Da OLGA
Durante questo primo anno di attività la campagna “pagine contro la tortura” ha realizzato diverse attività: la diffusione di un appello rivolto alle case editrici; l'apertura di un blog; i presidi contemporanei all'esterno di 6 carceri con sezioni a 41 bis; il presidio al DAP di Roma ed il presidio nazionale al carcere dell'Aquila.
Sono state inoltre effettuate numerose attività di sensibilizzazione sull'argomento:
volantinaggi, interventi informativi sul 41bis e sulla campagna nello specifico, in occasione di presentazioni di libri e di fiere del libro, produzione di un video (reperibile anche su you tube) ecc.
Nella riunione di Roma abbiamo fatto il punto della situazione. Sono emersi aspetti critici, sono stati valutati i risultati raggiunti e, inoltre, è stato impostato il prosieguo della campagna e pianificato i prossimi appuntamenti.
La campagna si e scontrata con il “muro di gomma” che circonda le sezioni 41 bis.
Abbiamo constatato la quasi impossibilità di comunicare con l'interno, le difficoltà di far conoscere ai detenuti, sepolti vivi, la semplice esistenza di una mobilitazione che li riguarda. I libri e gli stampati spediti dagli editori sono stati bloccati dall'amministrazione carceraria.
Anche se è difficile stabilire il peso che la campagna ha avuto in questo, va registrato che, in ambito istituzionale si sono manifestati critiche e imbarazzi rispetto alla permanenza di questo regime carcerario. É evidente che il semplice fatto che se ne parli dia fastidio.
Abbiamo riscontrato delle difficoltà comunicative, rispetto – ad esempio – all'appello e poca chiarezza in merito all'individuazione di referenti della campagna. Per quanto riguarda la capacità di coinvolgere parti del movimento e della società, alcuni dei promotori hanno incontrato difficoltà. Vi è stato poco interesse nel partecipare ad una lotta contro una struttura che viene messa in relazione con la mafia. E' stata anche ipotizzata una carenza partecipativa dovuta, forse, alle proposte attuative della campagna stessa che possono apparire rigide, lasciando poco spazio a libere iniziative.
Altre realtà, invece, sono riuscite a coinvolgere persone nella lotta facendo intersecare questa mobilitazione con altri piani del conflitto sociale.
Anche per quanto riguarda il presidio all'Aquila i giudizi sono diversificati.
C'è chi ha ne sottolineato l'aspetto positivo poiché il presidio ha obbligato i media a parlare della situazione del carcere abruzzese.
Le critiche sono giunte invece in merito al fatto che, per quella giornata, siamo riusciti a coinvolgere meno compagni rispetto a quelli degli anni scorsi, dando una minore dimostrazione di forza.
É stato proposto di dedicare maggior tempo e cura alla preparazione dei prossimi appuntamenti e focalizzare gli interventi sulla questione specifica della restrizione dei libri. Siamo stati concordi nel continuare la mobilitazione, cercando di correggerne gli errori e superare i limiti emersi.
Per quanto riguarda il proseguimento della campagna gli appuntamenti su cui lavorare nei prossimi mesi saranno i seguenti:
– proporre ai compagni di Roma di inserire la campagna tra i contenuti del presidio che si tiene tutti gli anni a capodanno fuori le mura del carcere di Rebibbia;
– organizzare un presidio davanti al carcere di Novara;
– contattare i compagni sardi e proporre loro di organizzare un presidio davanti un carcere dell'isola;
– verso primavera indire un presidio al Tribunale di Sorveglianza di Roma, con la partecipazione delle case editrici che hanno aderito alla campagna.
Rimane da fissare una nuova data per una prossima assemblea, da tenere entro la fine dell'anno.
Sono state inoltre effettuate numerose attività di sensibilizzazione sull'argomento:
volantinaggi, interventi informativi sul 41bis e sulla campagna nello specifico, in occasione di presentazioni di libri e di fiere del libro, produzione di un video (reperibile anche su you tube) ecc.
Nella riunione di Roma abbiamo fatto il punto della situazione. Sono emersi aspetti critici, sono stati valutati i risultati raggiunti e, inoltre, è stato impostato il prosieguo della campagna e pianificato i prossimi appuntamenti.
La campagna si e scontrata con il “muro di gomma” che circonda le sezioni 41 bis.
Abbiamo constatato la quasi impossibilità di comunicare con l'interno, le difficoltà di far conoscere ai detenuti, sepolti vivi, la semplice esistenza di una mobilitazione che li riguarda. I libri e gli stampati spediti dagli editori sono stati bloccati dall'amministrazione carceraria.
Anche se è difficile stabilire il peso che la campagna ha avuto in questo, va registrato che, in ambito istituzionale si sono manifestati critiche e imbarazzi rispetto alla permanenza di questo regime carcerario. É evidente che il semplice fatto che se ne parli dia fastidio.
Abbiamo riscontrato delle difficoltà comunicative, rispetto – ad esempio – all'appello e poca chiarezza in merito all'individuazione di referenti della campagna. Per quanto riguarda la capacità di coinvolgere parti del movimento e della società, alcuni dei promotori hanno incontrato difficoltà. Vi è stato poco interesse nel partecipare ad una lotta contro una struttura che viene messa in relazione con la mafia. E' stata anche ipotizzata una carenza partecipativa dovuta, forse, alle proposte attuative della campagna stessa che possono apparire rigide, lasciando poco spazio a libere iniziative.
Altre realtà, invece, sono riuscite a coinvolgere persone nella lotta facendo intersecare questa mobilitazione con altri piani del conflitto sociale.
Anche per quanto riguarda il presidio all'Aquila i giudizi sono diversificati.
C'è chi ha ne sottolineato l'aspetto positivo poiché il presidio ha obbligato i media a parlare della situazione del carcere abruzzese.
Le critiche sono giunte invece in merito al fatto che, per quella giornata, siamo riusciti a coinvolgere meno compagni rispetto a quelli degli anni scorsi, dando una minore dimostrazione di forza.
É stato proposto di dedicare maggior tempo e cura alla preparazione dei prossimi appuntamenti e focalizzare gli interventi sulla questione specifica della restrizione dei libri. Siamo stati concordi nel continuare la mobilitazione, cercando di correggerne gli errori e superare i limiti emersi.
Per quanto riguarda il proseguimento della campagna gli appuntamenti su cui lavorare nei prossimi mesi saranno i seguenti:
– proporre ai compagni di Roma di inserire la campagna tra i contenuti del presidio che si tiene tutti gli anni a capodanno fuori le mura del carcere di Rebibbia;
– organizzare un presidio davanti al carcere di Novara;
– contattare i compagni sardi e proporre loro di organizzare un presidio davanti un carcere dell'isola;
– verso primavera indire un presidio al Tribunale di Sorveglianza di Roma, con la partecipazione delle case editrici che hanno aderito alla campagna.
Rimane da fissare una nuova data per una prossima assemblea, da tenere entro la fine dell'anno.
Roma, settembre 2016
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