venerdì 20 marzo 2020

pc 20 marzo - Dalle fabbriche - quotidiano 2 - in ogni posto di lavoro dove è a rischio la vita dei lavoratori, una lotta, un'azione collettiva, una scritta

Venerdì scorso è esplosa la rabbia dei lavoratori dello stabilimento Ilva di Novi Ligure i cui rappresentanti sindacali, dopo aver sollecitato l’azienda ad attuare le necessarie misure preventive finalizzate al diffondersi del virus Covid 19, nel tardo pomeriggio hanno dichiarato sette giorni di sciopero a partire dalle ore 22 di quel giorno.

Nella stessa serata di venerdì 13 marzo c’è stata la dichiarazione di sciopero a oltranza dei lavoratori dello stabilimento Sct-Hme (ex Kme) di Serravalle Scrivia per protesta contro la decisione dell’azienda di chiudere docce e spogliatoi quale forma di prevenzione al diffondersi del Coronavirus senza attuare altre misure per la salvaguardia dei lavoratori dello stabilimento di Serravalle Scrivia dal contagio. All’uscita dal secondo turno di venerdì scorso, poco dopo la dichiarazione di sciopero i
lavoratori dello stabilimento Sct-Hme hanno sfogato la loro rabbia per dire: «Chi lavora in fonderia non può andare a casa dopo un turno di lavoro senza aver fatto la doccia. Ci fermiamo, la salute prima di tutto».
I delegati sindacali dell’ex Kme di Serravalle hanno inserito nella dichiarazione di sciopero la disponibilità delle maestranze a revocarlo appena sarebbero state ricreate le condizioni per lavorare in sicurezza allo stabilimento di Serravalle Scrivia e senza pericolo di contagio dal Covid 19.
Ieri pomeriggio allo stabilimento di Serravalle Scrivia era ancora in atto lo sciopero. Situazione fluida, suscettibile di sviluppi da un momento all’altro.

Allo stabilimento Ilva di Novi Ligure che è in gestione ad Arcelor Mittal, la produzione dovrebbe riprendere alle ore 15 di  venerdì al reparto zincatura 4.
Ricapitoliamo quanto è accaduto nell’ultima settimana: nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 marzo, dopo la dichiarazione di sette giorni di sciopero si sono protratte frenetiche trattative tra i vertici italiani dell’azienda franco indiana e i componenti della rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento. Nella stessa notte l’azienda ha annunciato, non senza sorprendere i lavoratori, il cambio alla direzione dello stabilimento con il ritorno di Orlando Rotondi nel ruolo che era stato suo sino al 2018 per prendere il posto di Livio Grasso che sino a quella notte ricopriva il ruolo di direttore negli stabilimenti di Novi Ligure e Genova Cornigliano.

Nel pomeriggio di sabato Rotondi era già nel pieno delle sue ‘‘vecchie-nuove’’ funzioni e ha partecipato alla riunione in collegamento telefonico protrattasi per quattro ore al termine della quale i dirigenti dell’azienda e i delegati sindacali hanno concordato una pulizia straordinaria con sanificazione di spogliatoi, servizi igienici, mensa, uffici e ambienti di lavoro anche più volte al giorno. 
L’azienda ha congelato la richiesta di Cassa integrazione ordinaria per carenza di ordini che avrebbe dovuto iniziare il 30 marzo e interessare 130 lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure. È la ‘‘Cassa’’ per la cui applicazione i sindacalisti avevano da tempo reso noto di non essere intenzionati a firmare l’accordo.
Nonostante la revoca dello sciopero all’Ilva di Novi la produzione non è ripresa e i lavoratori, tranne quelli precettati per la salvaguardia degli impianti, sono stati in ferie con possibilità che queste possano essere trasformate in Cassa integrazione ordinaria per Covid 19 il cui accordo dovrebbe essere firmato lunedì. La ‘‘Cassa’’ sarà retroattiva.

L’acciaieria Cogne ripartirà con la produzione prima del previsto dopo lo stop per l’emergenza coronavirus

Non fidarsi delle assicurazioni dell'azienda - Slai cobas sc

AOSTA. La Cogne acciai speciali riparte il 23 marzo. L’acciaieria aostana annuncia la riapertura spiegando di aver «terminato la fase di sanificazione e verificato tutte le procedure di sicurezza messe in atto» rispetto all’emergenza coronavirus.
.. la Cogne adotterà « un nuovo modello organizzativo che recepisce le disposizioni del protocollo siglato da ministero e organizzazioni di categoria al fine di garantire standard più elevati di salute e sicurezza per i lavoratori». Tra questi ingressi scaglionati, speciali regole igieniche negli spazi comuni, postazioni disinfettate tra un turno e l’altro. L’acciaieria sottolinea che «malgrado la criticità del momento, l’azienda in tutto questo periodo è sempre stata operativa, garantendo continuità alle spedizioni e mantenendo l’abituale livello di servizio al mercato e le relazioni con i clienti».

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