Senza fissa dimora, Avv. Vitale: “il Comune di Torino ha rifiutato qualunque interlocuzione”
“E’ una situazione emergenziale che è stata sostanzialmente creata dall’amministrazione comunale, che nonostante tutta la normativa, una circolare del Ministero del Lavoro in particolare, raccomandasse di non chiudere tutte le strutture di accoglienza anche diurne – circolare di marzo che non è stata abrogata, siamo ancora in emergenza – […] è stata chiusa la struttura di piazza d’Armi“.
“Devo aggiungere purtroppo che in questa lunga settimana abbiamo avuto delle interlocuzioni con la Questura e la Prefettura, non abbiamo avuto nessuna interlocuzione con il Comune che ha sempre rifiutato ogni contatto con le persone che dormono qua, con le persone che dormono in piazza d’Armi, e con chi in questo momento le sta aiutando“...
Chiara, senza fissa dimora, dichiara che in piazza d’Armi dormivano diversi italiani, alcuni con problemi di salute, ora sono alla pioggia.
Non si capisce se la giunta comunale sia nella confusione più totale, o stia deliberatamente violando tutta una serie di norme.
Di certo sembra affetta da una forma di “autismo politico”.
Voci di corridoio parlano di una soluzione che prevederebbe il trasferimento delle persone a Bardonecchia.
Davvero è questa la soluzione politica di quest’amministrazione? Considerare queste persone dei pacchi postali da spedire via da una città con strutture perfettamente in grado di accoglierle?
Mica staranno pensando, in caso di prevedibile rifiuto da parte delle persone, di poter dire: “Noi la soluzione gliel’abbiamo data, ma hanno rifiutato”?
Sindaca Appendino: le strutture ci sono eccome, c’è via Asti ad esempio, è perfetta, sarebbe compatibile con le norme emergenziali, sarebbe solo da (ri)aprire.
Sono persone Sindaca, persone.
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