in un sindacato unito unico e forte".
Per conoscere la lotta che gli operai della 'Maschio' con lo Slai cobas sc stanno portando avanti, riportiamo, dopo l'intervento, un articolo stampa su uno degli scioperi
Saluti
a tutti compagni,
oggi
è un giorno importante e particolare per me, perché non ho mai
avuto opportunità di partecipare a una assemblea importante come
questa, e sono veramente orgoglioso di parlare davanti a operai
lavoratori e compagni che hanno fatto una storia nella lotta, una
grande storia più forte e intensa.
Penso
che tutti come me parliamo di questa pandemia che ha invaso il mondo,
come è arrivata e come va a finire. Però di fronte a questa
situazione, a questa crisi lo Stato borghese non sta cercando modi
giusti per affrontarla e farci uscire alla normalità, ma sta
approfittando e usando la pandemia per passare a un nuovo mondo di
dittatura.
Un
mondo di dittatura con cui vogliono schiacciare di più gli operai e
fare vivere nella schiavitù, ma una schiavitù senza catene.
Noi
proletari dobbiamo ribellarci a questa dittatura moderna!
Dittatura
moderna che pensa solamente agli interessi dei padroni e al loro
profitto e poi viene la vita degli operai che loro vogliono come
“carne da macello”.
Con
tutti i nostri sforzi dobbiamo lottare contro queste dittature se non
lo facciamo adesso dobbiamo abbassare la testa e restiamo a casa
chiusi vivendo la fame come vogliono loro.
Loro
vogliono che noi lavoriamo e basta, senza protezione, senza e
sicurezza, e stare zitti.
E
invece noi vogliamo lavorare, ma difendere i diritti.
Lavorare
e lottare contro i licenziamenti che arrivano, come è successo
adesso alla Tnt, che hanno licenziato le persone.
Lavorare
e riprendere le assemblee e lo sciopero.
L’esempio
è quello di Bologna che veramente hanno fatto una grande sfida
contro lo Stato borghese. É una iniziativa veramente da rifare, un
forte esempio.
Noi
a Grezzago, provincia di Milano da un anno che lottiamo contro un
padrone fascista e razzista.
Questo
padrone sfrutta gli operai con tutti i modi senza i minimi diritti di
umanità e sicurezza, usando le cooperative loro prendono e lasciano
quando vogliono, così non hanno problemi e possono licenziare e
assumere quando vogliono senza alcun diritto.
In
questa lotta siamo stati sostenuti durante una manifestazione a
Trezzo sull’Adda, da operai della zona e fuori e da operai Cobas,
perché è una zona con tante industrie e operai dei Cobas, e abbiamo
avuto un grande sostegno da loro in questa manifestazione.
Anche
noi abbiamo mandato un messaggio di solidarietà ai precari della
Piaggio per sostenerli.
Maschio
con il covid 19 sta sfruttando le persone e con la cassa integrazione
sta cercando di cacciarci via dal lavoro e licenziarci come stanno
facendo tanti padroni.
Stiamo
preparando nuove lotte, e manifestazione, chiediamo sostegno e
chiediamo di unire le forze in un sindacato unito unico e forte.
Aiutiamoci
a fare crescere questo movimento sacro con l’unione nella lotta e
la solidarietà.
grazie
*****
Lavoratori in sciopero alla Maschio di Grezzago
Il presidio è stato organizzato ieri, lunedì 3 febbraio 2020 davanti ai cancelli dell'azienda che
produce materiali in plastica, dagli operai del reparto produzione per manifestare contro l' allontanamento di un collega.
Trezzese, 04 Febbraio 2020 ore 16:54
Lavoratori in sciopero alla Maschio di Grezzago. Ieri, lunedì 3 febbraio 2020, davanti ai cancelli dell’azienda di via Abruzzi, gli operai del reparto produzione hanno incrociato le braccia. Hanno voluto manifestare la loro solidarietà a un collega che è stato mandato a casa il giorno stesso della protesta.
E’ stato un lunedì di protesta per gli operai del reparto produzione della Maschio di Grezzago. Ieri, lunedì 3 febbraio 2020, una decina di operai ha lasciato l’azienda e si è posizionata fuori dai cancelli per protestare contro l’allontanamento di un collega avvenuto in quella stessa giornata. L’uomo, che lavorava nell’azienda grezzaghese che produce materiali in plastica da circa dodici anni, che a suo dire voleva chiedere spiegazioni sull’orario di lavoro, ha avuto un acceso alterco con la direzione ed è stato allontanato. A quel punto i colleghi hanno deciso di chiamare il sindacato dello Slai Cobas e sono usciti dai cancelli della ditta a protestare.
I motivi della protesta
«I problemi per i lavoratori sono nati da quando l’azienda ha deciso di passare la produzione a una cooperativa, oggi diventata una Società a responsabilità limitata – ha spiegato Sergio Caprini del sindacato dello Slai Cobas – Questo per i lavoratori significa perdere qualsiasi diritto, anche nella procedura di licenziamento. Di norma dovrebbe arrivare una lettera motivata e invece no. E così lo si può lasciare a casa senza colpo ferire».
Il precedente
La prima manifestazione di protesta è avvenuta a ottobre quando un altro collega del reparto produzione, di ritorno dalle ferie, aveva scoperto che non aveva più il posto di lavoro. “I contratti in appalto sono un cancro che ha infiltrato profondamente le fabbriche non solo i magazzini – ha ripreso Caprini – Gli operai che ora sono organizzati sindacalmente hanno scioperato immediatamente fino a sera e le mobilitazioni continueranno al fine di reintegrare i due operai lasciati a casa”.
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