Ma tutto questo è la dimostrazione che
non c'è alternativa: o socialismo o barbarie, perchè alla ciclicità
delle crisi economiche si intrecceranno in maniera più ravvicinata i
cicli di pandemie che a loro volta allargheranno, come in questo
periodo, la crisi economica.
L'azione distruttiva che i diversi
governi hanno portato nel campo della sanità per il profitto, la
speculazione dei privati e l'attuazione di logiche uguali anche nelle
strutture pubbliche hanno trasformato la pandemia in strage.
Ma è estremamente riduttivo e indica
solo gli effetti e non le cause vedere questa emergenza
soprattutto come crisi sanitaria, quando essa invece dimostra in maniera più evidente che il sistema capitalista/imperialista produce crisi, guerre, devastazioni, pandemie e che solo il suo rovesciamento può ”salvarci”.
soprattutto come crisi sanitaria, quando essa invece dimostra in maniera più evidente che il sistema capitalista/imperialista produce crisi, guerre, devastazioni, pandemie e che solo il suo rovesciamento può ”salvarci”.
I comunisti non sono catastrofisti e
non devono strillare più delle masse, ma far vivere la scienza del
proletariato: da sempre il capitalismo agisce così, e nella sua fase
suprema, l'imperialismo, distrugge le stesse forze produttive che ha
sviluppato; ma la “forza produttiva principale” che ha
sviluppato, il proletariato, la classe operaia è e resta il suo
“becchino”.
Il governo, al servizio, sensibile ai
padroni, stretto tra i pressanti diktat della Confindustria, dei
grandi padroni e dell'arco di classi e ceti ad essi alleati, in
primis i commercianti, ecc, e l'”opposizione” di destra interna
(Renzi e suoi ministri e M5S) e l'opposizione esterna
fascio-populista, produce provvedimenti e decreti che sempre più
danno sostegno, soldi a fondo perduto, sgravi, libertà ai padroni
(che però pretendono di più) e poco o niente ai lavoratori e alle
masse popolari, a cui invece si aggiungono vessazioni, confusioni,
burocrazia anche nelle poche cose previste (vedi ritardi per la
Cigd), repressione se lottano, protestano; intanto va avanti e ha
effetto la pressione delle Regioni che vogliono piena libertà per
commercianti, artigiani che ingrossano la base sociale della destra
fascio-populista-razzista alla Salvini-Meloni (su questo noi siamo
per il centralismo e non per l'autonomia regionale, che è ora come
ora sempre più a destra. Noi non siamo d'accordo che in nome degli
interessi dei commercianti il governo apra tutto, quando ancora la
dinamica della pandemia, dei contagiati, dei morti non si è
fermata).
Le soluzioni alternative a questo
governo si presentano con ipotesi di governi ancora più allineati ai
desideri dei padroni grandi e medi; soluzioni che andrebbero o verso
i cosiddetti “governi tecnici (si fa il nome di Draghi, o della
task force all'interno di questo stesso governo) o verso le elezioni
con la vittoria ancora sempre possibile dei fascio-populisti - con
Salvini e Meloni al potere avremmo una gestione dell'emergenza più
simile a quella di Trump, Bolsonaro.
Il problema nel nostro campo è quello
nell'immediato di lavorare per far crescere un movimento di massa a
direzione proletaria in grado di contrastare le misure del governo,
di far pagare il massimo del “conto” per la situazione creata
(vedi i morti in Lombardia), ed imporre con la lotta soluzioni che
rispondano meglio alle esigenze dei proletari e delle masse popolari
su sanità, salario, lavoro, sicurezza, case, ecc. Più a lungo
termine, di lavorare perchè la classe operaia, le fabbriche scendano
forti in campo; in questo senso non siamo per perpetuare il “restare
a casa” per i lavoratori, ma perchè prendano il loro posto
centrale sul fronte della lotta.
Per la posizione di cogestione con i
padroni dei sindacati confederali e la debolezza delle organizzazioni
sindacali di base, al di là dell'autopropaganda a cui sono inclini,
le fabbriche non sono ancora al centro dello scontro reale. Ma questa
situazione è temporanea, perchè l'effetto profondo della crisi
economica e della recessione è proprio sul fronte delle chiusure,
ristrutturazioni di fabbriche, riduzione del costo del lavoro,
attacco ai posti di lavoro, che troverà la sua manifestazione più
importante e sarà l'inevitabile base oggettiva per lo sviluppo della
difesa/resistenza delle lotte operaie.
Il capitale si riprende dalla crisi,
solo il suo rovesciamento con la rivoluzione proletaria può
fermarlo. Il capitale fa dell'uscita della crisi un'occasione per
nuove fonti di profitto e di estorsione del plusvalore, la sanità
ora diventerà il nuovo “eldorado” in cui varie aziende si
ricicleranno non certo per dare le risposte che servono alla sanità
ma per la loro ripresa; ma certamente il periodo che si avvicina
dall'autunno in poi è quello del dispiegarsi della crisi e dello
scaricamento sui lavoratori. Anche perchè, essendo dentro una crisi
mondiale, agiscono i rapporti di forza tra i diversi paesi
imperialisti e l'Italia tra i grandi paesi imperialisti è e resta un
anello debole.
Le misure decise a livello europeo, a
cui l'imperialismo italiano non può certo sottrarsi perchè più
sovranismo vuol dire più crisi non certo più fondi, saranno
inferiori alle necessità perchè rispecchiano la diversa forza dei
paesi imperialisti.
Se per noi il centro resta la classe
operaia dobbiamo chiaramente partecipare, organizzare, sostenere la
lotta di tutti i settori proletari più colpiti.
Dobbiamo operare nella lotta di classe
quotidiana, per il radicamento sociale che ha a che fare con la lotta
agli effetti concreti dell'azione dei padroni e del governo sui
lavoratori e le masse popolari, sostenendo le forme di organizzazione
che hanno una capacità di combattimento, senza voler mettere le
“braghe al mondo”. Facendo questo, contrastare anche idee
sbagliate tra le masse o di paura impotente o illusorie/fiduciose
sull'azione del governo, o di “ritorno alla normalità” che
significa solo tornare, in peggio, a tutti i gravi problemi di prima.
L'Italia, tra i paesi colpiti dal
coronavirus e dalle misure dei governi e Stati, è stato un paese
d'esempio per gli scioperi, le proteste, per le manifestazioni di
piazza che hanno sfidato i divieti inutili e solo repressivi.
Questo incoraggia il lavoro tra i
lavoratori e le masse.
Nello stesso tempo vogliamo lavorare
per costruire gli strumenti per la rivoluzione: il Partito, il Fronte
unito e la forza combattente. La prima questione è la costruzione
del Partito perchè senza il suo partito la classe operaia non ha
possibilità di influenzare il fronte unito e questo viene
inevitabilmente influenzato ed egemonizzato dalla piccola borghesia.
Per la costruzione del Partito
importante in questa fase tra le avanguardie è la propaganda
rivoluzionaria e il lavoro teorico. Non abbiamo bisogno e non è
possibile un grande Partito, c'è bisogno di un piccolo Partito ma
formato dagli elementi più coscienti della classe, che sappiano
parlare alle masse, essere riconosciuti, capaci di organizzare le
masse.
I comunisti devono approfittare di
questo momento per rafforzare il loro lavoro strategico e per farsi
riconoscere dalle masse, battendo pessimismo e
opportunismo/economicismo.
Hanno come dire un “doppio compito”
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