Ci
risiamo: giusto il tempo di iniziare un nuovo anno scolastico che Renzi
e il suo governo tirano fuori nuovi progetti che peggiorano il già
devastato mondo dell’istruzione. Sono nell’aria due provvedimenti: uno
relativo al mondo universitario - già ribattezzato “Student Act”,
che verrà inserito nel pacchetto giovani, parte della legge di bilancio
- – e una bozza di legge delega che riguarda la scuola.
Entriamo subito nello specifico. Ecco le novità che ci sono saltate agli occhi.
Innanzitutto, le prove Invalsi
acquistano una “nuova” valenza, sin dalla scuola primaria. Nel primo
ciclo, elementari e medie, saranno obbligatorie per gli studenti e appariranno nella certificazione finale delle competenze.
Anche
le sorprese che riguardano il secondo ciclo sono tutt’altro che
positive. Nelle scuole superiori la terza prova agli esami di maturità
verrà sostituita da una prova Invalsi, che dovrebbe servire, secondo il
governo, ad appianare il “divario” tra Nord e Sud e mettere fine alle
polemiche che ogni anno imperversano per i “troppi” studenti meridionali
maturati con 100 e lode. Certo, la “troppa generosità” degli insegnanti
è proprio il problema primario del nostro sistema scolastico!
Inoltre,
la carriera dello studente assumerà maggior peso sul voto di maturità.
All’esame orale, infatti, bisognerà rendere conto dei progetti di
alternanza scuola-lavoro svolti nell'ultimo triennio e il rendimento di
quest’ultimo influenzerà il curriculum scolastico del 40% anziché
dell’attuale 25% sulla valutazione finale. In sostanza, più sei stato produttivo durante il periodo di lavoro in azienda, più
verrai premiato (in voti, non in denaro!).
Ecco, dunque, come le leggi che regolano il mondo del lavoro si riproducono, in diverse forme, anche nel mondo dell’istruzione!
L’università
neppure resta a secco di novità. Il nuovo anno accademico si apre
all’insegna dello “Student Act”! Lo scopo di questo provvedimento,
secondo il governo, è quello di agevolare studenti “validi” che hanno
alle spalle famiglie non ricche. Intenzioni piuttosto “nobili”, non c’è
che dire! Peccato però che l’abito non fa il monaco e che tutte le
certezze crollino subito nel momento in cui si tenta di approfondire la
cosa. Il tandem Renzi-Giannini avrebbe infatti in mente di premiare gli
atenei migliori secondo le pagelle dell'Anvur (agenzia nazionale di
valutazione del sistema universitario e della ricerca, che colloca le
università meridionali agli ultimi posti nella classifica degli “atenei
più virtuosi”) stanziando 500 milioni di euro in borse di studio che si
dovranno spartire alla meglio quegli studenti il cui ISEE è compreso tra
i 12.000 e i 15.000 euro annui. Ora, non risulta anche a voi che ci sia
qualcosa che non quadra? I benefici non dovrebbero essere indirizzati
prima di tutto a chi ha un reddito collocato nella fascia più bassa o
pari a zero?
Le
“super borse di studio”– con importi tra i 10 e i 15 mila euro -
verranno assegnate agli studenti che, oltre a rientrare in questi
criteri di reddito, saranno anche considerati i più meritevoli, in base a
una valutazione che tiene conto non solo del voto di maturità ma anche
del rendimento degli anni scolastici precedenti. Si, avete capito bene: un diritto che in teoria dovrebbe essere garantito a tutti nella pratica bisogna guadagnerselo!
Nessuna inversione di rotta rispetto al passato, come vorrebbero farci credere. Nessun investimento strutturale serio sul diritto allo studio,
nessuna risposta concreta alle centinaia di migliaia di studenti idonei
non beneficiari che riempiono ogni anno le graduatorie Adisu e che,
anche a questo giro , restano a secco, costretti a lavorare (spesso a
condizioni indecenti) pur di non mollare gli studi. Niente che renda
accessibili a chi ne ha realmente bisogno residenze e mense o che riduca
le tasse universitarie lievitate in questi anni e ormai insostenibili
per molte famiglie. L'ennesima beffa agli studenti, l’ennesimo tentativo
di distruggere il diritto allo studio, dall’istruzione primaria fino
all’università.
