PER UNA
MOBILITA' SENZA CONFINI
E SENZA SFRUTTAMENTO
APPELLO
PER UN CORTEO NAZIONALE
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un'offensiva
sempre più pesante nei confronti delle classi meno abbienti, nel mondo del
lavoro come della riproduzione sociale, da parte dei governi di tutta Europa e
degli interessi che questi difendono. Mentre a livello globale guerre e forme di
espropriazione e dominazione economico-finanziaria favoriscono l’esodo di
milioni di persone verso l’Europa (e non solo), si assiste all’avanzata di
partiti e movimenti xenofobi. Il controllo della mobilità in questo contesto
diviene uno dei terreni chiave su cui si giocano i rapporti di
forza.
Da un lato il governo della mobilità della forza lavoro
(e quindi anche dei flussi migratori) si salda
strettamente a forme di dominio capitalista favorendo sfruttamento, ricatto e controllo. Dall’altro, la rivendicazione di una mobilità senza frontiere e senza sfruttamento è sempre più un'esigenza trasversale di tutti i soggetti precari. A partire dai e dalle migranti, che oggi esprimono un alto grado di conflitto su molti fronti: ai confini interni ed esterni dell'Europa, mettendo in crisi con i propri corpi la costruzione e la rappresentazione della “fortezza Europa”; negli hotspot e nei centri di accoglienza, rifiutando l'identificazione, il controllo, la criminalizzazione/vittimizzazione; nelle occupazioni di case e sui luoghi di lavoro, tra cui le campagne e i magazzini, dove da anni lavoratrici e lavoratori stranieri mettono in campo pratiche di lotta autorganizzate capaci di inceppare gli ingranaggi delle grandi filiere di sfruttamento.
strettamente a forme di dominio capitalista favorendo sfruttamento, ricatto e controllo. Dall’altro, la rivendicazione di una mobilità senza frontiere e senza sfruttamento è sempre più un'esigenza trasversale di tutti i soggetti precari. A partire dai e dalle migranti, che oggi esprimono un alto grado di conflitto su molti fronti: ai confini interni ed esterni dell'Europa, mettendo in crisi con i propri corpi la costruzione e la rappresentazione della “fortezza Europa”; negli hotspot e nei centri di accoglienza, rifiutando l'identificazione, il controllo, la criminalizzazione/vittimizzazione; nelle occupazioni di case e sui luoghi di lavoro, tra cui le campagne e i magazzini, dove da anni lavoratrici e lavoratori stranieri mettono in campo pratiche di lotta autorganizzate capaci di inceppare gli ingranaggi delle grandi filiere di sfruttamento.
La mobilità è sempre più rigidamente controllata
attraverso una molteplicità di meccanismi, che colpiscono in maniera
differenziata: attraverso la militarizzazione delle frontiere esterne ed
interne, praticando torture, deportazioni, trattenimento nei centri di
smistamento, ricollocamento, identificazione ed espulsione; ma anche con la
moltiplicazione dei confini di natura amministrativa, i quali colpiscono non
solo chi è nato fuori dall'UE. La disciplina
dell'immigrazione, che sin dall'inizio ha creato frammentazione e ricattabilità
nella classe lavoratrice, è parte di un più ampio sistema di regolazione della
mobilità che passa attraverso la disciplina del lavoro e dell'accesso a diverse
forme di welfare. I documenti e la possibilità di
accedervi costituiscono quindi una frontiera, ma soprattutto un campo di
lotta.
Oggi, in sinergia con le lotte per la casa e il
lavoro è necessario concentrarsi su una lotta contro leggi e pratiche
amministrative che favoriscono la discriminazione e lo
sfruttamento. Una lotta che riguardi i
permessi di soggiorno quanto le residenze, tema che vede coinvolti tutti, anche
gli italiani, soprattutto in seguito alle ulteriori restrizioni introdotte con
il piano casa. Da questi presupposti nasce
la proposta di una mobilitazione nazionale da mettere in campo entro metà
Novembre, esigenza che scaturisce molto forte dai percorsi di lotta dei
lavoratori delle campagne, di ospiti dei centri d'accoglienza o migranti in
transito - persone che si sono scontrate con l’impossibilità della libera
circolazione. Una mobilitazione che a
partire dalle vertenze territoriali interroghi direttamente il governo centrale
rispetto alle decine di migliaia di persone che oggi in Italia vivono e lavorano
prive di riconoscimento e tutele, intrappolate nei meccanismi della richiesta di
asilo e della contorta burocrazia legata al rinnovo dei permessi e
all'ottenimento della residenza.
Facciamo appello quindi a tutti quei soggetti e percorsi
di lotta, che in vari modi sono investiti dall'azione contenitiva della macchina
amministrativa e di governo, a mettere in piedi una piattaforma unitaria per
l'abolizione di questi dispositivi di discriminazione. E’ giunto il momento di
intraprendere un percorso politico che si
ponga come obiettivo quello di smantellare le forme giuridico-amministrative di
inclusione differenziale, attraverso le quali si generano frammentazione,
precarietà e conflitto interno alla classe
lavoratrice. A partire dalle lotte già in
campo articoliamo qui una serie di proposte per stimolare questo
confronto.
Come un passo verso lo smantellamento dell’attuale
regime di governo della mobilità chiediamo:
-
l’istituzione di un permesso di soggiorno unico europeo slegato da qualsiasi vincolo con il contratto di lavoro, e la garanzia del diritto d’asilo attraverso l’istituzione di corridoi umanitari efficaci, abolendo gli accordi di Dublino, le deportazioni interne ed esterne, i rastrellamenti, le torture negli hotspot e nei CIE. Queste misure devono servire anche a ripensare radicalmente il sistema di ‘accoglienza’ – che al momento funziona da propulsore per la nascita di ghetti su base razziale/etnica, polmone di forza lavoro a bassissimo costo da cui l’agroindustria, tra gli altri, attinge a piene mani.
-
l'accesso all’istituto della residenza come requisito per l’accesso a diritti e servizi fondamentali;
-
con preciso riferimento alla questione dei lavoratori agricoli stranieri, in mobilitazione da più di un anno in provincia di Foggia per il riconoscimento giuridico e i rispetto dei contratti, chiediamo una sanatoria per tutti i lavoratori e le lavoratrici impiegati in questo comparto, inclusi sia coloro che sono in Italia da tempo che gli ultimi arrivati;
Per discutere di queste questioni, condividere
esperienze e pratiche e costruire la mobilitazione nazionale di Novembre,
invitiamo tutte le realtà militanti e migranti ad un assemblea organizzativa che
si terrà il 23 Ottobre a Roma.
SOLO UNITI SI VINCE!
Comitato Lavoratori delle Campagne
Rete
Campagne in Lotta
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