono state aperte da striscioni unitari del Patto d'azione e inneggianti al Fronte Unico di classe e alla necessità storica di far pagare la crisi ai padroni a partire dalla solidarietà internazionalista nei confronti della sollevazione di massa dei proletari statunitensi in risposta all'uccisione di George Floyd
Anche a Bologna la manifestazione è bastata un successo: circa 1500 persone in un corteo cui hanno preso parte, oltre alle realtà aderenti al corteo di Milano, anche il centro sociale Crash, Sgb, e Rifondazione Comunista), per denunciare con forza i notevoli ritardi nell'erogazione di CIG e FIS, gli attacchi repressivi agli scioperi e il tentativo padronale di limitare il diritto di sciopero e le agibilità sindacali.
Diverse centinaia in piazza anche a Genova, Roma, Torino, Olbia, Piacenza e Napoli, e molto partecipati i presidi a Mestre, Messina, Taranto Palermo e Cosenza: in particolare al Sud, si è distinta la partecipazione dei movimenti dei disoccupati storici (Banchi Nuovi e 7 novembre a Napoli) e nuove realtà di senza lavoro aggregatesi attorno alla Rete Vogliamo Tutto nel resto del meridione.
Questa grande giornata di lotta unitaria ci spinge a proseguire con convinzione sulla strada del Patto d'azione.
La crisi drammatica con cui milioni di lavoratori e disoccupati stanno facendo i conti, esige il protagonismo diretto dei proletari a partire dalla difesa dei loro strumenti storici di lotta: lo sciopero e la mobilitazione di piazza.
Per questo, sulla scorta del successo delle manifestazioni di sabato, come SI Cobas riteniamo sia giunta l'ora di lanciare un appello per la costruzione di dar vita in tempi brevi a un assemblea nazionale di tutti i lavoratori e delegati combattivi, aperta a tutti i settori proletari colpiti dalla crisi: disoccupati, lavoratori dello spettacolo, precari della scuola e della sanità, ecc., e senza alcuna distinzione di categoria e di sigla sindacale di appartenenza.
Non siamo carne da macello!
Facciamo pagare la crisi ai padroni!
Per il fronte unico di classe!
SI Cobas nazionale
In circa 20 città si sono svolti presidi e cortei, in molti casi con una partecipazione di massa e al di ogni più rosea aspettativa.
Particolarmente imponente la manifestazione di Milano, con oltre 5000 persone che hanno sfilato nel primo corteo cittadino post-lockdown nel capoluogo della regione più colpita dal CoVid, nonché
simbolo del disastro sanitario e sociale provocato dalla fame dei profitti di Confindustria, dalle politiche criminali della giunta Fontana e dalla subalternità del governo Conte ai diktat padronali.
La piazza del Duomo semipiena e la grande partecipazione dei lavoratori del SI Cobas, dei precari della scuola e sanità, di Adl Cobas, Sial Cobas, e Slai Cobas per il sindacato di classe, delle reti sociali (CSA Vittoria, Brigate di solidarietà attiva), di organizzazioni politiche (FGC, Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, PCL, area libertaria, Carc, ecc.), di giovani e studenti, è la riprova di come nel paese stia crescendo una domanda di opposizione sociale e politica attorno a un programma di rivendicazioni e parole d'ordine chiaramente classiste.
Per questo, sia a Milano che nelle altre città, le manifestazioni sono state aperte da striscioni unitari del Patto d'azione e inneggianti al Fronte Unico di classe e alla necessità storica di far pagare la crisi ai padroni a partire dalla solidarietà internazionalista nei confronti della sollevazione di massa dei proletari statunitensi in risposta all'uccisione di George Floyd
Anche a Bologna la manifestazione è bastata un successo: circa 1500 persone in un corteo cui hanno preso parte, oltre alle realtà aderenti al corteo di Milano, anche il centro sociale Crash, Sgb, e Rifondazione Comunista), per denunciare con forza i notevoli ritardi nell'erogazione di CIG e FIS, gli attacchi repressivi agli scioperi e il tentativo padronale di limitare il diritto di sciopero e le agibilità sindacali.
Diverse centinaia in piazza anche a Genova, Roma, Torino, Olbia, Piacenza e Napoli, e molto partecipati i presidi a Mestre, Messina, Taranto Palermo e Cosenza: in particolare al Sud, si è distinta la partecipazione dei movimenti dei disoccupati storici (Banchi Nuovi e 7 novembre a Napoli) e nuove realtà di senza lavoro aggregatesi attorno alla Rete Vogliamo Tutto nel resto del meridione.
Questa grande giornata di lotta unitaria ci spinge a proseguire con convinzione sulla strada del Patto d'azione.
La crisi drammatica con cui milioni di lavoratori e disoccupati stanno facendo i conti, esige il protagonismo diretto dei proletari a partire dalla difesa dei loro strumenti storici di lotta: lo sciopero e la mobilitazione di piazza.
Per questo, sulla scorta del successo delle manifestazioni di sabato, come SI Cobas riteniamo sia giunta l'ora di lanciare un appello per la costruzione di dar vita in tempi brevi a un assemblea nazionale di tutti i lavoratori e delegati combattivi, aperta a tutti i settori proletari colpiti dalla crisi: disoccupati, lavoratori dello spettacolo, precari della scuola e della sanità, ecc., e senza alcuna distinzione di categoria e di sigla sindacale di appartenenza.
Non siamo carne da macello!
Facciamo pagare la crisi ai padroni!
Per il fronte unico di classe!
SI Cobas nazionale
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