Questi provvedimenti ci toccano da vicino. L’innovatore Renzi, in nome
della modernizzazione e dell’adeguamento agli standard Europei, sta
progressivamente peggiorando la qualità delle nostre vite, ignorando i
reali interessi e bisogni della maggioranza delle persone. Prima con i
violentissimi attacchi al mondo del lavoro targati Job’s Act, poi
puntando su un modello formativo che ha la pretesa di decidere in poche
crocette e qualche test del nostro futuro! Vogliamo un'educazione
libera, consapevole, accessibile a tutti.
Vogliamo
che i luoghi della formazione siano davvero tali e che ci permettano di
sviluppare capacità e coscienza critica. Vogliamo che anche da qui
nasca un’alternativa reale a questo governo, dalle scuole e dalle
università. Anche per questi motivi saremo in piazza venerdì 7 ottobre, dalle ore 9 a piazza del Gesù, pronti a ripartire alla grande, decisi a cambiare il corso delle cose. Insieme ci conquisteremo quanto ci spetta!
#versoil7ottobre #nobuonascuola #nostudentact #nogovernorenzi
Ci
risiamo: giusto il tempo di iniziare un nuovo anno scolastico che Renzi
e il suo governo tirano fuori nuovi progetti che peggiorano il già
devastato mondo dell’istruzione. Sono nell’aria due provvedimenti: uno
relativo al mondo universitario - già ribattezzato “Student Act”,
che verrà inserito nel pacchetto giovani, parte della legge di bilancio
- – e una bozza di legge delega che riguarda la scuola.
Entriamo subito nello specifico. Ecco le novità che ci sono saltate agli occhi.
Innanzitutto, le prove Invalsi
acquistano una “nuova” valenza, sin dalla scuola primaria. Nel primo
ciclo, elementari e medie, saranno obbligatorie per gli studenti e appariranno nella certificazione finale delle competenze.
Anche le sorprese che riguardano il secondo ciclo sono tutt’altro che positive. Nelle scuole superiori la terza prova agli esami di maturità verrà sostituita da una prova Invalsi, che dovrebbe servire, secondo il governo, ad appianare il “divario” tra Nord e Sud e mettere fine alle polemiche che ogni anno imperversano per i “troppi” studenti meridionali maturati con 100 e lode. Certo, la “troppa generosità” degli insegnanti è proprio il problema primario del nostro sistema scolastico!
Inoltre, la carriera dello studente assumerà maggior peso sul voto di maturità. All’esame orale, infatti, bisognerà rendere conto dei progetti di alternanza scuola-lavoro svolti nell'ultimo triennio e il rendimento di quest’ultimo influenzerà il curriculum scolastico del 40% anziché dell’attuale 25% sulla valutazione finale. In sostanza, più sei stato produttivo durante il periodo di lavoro in azienda, più
verrai premiato (in voti, non in denaro!).
Ecco, dunque, come le leggi che regolano il mondo del lavoro si riproducono, in diverse forme, anche nel mondo dell’istruzione!
Anche le sorprese che riguardano il secondo ciclo sono tutt’altro che positive. Nelle scuole superiori la terza prova agli esami di maturità verrà sostituita da una prova Invalsi, che dovrebbe servire, secondo il governo, ad appianare il “divario” tra Nord e Sud e mettere fine alle polemiche che ogni anno imperversano per i “troppi” studenti meridionali maturati con 100 e lode. Certo, la “troppa generosità” degli insegnanti è proprio il problema primario del nostro sistema scolastico!
Inoltre, la carriera dello studente assumerà maggior peso sul voto di maturità. All’esame orale, infatti, bisognerà rendere conto dei progetti di alternanza scuola-lavoro svolti nell'ultimo triennio e il rendimento di quest’ultimo influenzerà il curriculum scolastico del 40% anziché dell’attuale 25% sulla valutazione finale. In sostanza, più sei stato produttivo durante il periodo di lavoro in azienda, più
verrai premiato (in voti, non in denaro!).
Ecco, dunque, come le leggi che regolano il mondo del lavoro si riproducono, in diverse forme, anche nel mondo dell’istruzione!
