martedì 17 marzo 2020

pc 17 marzo - ArcelorMittal Taranto info degli incontri di ieri e la posizione odierna dello Slai cobas per il sindacato di classe







Due importanti incontri tra la direzione di ArcerloMittal Italia spa e le segreterie provinciali e le Rsu di Fiom, Fim, Uilm, Usb ed Ugl, si sono svolti oggi (il primo di mattina, il secondo nel pomeriggio), in merito alla situazione sanitario del siderurgico per l’emergenza Covid-19.
Dopo quanto previsto nei giorni scorsi, azienda e sindacati hanno convenuto di perseguire la strada della riduzione dei volumi produttivi, che comporteranno una presenza della forza lavoro necessaria pari a circa 3.800 lavoratori, dunque meno del 50% dei diretti attualmente in forza.
Prima di scendere nel dettaglio delle decisioni prese, riportiamo due dati importanti: oltre mille sono i certificati di malattia (tra i 5 e i 10 giorni) presentati dai lavoratori. Mentre la produzione giornaliera di ghisa giornaliera è quasi ai minimi storici: appena 8,5 mila tonnellate.
Non è stata esclusa la possibilità, a fronte di un peggioramento della situazione ovvero a fronte di contagi all’interno dello stabilimento, di una fermata totale del siderurgico.

In settimana avverrà la fermata dell’altoforno 2 e contestualmente si fermerà l’acciaieria 1. Il Treno Nastri 1 non ripartirà e i forni saranno spenti a partire da domani. In queste ore invece si sta procedendo alla fermata del Treno Lamiere. Per quanto attiene il reparto Finitura Nastri ci sarà una riduzione dei turni da 15 a 10, mentre sempre da domani ci sarà la fermata totale del Laminatoio a freddo (LAF).

Le attività di Officina hanno previsto l’applicazione della cassa integrazione del 30% del personale, mentre il restante è stato suddiviso in squadre che si alterneranno in turni avvicendati in base alle esigenze impiantistiche. Confemata la riduzione del 25% del personale nell’area Manutenzioni. Saranno invece 300 gli addetti impiegati attraverso attività di smart working.
Sempre per quanto attiene le azioni previste per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19, è stato deciso quanto segue: incremento del parco pullman sin dal 2° turno del 13 marzo, con il rientro odierno di altri due mezzi dalla manutenzione e di altri due che rientreranno in settimana, il tutto per dimezzare il numero dei passeggeri. Un ampliamento dei contratti di appalto finalizzati all’implementazione e al rafforzamento delle attività di pulizia e sanificazione degli spogliatoi. Previsto l’arrivo di 2.500 mascherine ABEK ffp3 entro la fine di marzo, mentre ne sono previste 13000 ffp1 e altre 3000 ABEK fffp3 entro metà aprile. Inoltre ad ogni varco/gate è previsto per il personale e terzi la rilevazione della temperatura corporea: qualora risulterà superiore ai 37,5 non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.
ArcelorMittal invierà a tutte le aziende di appalto/subappalto un comunicato attraverso il quale chiede il rispetto dei protocolli con previsione di inibizione all’ingresso in caso di violazioni dello stesso. Le parti monitoreranno i contenuti dell’Accordo nei prossimi giornial fine di fornire – conclude il verbale d’incontro – ulteriori chiarimenti sull’applicazione di quanto concordato, prevedendo sin da ora una discussione sugli strumenti applicabili per il personale assente, dichiarando la propria disponibilità ad applicare la Cigo specifica per l’emergenza Covid-l9, messa a disposizione dal legislatore, se esigibile, o in alternativa la Cigo (Cassa integrazione ordinaria)“.
Azienda e sindacati si incontreranno nuovamente per discutere sull’argomento mercoledì 18 marzo alle ore 11.

 ArcelorMittal, lo Slai cobas: “Situazione sanitaria operai precaria”

Il sindacato di classe chiede un intervento immediato all'azienda


pubblicato il 16 Marzo 2020, 17:01


Lo Slai cobas per il sindacato di classe segnala quanto segue e chiede un immediato intervento, a garanzia della sicurezza dei lavoratori per la questione COVID-19. Questa mattina alle portinerie
dell’ArcelorMittal (ex Ilva) di Taranto e delle ditte dell’appalto gli operai si sono trovati ancora di fronte ad una situazione assurda e grave: come se non stesse accadendo niente. La direzione aziendale non ha attuato la misura da lei stessa annunciata la scorsa settimana in un documento: Rilevazione temperatura corporea l’azienda sta predisponendo un servizio con personale sociosanitario, dedito al controllo della temperatura corporea di tutti i lavoratori diretti e di appalto, presso le portinerie dello stabilimento”. I vigilanti non avevano avuto alcuna direttiva, neanche per  l’ingresso scaglionato, per il rispetto della distanza tra i lavoratori“.
Chiediamo pertanto l’immediata attuazione di tutte le misure necessarie alla difesa della salute dei lavoratori. Eventuali lavoratori che, per autotutela, questa mattina non sono entrati al lavoro, non devono essere considerati da codesta Direzione aziendale in “assenza ingiustificata”; la giornata deve essere retribuita normalmente, dato che gli operai sono venuti per lavorare ma è ArcelorMittal che non li ha messi in condizione di poter entrare a lavorare” affermano dallo SLAI COBAS per il sindacato di classe.
Il sindacato riporta anche diverse segnalazioni di operai: “Anche all’interno della fabbrica, la situazione resta negativa. A parte la dotazione delle mascherine, guanti e una diversa organizzazione delle mensa sia in termini di scaglionare in due turni, sia per le distanze dei tavoli e quindi degli operai, sul fronte degli spogliatoi e dei pulmann interni, o le misure annunciate non esistono, o sono una beffa. Negli spogliatoti, come prima, gli operai sono costretti a cambiarsi uno a fianco all’altro; mentre per i pulmann, li hanno aumentati per i reparti con più operai, ma togliendoli e quindi riducendoli per i reparti con meno operai (altro che l’incremento generale dei pulmann annunciato dall’azienda). Per questi ultimi reparti gli operai hanno solo due alternative per non viaggiare in troppi: o andare a piedi (cosa che però ufficialmente è vietato pur se la distanza è di poche decine di metri); o aspettare i pulmann quando rientrano dai reparti, con l’effetto di arrivare sul reparto in ritardo e rischiare di essere detratti decine di minuti e il salario” concludono dallo SLAI COBAS per il sindacato di classe.
info slaicobasta@gmail.com 347-5301704

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