Nella prima parte le compagne dell’mfpr hanno ripreso le motivazioni che hanno portato alla scelta di fare un lavoro che riprendesse il ruolo delle donne nella Resistenza Partigiana: in occasione della celebrazione del 20° di fondazione dell’mfpr, nel riprendere i fogli prodotti negli anni e gli opuscoli e dossier realizzati, ci si era rese conto di aver fatto poco su questo fronte. In quell’occasione le compagne si sono assunte il compito di fare un lavoro di ricerca essenziale per l’oggi, uno strumento di lotta.
E’ stato ricordato il lavoro prezioso, in primis, di diverse
partigiane che con i loro scritti, raccolte di testimonianze ci hanno
consegnato un patrimonio ricchissimo sulla partecipazione e sulle motivazioni che
hanno portato tantissime donne a partecipare alla Resistenza e il ruolo in essa
che operaie, casalinghe, studentesse e, in particolare, le mondine hanno avuto.
Abbiamo scelto di leggere stralci della testimonianza di Anna
Fenoglio vedova Gaia raccolta dalla Guidetti Serra perché mostra bene la
condizione delle donne e le lotte dalla prima guerra mondiale, al biennio
rosso, all’ascesa e affermarsi del fascismo, sino all’occupazione nazista e
lo sviluppo della Resistenza come un movimento ampio, di popolo. Mostra bene
l’intreccio fra lotta di classe e di genere. Ma, soprattutto, come le
“politiche” non hanno mai smesso di “dare attività” in diverse forme nel
tessere e mantenere viva la rete dei comunisti, degli antifascisti, in
particolare con la diffusione della stampa, l’organizzazione di lotte nonostante
galera, esilio, confino. Emerge bene la vita concreta delle proletarie,
compresi i condizionamenti subiti.
Nella seconda parte si è posto l’accento su come il ruolo
delle donne nella Resistenza viene spesso liquidato con il semplice accenno
alla nascita dei Gruppi di difesa delle donne, di come questa, invece, sia
stata una risposta concreta data dal Partito Comunista che comprese
l’aspirazione di tantissime donne a voler dare un contributo concreto, della
necessità di una organizzazione autonoma delle donne; di come sia stata se non
quando osteggiata apertamente, sconsigliata la partecipazione delle donne nelle
formazioni in montagna, tanto da indurre una partigiana a commentare “ Nostri
nemici erano anche tra le nostre fila”. Come la storiografia sulla Resistenza,
spesso, relega il contributo delle donne a ruoli marginali, fino a “faticare” a
citare donne che sono state barbaramente trucidate. Lo si vede già all’indomani della Liberazione
come siano poche le donne nei cortei.
Si è cercato di riportare il ruolo straordinario che le donne
hanno avuto subito dopo l’8 settembre dal rifornire i soldati di abiti civili,
a nasconderli, ad indicare loro la strada della montagna. Ma da tutte le
postazioni le donne hanno dato un contributo fondamentale. La Liberazione
avvenuta in momenti diversi ha comportato anche un minore sviluppo della guerra
di popolo in diverse aree del paese, quindi anche per le donne la possibilità
di partecipazione attiva è stata diversificata.
Le operaie, mondine, lavoratrici che avevano subito un
ventennio di retorica fascista sul ruolo delle donne e sul loro salario “di
sostegno” in famiglia, ora che, partiti gli uomini per la guerra si ritrovano ad
essere l’unico sostegno della famiglia con l’aggravio della cura di bambini, vecchi, scoprono sulla loro pelle che si tratta solo di sfruttare ulteriormente il
lavoro delle donne: “Ma perché chi lavora di più guadagna di meno?” Con questa
consapevolezza non si contano gli scioperi in diverse fabbriche e nelle
campagne che si intrecceranno con le lotte per i viveri, la fine della guerra
animate dai GDD.
Sono stati letti stralci della testimonianza di Teresa Noce da
“Rivoluzionaria professionale” in cui si sottolinea come anche tra i comunisti
bisognava fare una battaglia per non relegare le donne a ruoli di “sostegno”,
marginalizzarle.
Non poteva mancare il riferimento all’oggi. Come si spiega
bene le motivazioni profonde che hanno spinto le donne a lottare contro il
fascismo, prima, e il nazifascismo, poi, nella considerazione:”Il fascismo non
aveva nulla da dare alle donne, ma aveva sempre qualcosa da togliere”, così,
oggi, le donne non possono smettere di lottare. Pertanto è stato brevemente
presentato l’Appello delle lavoratrici, precarie di Palermo a una
manifestazione il 25 novembre a Roma, appello diffuso a tutte/i i partecipanti
alla presentazione che si è chiusa con la lettura delle tante poco conosciute
partigiane a cui tanto dobbiamo, di
tantissime, purtroppo, non si conosce il nome con il sottofondo di Bella Ciao
nella versione delle mondine. Particolarmente apprezzato con una partecipazione
commossa è stato questo doveroso tributo alle martiri nonché il lavoro sulle
Donne nella Resistenza. “Bisogna farlo conoscere più ampiamente possibile” “ Un
lavoro importante e significativo”
Anche per la manifestazione c’è stato interesse: ”Mi
impegnerò a farla conoscere”
Punto Libreria “Militante” Metropolis
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