L’università
neppure resta a secco di novità. Il nuovo anno accademico si apre
all’insegna dello “Student Act”! Lo scopo di questo provvedimento,
secondo il governo, è quello di agevolare studenti “validi” che hanno
alle spalle famiglie non ricche. Intenzioni piuttosto “nobili”, non c’è
che dire! Peccato però che l’abito non fa il monaco e che tutte le
certezze crollino subito nel momento in cui si tenta di approfondire la
cosa. Il tandem Renzi-Giannini avrebbe infatti in mente di premiare gli
atenei migliori secondo le pagelle dell'Anvur (agenzia nazionale di
valutazione del sistema universitario e della ricerca, che colloca le
università meridionali agli ultimi posti nella classifica degli “atenei
più virtuosi”) stanziando 500 milioni di euro in borse di studio che si
dovranno spartire alla meglio quegli studenti il cui ISEE è compreso tra
i 12.000 e i 15.000 euro annui. Ora, non risulta anche a voi che ci sia
qualcosa che non quadra? I benefici non dovrebbero essere indirizzati
prima di tutto a chi ha un reddito collocato nella fascia più bassa o
pari a zero?
Le
“super borse di studio”– con importi tra i 10 e i 15 mila euro -
verranno assegnate agli studenti che, oltre a rientrare in questi
criteri di reddito, saranno anche considerati i più meritevoli, in base a
una valutazione che tiene conto non solo del voto di maturità ma anche
del rendimento degli anni scolastici precedenti. Si, avete capito bene: un diritto che in teoria dovrebbe essere garantito a tutti nella pratica bisogna guadagnerselo!
Nessuna inversione di rotta rispetto al passato, come vorrebbero farci credere. Nessun investimento strutturale serio sul diritto allo studio, nessuna risposta concreta alle centinaia di migliaia di studenti idonei non beneficiari che riempiono ogni anno le graduatorie Adisu e che, anche a questo giro , restano a secco, costretti a lavorare (spesso a condizioni indecenti) pur di non mollare gli studi. Niente che renda accessibili a chi ne ha realmente bisogno residenze e mense o che riduca le tasse universitarie lievitate in questi anni e ormai insostenibili per molte famiglie. L'ennesima beffa agli studenti, l’ennesimo tentativo di distruggere il diritto allo studio, dall’istruzione primaria fino all’università.
Nessuna inversione di rotta rispetto al passato, come vorrebbero farci credere. Nessun investimento strutturale serio sul diritto allo studio, nessuna risposta concreta alle centinaia di migliaia di studenti idonei non beneficiari che riempiono ogni anno le graduatorie Adisu e che, anche a questo giro , restano a secco, costretti a lavorare (spesso a condizioni indecenti) pur di non mollare gli studi. Niente che renda accessibili a chi ne ha realmente bisogno residenze e mense o che riduca le tasse universitarie lievitate in questi anni e ormai insostenibili per molte famiglie. L'ennesima beffa agli studenti, l’ennesimo tentativo di distruggere il diritto allo studio, dall’istruzione primaria fino all’università.
Questi provvedimenti ci toccano da vicino. L’innovatore Renzi, in nome
della modernizzazione e dell’adeguamento agli standard Europei, sta
progressivamente peggiorando la qualità delle nostre vite, ignorando i
reali interessi e bisogni della maggioranza delle persone. Prima con i
violentissimi attacchi al mondo del lavoro targati Job’s Act, poi
puntando su un modello formativo che ha la pretesa di decidere in poche
crocette e qualche test del nostro futuro! Vogliamo un'educazione
libera, consapevole, accessibile a tutti.
Vogliamo
che i luoghi della formazione siano davvero tali e che ci permettano di
sviluppare capacità e coscienza critica. Vogliamo che anche da qui
nasca un’alternativa reale a questo governo, dalle scuole e dalle
università. Anche per questi motivi saremo in piazza venerdì 7 ottobre, dalle ore 9 a piazza del Gesù, pronti a ripartire alla grande, decisi a cambiare il corso delle cose. Insieme ci conquisteremo quanto ci spetta!
#versoil7ottobre #nobuonascuola #nostudentact #nogovernorenzi
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