Ritornando su "Lavoro salariato e capitale" di Marx:
Ormai è
chiaro che il salario è il prezzo con cui viene pagata la merce-forza
lavoro, che viene determinato dal tempo medio necessario (che varia a
seconda dell'epoca) per produrre i mezzi di sussistenza per renderlo
atto al lavoro, per
conservarlo atto al lavoro. Il salario, quindi, non determina la
partecipazione alla produzione del valore. Il prezzo dell'operaio, in
quanto merce-forza lavoro, è stato pagato in anticipo allo stesso modo
di una qualsiasi altra merce, come ad esempio: farina per la pasta,
acciaio per le macchine, ecc, ecc. Nel salario viene anche contemplato
l'usura dell'operaio e il suo eventuale ricambio.
C'è da
aggiungere che il salario che l'operaio percepisce produce ulteriore
utile per il capitalista perchè l'operaio compera con il salario mezzi
di sussistenza, che aggiungono guadagni al capitalista.
L'operaio
seppur vende la sua forza lavoro per un dato periodo, per sostenersi è
costretto a rivendere la sua forza lavoro. Quindi, affinchè il
capitalista si arricchisca e l'operaio si sostenga è necessario che
lo scambio tra gli uni e gli altri si ripeta continuamente.
lo scambio tra gli uni e gli altri si ripeta continuamente.
Io
mi domando, nella società odierna in cui l'offerta di forza lavoro è
fortemente spropositata rispetto alla domanda, e che la stessa si riduce
in tempi molto brevi e il salario è di gran lunga più basso rispetto ai
costi di riproduzione della forza lavoro, tanto da costringere gli
operai anche a fare più lavori, impiegando svariate ore della propria
giornata, e non per ottenere beni accessori ma solo per il mero
sostentamento della propria vita, e dove il capitale ti vende del denaro
per offrirti un benessere virtuale, quanto siamo lontani dalla
schiavitù?
Il salario può aumentare in rapporto all'aumento della domanda di lavoro che a sua volta è legata direttamente alla crescita del capitale produttivo e/o all'aumento della produzione.
Il
capitale investe una parte molto sostanziosa, rispetto a quella parte
che investe per il salario, in tecnologie, macchine che aumentano la
produttività e semplificano l'organizzazione della produzione; in questo
modo una produzione per cui prima ci volevano 10 ore e/o 5 operai, poi
ne occorrono, per es. 5 ore e 2 operai. Questo determina un esubero di
operai che verranno di conseguenza almeno dimezzati.
E anche
se (per ipotesi) il capitalista sviluppa la produzione evitando i
licenziamenti e addirittura assumendo, si determinerà comunque una
sovrapproduzione che in una seconda battuta produrrà un numero ancora
più consistente di licenziamenti.
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