venerdì 20 marzo 2020

pc 20 marzo - Dai posti di lavoro QUANDO "GLI ANGELI" DEVONO RIBELLARSI

Dall'inizio dell’emergenza 'coronavirus' ad oggi, circa 3.000 operatori sanitari sono stati contagiati. La causa. Personale sanitario ridotto all'osso, infermieri e oss., continuamente spostati nei reparti degli infetti senza nessuna o con inadeguate protezioni; informazioni e formazione caotiche, discontinue e contraddittorie, emanazione di continue linee guida che modificano i dispositivi necessari per il contatto con pazienti affetti da 'coronavirus'. Questa, la fotografia di una gestione sanitaria che non ha saputo assolvere al suo compito: tutelare la salute pubblica, curare e, sopratutto, prevenire e garantire la sicurezza di tutti i lavoratori e le lavoratrici. Sapevano, perché lo
scempio della sanità è opera di politici, presidenti di Regioni, amministratori e aree vaste, che occorreva tener buoni i lavoratori. Ieri hanno tentato di utilizzare la carta del paternalismo “onore agli angeli”, oggi di fronte alle numerose manifestazioni che sempre più emergono, attraverso lettere, prese di posizione, contestazioni, denunce, per come lavoratori/trici sono costretti a lavorare, sotto organico e senza adeguati dispositivi di protezione, arrivano le minacce di vario tipo fino al licenziamento, come è accaduto alle lavoratrici dell'ospedale di Livorno, reintegrate per la solidarietà e il sostegno espressi nei loro confronti.
Nessun lavoratore, nessuna lavoratrice, devono essere toccati!
Il grande sforzo del personale sanitario deve fare i conti con una carenza oggettiva; solo in Toscana mancano 857 medici e 21.216 infermieri, che vuol dire un'assistenza ridotta all’osso. La Regione Toscana in questa anni si è fatta bella con lo slogan “mettere il paziente al centro del sistema”. Di quale sistema parlano? I malati da 'coronavirus' sono pazienti particolari, perché obbligati a un “isolamento coatto” che li separa completamente dai propri cari, preoccupati per la loro vita e per le loro famiglie. Un legame che viene spezzato improvvisamente con gli operatori sanitari che restano l’unico ponte tra loro e l’esterno. Non si tratta solo di curarli, ma di colmare questo vuoto e questa paura. Come è possibile poter lavorare in queste condizioni, accumulando oltre alla fatica, lo stress, le ansie, la rabbia, per non poterli assistere adeguatamente?
TUTELARE i lavoratori e le lavoratrici, negli ospedali e nei territori, significa non farli ammalare. GARANTIRE l’assistenza ai pazienti significa mettere il personale nelle condizioni di fare il loro lavoro al meglio. Se una cosa questa storia deve insegnare è che la salute e la sicurezza non sono merci da essere subordinate alle leggi del profitto.

Diversamente, la prossima volta potrebbe andare ancora peggio!
- Comitato per la sanità pubblica e contro il depotenziamento dell’Ospedale Versilia e dei servizi territoriali

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